A PUTIN RESTANO DIECI GIORNI PER DECIDERE IL FUTURO DEL CONFLITTO: UNA SECONDA ONDATA DI MOBILITAZIONE?
I CANALI DI OPPOSIZIONE SEGNALANO UNA IMPENNATA DI CASI DI INSUBORDINAZIONE E PROTESTE DELLE NEORECLUTE E LA RUSSIA HA ANNUNCIATO UN TAGLIO DELLA PRODUZIONE DI PETROLIO CHE NON RIESCE A VENDERE A CAUSA DELLE SANZIONI
Il conto alla rovescia per l’anniversario dell’invasione dell’Ucraina è iniziato, e nei dintorni del Cremlino è già partito il giro delle scommesse: cosa annuncerà Vladimir Putin nel suo discorso alle camere riunite il 21 febbraio? La suspence non fa che aumentare dopo che Putin aveva rinviato o cancellato tutte le sue apparizioni di fine anno .Per il discorso 2023, cambia anche la location: non più il classico Cremlino, ma l’enorme corte coperta del Gostiny Dvor, a fianco della piazza Rossa
Si parlerà di guerra: ieri il ministro degli Esteri Sergey Lavrov è tornato a riprendere il discorso putiniano di un Occidente che vuole «annientare la Russia copiando la triste esperienza di Napoleone e Hitler». Per Mosca circolano voci che Putin farà qualche annuncio clamoroso, per esempio, la tanto temuta seconda ondata di mobilitazione.
A Kyiv stanno aspettando con apprensione di capire dove il comandante supremo russo scaglierà i 300 mila uomini che secondo l’intelligence ucraina ha messo sotto le armi nella mobilitazione precedente, partita a settembre, i falchi russi più decisi insistono per una «guerra totale», con una chiamata alle armi di almeno un milione di russi, Evgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo Wagner, si prepara a una guerra lunga: «Per prendere tutto il Donbass ci vorranno almeno un anno e mezzo-due, per arrivare al Dnipro tre», ha dichiarato.
Pronostici che smentirebbero le attese di una imminente grande offensiva russa, un “blitzkrieg” sul quale, secondo diverse indiscrezioni filtrate negli ultimi giorni, Putin scommetterebbe per una rapida conquista dei territori ucraini che rivendica nel Sud-Est da presentare poi come “vittoria”. Intanto i canali di opposizione segnalano una impennata di casi di insubordinazione e proteste delle neoreclute russe
La risposta al nuovo round di aiuti militari tecnologicamente avanzati, negoziati da Volodymyr Zelensky nelle capitali europee, dovrebbe essere un fiume umano di soldati russi, come quelli che conquistano a prezzo di centinaia di caduti ogni giorno le avanzate di qualche chilometro a Bakhmut e Vuhledar. […] la Russia ha appena annunciato un taglio della produzione di petrolio che non riesce a vendere in seguito alle sanzioni, mentre un terzo della spesa dello Stato ormai viene mangiato dalla guerra .
A Putin restano dunque dieci giorni per decidere se e come rilanciare la guerra: la scelta del 21 febbraio come data del discorso al parlamento, due giorni prima della festa delle forze armate e tre giorni prima dell’anniversario dell’inizio della guerra, non può essere casuale. L’attacco missilistico massiccio di ieri contro le città sembra più una ripresa di una vecchia tattica che l’inizio di una fase qualitativamente nuova
(da La Stampa)
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