A GENOVA FRATELLI D’ITALIA COME AMBRA CON BONCOMPAGNI: TELEGUIDATI DAL REGISTA, DA SOLI NON SONO CAPACI DI DECIDERE
IL SINDACO COSTRETTO A RINVIARE UN VOTO PERCHE IL GRUPPO DELLA MELONI PRIMA APPONE LA FIRMA E POI LA RITIRA: NON APPROVANO NEANCHE UNA MOZIONE CHE CHIEDE IL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE E IL SINDACO SI INCAVOLA
Maggioranza di centrodestra in tilt in Sala Rossa per le posizioni che ancora una volta dividono Fratelli d’Italia e alleati.
È accaduto ieri in consiglio comunale, dove sindaco e maggioranza hanno fatto mancare il numero legale, rinviando così alla prossima settimana il voto sulle due mozioni che, nonostante le prove di mediazione, sono rimaste contrapposte.
Da una parte quella di Pd e Lista Crivello – condivisa anche da M5S e Chiamami Genova – che chiede alla giunta di non concedere spazi pubblici a chi professa e/io pratica “comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”, dall’altra quella del centrodestra che fa le stesse richieste per chi non rispetta e Costituzione e norme statali e comunali, senza alcun riferimento, però, al fascismo.
Le divergenze nel centrodestra sono emerse nel lungo confronto – durato circa un’ora e mezza – fra sindaco e capigruppo di maggioranza e di minoranza, per cercare di definire un testo condiviso da tutti.
A proporre la mediazione era stato, a sorpresa, in aula il sindaco ma il tentativo è fallito. «Ci hanno chiesto di eliminare tutti riferimenti al fascismo e alla Resistenza, lasciando solo un riferimento al reato di apologia di fascismo: per noi è inaccettabile» hanno spiegato i consiglieri del Pd lasciando la riunione.
Ma anche se avessero accettato, l’unanimità non ci sarebbe stata: i consiglieri di FdI, dopo aver consultato i vertici nazionali del partito – si racconta di una telefonata con Ignazio La Russa – hanno fatto sapere che non avrebbero votato un testo con riferimenti al fascismo.
Ma il vero colpo di scena dietro le quinte, è stato il cambiamento di posizione di FdI sulla mozione della maggioranza che prima avevano firmato ma della quale ieri non erano più convinti.
In realtà la decisione di far mancare il numero legale è stata determinata proprio dal timore della maggioranza di non riuscire a far approvare la sua mozione.
E le indiscrezioni raccontano anche che questo atteggiamento non sia piaciuto al sindaco. Anche perchè già una volta il gruppo di FdI aveva prima firmato e poi bocciato in aula una mozione della maggioranza, in quel caso sull’autonomia regionale.
(da “il Secolo XIX”)
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