SCAJOLA NON RICORDA LE LETTERE DI LEDDA: “NON HO FAVORITO LA SUA LATITANZA E NON E’ STATO LUI A FARMI CONOSCERE IL PREMIERâ€
SCAJOLA CONOSCEVA BENE LEDDA E SUA MOGLIE MA NON RAMMENTA LE LORO MISSIVE… QUANDO IL GIORNALISTA GLIELE LEGGE, SCAJOLA COMMENTA: “MA QUESTA E’ UN’ESTORSIONE”
Proprio così, Scajola è inutile girarci intorno, queste lettere configurano un’estorsione di un carcerato a un ministro dell’Interno. Perchè non ha mai presentato una denuncia?
Non ricordo assolutamente di avere ricevuto lettere di questo tipo. Ma lei è sicuro che mi siano state mostrate? Potrebbero essere state aperte dalla mia segreteria e io certamente non vedevo tutta la mia corrispondenza al ministero .
Ma dal carteggio risulta che lei ha incontrato al ministero l’avvocato Giuseppe Arcadu il 5 settembre del 2001 proprio per parlare delle richieste di Mario Ledda.
Non lo escludo ma non lo ricordo. Devo controllare l’agenda. Come fa a dire che l’ho incontrato?
Ci sono due lettere nelle quali si parla di questo incontro. Nella prima , del 21 settembre, l’avvocato Arcadu scrive al suo segretario Luciano Zocchi ricordando l’incontro del 5 settembre e nella seconda diretta a lei personalmente si fa cenno allo stesso incontro.
E allora vedrà che ha incontrato solo il mio segretario di allora, Zocchi, e non me.
Nella lettera indirizzata dall’avvocato Arcadu a lei personalmente, al suo indirizzo di Imperia, si legge “ministro la ringrazio per l’incontro che Ella ha voluto concedermi il 5 settembre”.
Ma non le viene in mente che questo dossier è stato costruito ad arte da chi scriveva quelle lettere, proprio per tirarlo fuori dopo? Io non ricordo l’incontro. Ma verificherò.
Ledda e la moglie scrivono nelle lettere che lei avrebbe aiutato Ledda stesso durante la sua latitanza. In pratica la minacciano di rivelare il suo reato di favoreggiamento. Al riguardo lei cosa ricorda? Ha mai aiutato economicamente Ledda quando era in Francia?
Non ho mai dato soldi a Ledda. Se lo hanno fatto altri non lo so. Io in Francia l’avrò visto solo una volta a Nizza quando pranzai con lui, se non ricordo male all’aeroporto, durante un mio viaggio.
Ledda nelle lettere sostiene di averle fatto conoscere Berlusconi nel 1995 a Sanremo e la minaccia di dire ai giornalisti che la sua versione del primo incontro, favorita dall’industriale dell’olio Carli, è falsa.
Questo Ledda era un millantatore. È vero che lo conoscevo e che all’inizio ingannò anche me per la sua intelligenza, ma poi si svelò per quello che era. Forse lui in cuor suo pensava di essere altro. Io conobbi Berlusconi per telefono dopo che Carli gli scrisse una sua lettera nella quale parlava bene di me. Poi lo vidi a Sanremo nell’occasione in cui c’era Ledda ma non fu lui a presentarmelo.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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