PIF AL SALONE DEL LIBRO: “NON SI PARLA PIU’ DI PADANIA LIBERA PER LA QUALE IN TANTI SI SONO SACRIFICATI, NON LAVORANDO NEANCHE UN GIORNO DELLA PROPRIA VITAâ€
SHOW DELL’ATTORE CHE SI PRESENTA CON LA MAGLIETTA “PADANIA IS NOT ITALY” E URLA TRA GLI STAND “PADANIA LIBERA”… “IN ITALIA MANCA UNA DESTRA SERIA, SE ESISTESSE FAREBBE BENE ANCHE ALLA SINISTRA”
“Non si parla più di Padania libera. Dov’è finita la Padania, per la quale in tanti si sono sacrificati, non lavorando neanche un giorno della propria vita”.
Parte lo show, Pif diventa “un fiume in piena”, come lo definisce abbracciandolo una signora.
Secondo giorno di Salone del libro, Pierfrancesco Diliberto, presentatore, attore, regista, sceneggiatore, è a Torino per presentare “…che Dio perdona a tutti”, il libro, edito da Feltrinelli, che segna il suo esordio nel romanzo.
Inevitabile, visti gli attacchi reciproci del passato e il dibattito che ha preceduto l’inaugurazione della trentaduesima edizione della kermesse torinese, finire a parlare del Ministro dell’interno, Matteo Salvini.
Quasi un’invenzione dichiarata, vista la maglietta che ha scelto di indossare: verde con scritta bianca: “Padania is not Italy”.
“L’ho trovata su Amazon”, dice ai tantissimi, soprattutto ragazzi, che gli si stringono intorno. Prima aveva detto: “Visto che il pericolo è scampato ho pensato che posso ritornare a mettere magliette minchione”. Selfie, dediche, autografi,
“Padania liberaaaa” gridata a ogni scatto. “Sa – fingerà di scusarsi Pif con HuffPost – sono un cazzone, non sono una persona seria”.
È “quella leggerezza piena di contenuti”, come sospira una signora che si dichiara sua fan. L’antica arte di dire, celiando e col sorriso, cose pesantissime.
Molte bordate sono dirette a Salvini. “Ma io gli voglio bene – ci dice ridendo – lo inviterei a cena. Quasi quasi il giorno in cui non ci sarà mi mancherà ”.
Poco prima, seduto al divanetto dell’Arena Robinson, l’area allestita nel Salone del libro da Repubblica, Pif si era soffermato sulla linea che unisce i partigiani a coloro che hanno combattuto la mafia. Spiegando: “Dire che la lotta partigiana è di sinistra è storicamente falso. La stessa lettura si può applicare alla lotta alla mafia. Borsellino era di destra, Ayala è repubblicano”.
L’auspicio da uomo “di sinistra” è “che nel nostro Paese esista una destra che si sposti dal fascismo, che dica “il fascismo fa schifo”, che si sposti da Berlusconi. Sono convinto che destra seria possa far bene anche alla sinistra”.
Qui una critica alla sinistra: “Andare oltre significa rompere le regole che ci fanno comodo e ci fanno vivere bene. Per molti di noi, di sinistra, l’immigrazione è solo uno che mi vende le calze, fine. Così il problema non esiste più…”.
E a proposito di Europee “quelli che dicono “l’Europa non ci ascolta, in realtà in Europa a parlare non ci sono andati”.
La conclusione, mentre i fan gli si accalcano intorno, è tutta a suon di sfottò, rigorosamente modulati con voce e faccia seria, indirizzati ancora una volta ai leghisti. Si interromperà solo per abbracciare il magistrato Gian Carlo Caselli, di passaggio all’Arena Robinson.
Poi, di nuovo, “Padania libera“, ripeterà Pif distribuendo sorrisi e strette di mano – la Padania è un’altra nazione, che può vivere senza l’Europa. Il Salone del libro era padano fino a qualche anno fa. La capitale morale del Paese è Milano, non Roma ladrona”.
Dalla calca qualcuno grida: “Sei grande”. E lui: “Mi sento il ministro dell’interno, che vi devo dire…”.
(da agenzie)
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