PDL E LEGA IN CONFUSIONE MENTALE: SU MONTI TUTTO E L’INCONTRARIO DI TUTTO
DA “DEMOCRAZIA SOSPESA” A “BUONA PARTENZA”… DA UN GOVERNO “LACRIME E SANGUE” DA CACCIARE E UNO CHE “MERITA ATTENZIONE”… NELLE CONTRASTANTI DICHIARAZIONI DI BERLUSCONI E DELLA LEGA IL SEGNO DELLA PROFONDA CRISI DELLA BECERODESTRA
Sì dal Pdl e no dalla Lega. In apparenza tutto chiaro e semplice, ma le cose stanno davvero così?
A leggere la girandola di dichiarazioni che hanno fatto da sfondo all’insediamento del governo di Mario Monti farsi venire qualche dubbio è più che legittimo.
Per capire davvero la posizione della ex-coalizione di governo occorre infatti leggere, anche tra le righe, le tante esternazioni arrivate da Silvio Berlusconi e dagli stati maggiori del Carroccio.
E il quadro che emerge è decisamente più articolato e movimentato.
Quanto ripetuto in queste ore dall’ex presidente del Consiglio ha in apparenza dello schizofrenico.
Da un lato il governo Monti rappresenta una “sospensione della democrazia”, dall’altro “ha iniziato bene”.
Da un lato durerà solo il tempo concesso dal Pdl perchè “possiamo staccare la spina quando vogliamo” (espressione poi smentita da Berlusconi, ma che nella sostanza era stata illustrata dallo stesso segretario Alfano in occasione delle consultazioni con Napolitano), dall’altro “opererà in maniera tale da essere utile al Paese per tutto il tempo che rimane”.
Contraddizioni che segnalano le difficoltà in cui si dibatte il Cavaliere, stretto dal desiderio di apparire un politico responsabile, ma allo stesso tempo intimamente proiettato verso una nuova campagna elettorale in grado di cancellare con i suoi toni urlati una legislatura trascorsa, tra problemi politici, economici, giudiziari e privati, come un autentico calvario.
Un desiderio di correre al voto che si scontra però con la consapevolezza che accelerare troppo i tempi rischia di spingere gli ex-malpancisti del Pdl dritti dritti nelle braccia di Casini.
Uno scenario che Umberto Bossi non si nasconde.
Mario Monti? “Durerà – dice il Senatur – fino a quando faranno il partito dietro di lui”.
E non c’è nessun dubbio che quel “faranno” sia riferito a Casini e Fini, pronti ad attingere a piene mani tra gli ex Dc del Popolo della Libertà .
“Sì – dice ancora il leader della Lega – (Monti, ndr) l’hanno messo loro lì”.
Berlusconi sa quindi che il tempo rischia di lavorare contro di lui, ma in questo momento non è in grado di forzare la mano e in pubblico ostenta quindi lealtà verso Monti e un inedito spirito repubblicano.
Paradossalmente all’interno della Lega la situazione è però esattamente speculare.
Anche nel Carroccio covano infatti da tempo tensioni scissionistiche.
Così per un Bossi che parlando del neo presidente del Consiglio dice “lo cacceranno quando la gente si incazzera”, lo scalpitante Roberto Maroni appare molto più cauto.
“Mi aspetto da Monti che faccia una cosa che non siamo riusciti a fare per l’opposizione del ministro dell’Economia: se rivede il patto di stabilità per far spendere soldi ai Comuni virtuosi, noi voteremo sì”.
E per un Roberto Calderoli che inveisce a più riprese contro il Professore, concludendo con la chicca “mi aspettavo lacrime e sangue, non mi aspettavo che ci fregassero anche il fazzoletto”, Flavio Tosi si spinge pesino più in là di Maroni: “Se Monti propone misure condivisibili nulla vieta che le si possa sostenere senza alcun problema”, dice il sindaco di Verona, aggiungendo quella che sembra essere una pietra tombale sulla possibilità di una ricucitura con il Pdl.
“Per esempio una patrimoniale sui grandi patrimoni sarebbe – sottolinea – di assoluto buonsenso, piuttosto che colpire in modo generico le famiglie o i Comuni come ha fatto anche Berlusconi”.
Come avrebbe detto Mao, “grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”. Resta solo da capire per chi.
(da “La Repubblica”)
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