RINUNCIARE ALLA PRESCRIZIONE: L’ULTIMA MOSSA DI BERLUSCONI PER RITARDARE LA SENTENZA MEDIASET
LO STAFF LEGALE DEL CAVALIERE STA STUDIANDO LE POSSIBILI CONSEGUENZE, INSIEME A QUELLA DELLA RICHIESTA DI UN RINVIO
Rinunciare alla prescrizione.
Con un colpo a sorpresa. Berlusconi ci sta riflettendo in queste ore.
Sarebbe la svolta improvvisa nel caso Mediaset.
Bloccherebbe la seduta del 30 luglio e cambierebbe la storia del processo e di questa estate politica.
In serata, da palazzo Grazioli, filtra l’indiscrezione più rilevante della giornata.
Di rinuncia della prescrizione aveva parlato nel pomeriggio il faccendiere Luigi Bisignani, dando «un consiglio» al Cavaliere.
Poi ecco che l’ipotesi prende corpo. I legali stessi ne starebbero valutando effetti e conseguenze.
Sembrava tutta in salita la strada per “salvare” il Cavaliere dalla condanna per Mediaset.
Pareva una mission impossible, ma ecco la sorpresa su cui lo stesso ex premier dovrà decidere in tempi strettissimi.
Ciò ovviamente non esclude – se alla fine lui non dovesse seguire questa strada temendo che possa essere vissuta all’esterno come una sorta dicedimento – in prima battuta il lavorio per prendere tempo e rinviare la decisione che potrebbe già arrivare il 30 luglio, e in seconda quella di architettare piani ben più complessi, come avviare l’amnistia e soprattutto sensibilizzare e premere sul Quirinale per ottenere la grazia. Ma ancora ieri la prima “paura” su cui Berlusconi ha voluto essere del tutto tranquillizzato dai suoi avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi è stata quella del carcere.
NIENTE CELLA
Se la Cassazione dovesse confermare la condanna a 4 anni per frode fiscale, con 5 di interdizione, il Cavaliere può stare tranquillo perchè non si apriranno le porte di un penitenziario, neppure per un breve passaggio.
Succederà , visto che le sentenze di primo e secondo grado sono conformi, che la Corte trasmetterà alla Procura Milano il dispositivo della sentenza.
Qui i magistrati calcoleranno la pena, detrarranno da essa l’indulto del 2006 che la riduce a un anno, e applicheranno la legge Simeoni- Saraceni, affidamento ai servizi sociali per condanne fino a tre anni.
Berlusconi avrà 30 giorni di tempo per fare una proposta che sarà valutata dal giudice di sorveglianza.
SENTENZA FAVOREVOLE
Il Cavaliere si augura che il famoso «giudice a Berlino» comunque lo assolva, o quanto meno decida di rinviare il processo a Milano per un nuovo appello, o riduca la condanna rimodulando la pena, addirittura cancellando l’interdizione.
C’è chi racconta che, in queste ore, nelle stanze di Berlusconi si lavora a “radiografare” chi sono i giudici che dovrebbero giudicarlo, per capire se eventuali contatti sono possibili, e soprattutto si studia se un rinvio, con il conseguente cambio di sezione della Cassazione, sarebbe utile o dannoso.
Non sfugge che il presidente di una delle sezioni feriali attive in agosto è una storica toga di Md come Gennaro Marasca.
RINVIO DELL’UDIENZA
Strategia minimalista quella del rinvio dell’udienza del 30 luglio, anche se non troppo. Dopo le dichiarazioni del presidente della Suprema corte Giorgio Santacroce, Ghedini e Coppi stanno studiando la formula più giusta per ottenere un rinvio.
Ovviamente, poichè saranno gli avvocati a fare il passo, va da sè che la prescrizione del processo – scada essa il primo o il 3 agosto, come ha calcolato la Cassazione, oppure il 13 o il 26 settembre, come stima la difesa dell’ex premier – si bloccherà , per cui non si sarà alcun rischio di una“morte” anticipata.
LEGGE SULL’INTERDIZIONE
Ormai nel dimenticatoio l’ipotesi di cambiare le regole dell’interdizione, perchè se la condanna dovesse cadere già in agosto o anche a settembre, qualsiasi cambio legislativo sarebbe ormai inattuabile.
Proprio per questo, il presidente della giunta per le autorizzazioni Dario Stefà no di Sel è deciso a incardinare subito l’eventuale caso di interdizione, in modo da votare al più presto in giunta, anche in agosto, e mettere Berlusconi di fronte al fatto compiuto di una presa d’atto definitiva.
L’AMNISTIA
In molti, nel Pdl, insistono sull’amnistia, ma proprio i legali del Cavaliere la considerano una soluzione del tutto perdente.
A parte i tempi necessari per un triplo voto che richiede i due terzi dei votanti, Berlusconi deve fare i conti con un reato grave come la frode fiscale che, nel codice penale, è punita “nel suo massimo” con 7 anni.
Una pena simile non è mai stata inclusa tra quelle che potrebbero godere del famoso gesto di clemenza che al massimo, e con una massiccia esclusionedi reati, non supera i 5 annui.
LA GRAZIA
Il quotidiano Libero ha aperto così l’edizione di ieri: «Giorgio facci la grazia».
Per Berlusconi. Per la sua storia personale e nella politica italiana.
C’è chi ricorda il passo del Colle per il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, a rischio carcere per una diffamazione.
Ma su un Berlusconi “graziato” da Napolitano, in Parlamento, nessuno scommette un euro
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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