PDL SULL’ORLO DELLA SCISSIONE MA BERLUSCONI MEDIA
PARTITO DIVISO, SI LITIGA SU TUTTO
Si avvicina il giorno del giudizio, ma il Pdl resta quanto mai frantumato.
Ormai la sfida tra “lealisti” e “innovatori”, che si contendono il favore del Cavaliere, sfocia in guerra aperta, con Berlusconi che in vista del Consiglio nazionale di sabato cerca di evitare la scissione.
L’ex premier vuole tenere il partito unito, gli serve per difendersi in vista della decadenza, ma non dà garanzie sul governo ad Alfano e alle altre colombe.
Angelino e i suoi “innovatori” premono invece perchè il Cn venga rimandato, ma Fitto e i falchi picchiano duro cercando l’escalation che li porterebbe ad impadronirsi della nuova Forza Italia. Berlusconi vede tutti, a pranzo i falchi e i pontieri, nel pomeriggio Nunzia De Girolamo, il ministro più riluttante a rompere, e a cena Alfano, che poco prima ha riunito i suoi per fare il punto.
Il tempo stringe, sono ore bollenti e decisive. Il Cavaliere da un lato conferma l’appuntamento di sabato, dall’altro però promette che per non dare fuoco alle polveri non parlerà di governo.
Alfano prova a suturare, lo fa in una intervista al Corriere e poi parlando a Canale 5, dove invoca «unità ».
Dice di sperare che «esistano le condizioni per presentarsi al Consiglio nazionale» e spiega che se lui e i suoi si presenteranno non lo faranno «per rovinare la festa, anzi Berlusconi merita una bella festa».
Fitto gli risponde: «La festa a Berlusconi la volete fare voi». La giornata va così, in una serie infinita di botta e risposta tra falchi e colombe di ogni livello.
Alfano definisce «inaccettabile» il paragone di Berlusconi tra lui e Fini («tra me e il presidente c’è un rapporto di affetto non paragonabile »), ribadisce la «lealtà » al Cavaliere ma ripete che sarebbe sbagliato buttare giù il governo dopo «l’ingiusta decadenza» perchè «sarebbe peggio, o si formerebbe un governo di sinistra-sinistra o si andrebbe al voto senza il nostro campione, che sarà incandidabile».
Allude alla possibilità che restando in maggioranza Berlusconi possa invece venire riabilitato e correre nel 2015.
Per sabato Angelino non vuole uno scontro come quello storico del “che fai, mi cacci?” tra Berlusconi e Fini: «Evitiamo che il Consiglio nazionale si trasformi in un filmato da Youtube ». Nella riunione serale Alfano viene pressato dai suoi affinchè chieda al Cavaliere di rinviare la riunione di sabato. Un Alfano che tra le facce amiche si sfoga, accusa i falchi di «attaccare a suon di offese» ogni volta che lui e il Capo cercano di ricucire. Poi cerca la sponda europea, chiama Daul, nuovo presidente del Ppe, perchè continui a pressare il Cavaliere sul governo. Ma anche tra le colombe c’è chi spinge, Giovanardi invoca la scissione, Augello dice che se al Cn parlerà solo Berlusconi lui non ci andrà . Quagliariello chiede «condizioni minime» aderire a Forza Italia.
Dai falchi arrivano bordate. Minzolini si lancia in una polemica contro Formigoni, che a sua volta gli dà del camerata.
Fitto dà dell’ipocrita ad Alfano perchè «elude i temi di fondo, spende lacrime di coccodrillo sulla decadenza ma chiede di sostenere il governo a prescindere ».
Lo accusa di usare «parole dolci per Berlusconi ma di mettere in campo atti ostili nei suoi confronti». Costa difende Angelino dicendo che Fitto «vuole scavare un solco tra Alfano e Berlusconi».
La Biancofiore invita il vicepremier a lasciare il governo appena arriverà l’ordine del Cavaliere, la Gelmini dice che gli innovatori «saranno archiviati dagli elettori».
Intanto scoppia una nuova polemica su Saccomanni: Libero pubblica la lettera di un lettore che racconta di avere visto il ministro pranzare in un ristorante insieme ad amici e deridere con loro ad alta voce Berlusconi e la Pascale.
Il Pdl parte all’attacco, Brunetta presenta un’interrogazione parlamentare, ma Saccomanni nel primo pomeriggio smentisce tutto.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica”)
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