PER IL DOPO AUGELLO SPUNTA IPOTESI STEFANO: “TUTTI I LAVORI DELLA GIUNTA SUL WEBâ€
LE ALTERNATIVE SONO DELLA VEDOVA, LO MORO E GIARRUSSO
Stefà no in pole, ma anche Della Vedova, Lo Moro, Giarrusso. Ma soprattutto Stefà no.
Lui, Dario Stefà no di Sel, il presidente della giunta per le elezioni e le immunità del Senato, che finora ha navigato in un mare pieno di scogli a pelo d’acqua senza affondare la nave, potrebbe essere il nuovo relatore sull’affaire Berlusconi.
Un incarico che avrebbe un valore puramente istituzionale, proprio per schiarire un clima che, già così, non potrebbe essere più avvelenato.
A tre giorni dal voto su Berlusconi in giunta, di questo si parla.
L’esito della consultazione appare ormai scontato. Il relatore pidiellino uscente Andrea Augello bocciato.
Com’è prevedibile che cosa succederà dopo, il calendario che tra giunta e aula porterà alla definitiva decadenza del Cavaliere.
Ma proprio su questo percorso, che comincerà giovedì mattina, ha un peso la figura del relatore, colui che non solo farà materialmente la proposta di decadenza, ma che gestirà anche il “processo” in giunta – “processo” pubblico che Stefà no vorrebbe anche mettere sul web per un’immediata fruibilità mediatica e per garantire altrettanta trasparenza – e poi la difficile fase dell’aula.
Saranno giorni pesanti, i prossimi.
Giorni su cui incombe l’aggressività del Pdl, pronto a cogliere ogni slabbratura.
In giunta il cammino è già scritto. Oggi riunione alle 15. Domattina alle 9,anche se Nitto Palma, il presidente della commissione Giustizia, continua a fissare in contemporanea appuntamenti della sua commissione, pur sapendo che ci sono vari membri della giunta impegnati a Sant’Ivo alla Sapienza.
Dopodomani, ancora alle 9, con la replica di Augello, a sera le dichiarazioni di voto, per 10 minuti ciascuno, e il voto.
Otto gruppi, fa 80 minuti. Entro le 22 si saprà chi è per la decadenza di Berlusconi.
A quel punto, ecco il problema del nuovo relatore, scelta che il regolamento affida allo stesso presidente.
Questione di cui ovviamente di sta discutendo. Un dibattito all’interno della giunta e tra i partiti, che si può compendiare nei termini che seguono.
Allora. Pareva certo che il compito dovesse assumerlo un esponente del Pd. Il nome più accreditato era quello di Doris Lo Moro, ex giudice prima in Calabria e poi a Roma, ex sindaco di Lamezia Terme, ex assessore regionale della Calabria.
Autrice, nella scorsa legislatura, proprio di una proposta sulle regole per garantire liste pulite (fuori anche i condannati in primo grado).
Poi il clima politico si arroventa ogni giorno di più, e la decadenza di Berlusconi diventa un affare del governo, una questione su cui può cadere Letta, oggetto di uno scontro durissimo tra Pd e Pdl.
A quel punto, nel Pd, si stanno facendo due conti per capire se davvero conviene che un loro esponente faccia il relatore, il che equivarrebbe a un’ulteriore sovraesposizione.
Il ragionamento in casa dem è questo: noi stiamo applicando la legge, la legge si applica a Berlusconi, quindi votiamo per la sua decadenza.
Politicamente, però, un passo indietro potrebbe essere utile.
Per questo si ipotizza che a svolgere quel ruolo possa essere chiamato Benedetto Della Vedova, l’uomo di Monti in giunta, autore giusto la settimana scorsa di un piccolo “lodo” per uscire dal gap delle pregiudiziali poste da Augello.
Ma anche Sc è in maggioranza. Escluso lui, restano due alternative, scegliere l’M5S oppure l’auto incarico di Stefano.
L’ipotesi Giarrusso – Mario Michele Giarrusso, l’avvocato catanese che è capogruppo dei 5 stelle – rischia però di esasperare ulteriormente il clima.
Rimane Stefà no che affiderebbe a se stesso il mandato.
Nessuna anomalia, basti pensare che è prassi consolidata quella per cui nelle commissioni parlamentari il presidente sceglie di quali disegni di legge essere relatore.
E Stefà no che ne dice? Non dice. A domanda sul relatore risponde: “Non ci ho ancora pensato”.
Evidentemente è già entrato nella parte.
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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