INSULTI AI ROMANI, BOSSI FA FINTA DI SCUSARSI E LA FINTA OPPOSIZIONE RITIRA LA MOZIONE DI SFIDUCIA
SE LA LEGA E’ ARRIVATA AL GOVERNO CON LA CLASSE DIRIGENTE CHE SI RITROVA E’ ANCHE GRAZIE AD UN’OPPOSIZIONE FANTOCCIO, INCAPACE DI COGLIERE LE OCCASIONI PER METTERLA ALL’ANGOLO…DI PIETRO E BERSANI ALZANO LA VOCE E POI FLIRTANO CON I SECESSIONISTI…E ALEMANNO FA SOLO TEATRO
Il leader della Lega Nord e ministro per le Riforme, Umberto Bossi, dopo due giorni ci ripensa e, per mera convenienza, fa finta di fare marcia indietro e si scusa per la sua interpretazione della storica sigla SPQR (“Per me vuol dire sempre Sono Porci Questi Romani”).
Al tempo stesso ha pure il coraggio di denunciare “la strumentalizzazione” di quella che nelle sue intenzioni doveva essere “solo una battuta”.
“Chiedo scusa ai cittadini se si sono sentiti offesi, ma era una battuta. La cosa è stata strumentalizzata, sono stato impiccato per una frase”.
Solo una battuta, dunque, che volete che sia, aveva ragione Berlusconi, costata al Senatùr la mozione di sfiducia presentata dal Pd che però, di fronte alla retromarcia del leader del Carroccio, decide di evitare il passaggio parlamentare che si presentava difficile per il Senatur e per la tenuta della maggioranza visto che anche i finiani, oltre alle opposizioni, erano pronti a votare contro il ministro.
Poteva essere messo in difficoltà e chi corrono a salvarlo?
Non Fini, ma Bersani e Di Pietro, la finta opposizione che abbiamo in Italia.
“Abbiamo già ottenuto il risultato perchè, rispetto alle altre volte, ci sono state scuse formali”, spiega il capogruppo Dario Franceschini. “Un risultato e una vittoria di una mozione – aggiunge – che metteva molta paura sia nel merito sia per le modalità di votazione”.
Forse metteva paura anche al Pd, si vede.
Non si sa mai che cada il governo.
E questa sarebbe l’opposizione?
Anche l’Idv si mostra conciliante. “Prendiamo atto delle scuse formali di Bossi – ha detto Antonio Di Pietro – proprio per non alimentare ulteriori polemiche, le accettiamo nella speranza che questa storia possa servirgli da lezione”.
Pure i duri e puri preferiscono non rischiare che Bossi venga sfiduciato e il governo cada.
Si unisce alla compagnia anche Alemanno che pigola: “Scuse accettate, ma venga in Campidoglio”.
“Tutte le strumentalizzazioni su questa vicenda devono terminare – dice il primo cittadino di Roma -. Però vorrei che ci fosse chiarezza anche politica per il futuro in maniera tale che ci sia, come era nel patto iniziale, rispetto per Roma Capitale, in sintonia col progetto del federalismo fiscale”.
Doroteo, l’ex contestatore di Bush.
E buon ultimo arriva il patetico sagrestano Bondi: “Bossi ha nuovamente testimoniato di essere non solo un leader politico autorevole ma anche un galantuomo raro nella vita politica italiana” .
Mancava solo che si inchinasse davanti all’altarino.
Il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi, forse non avvisato da Di Pietro, dice invece l’opposto : “Le scuse di Bossi sono tardive, poco convinte e assolutamente insufficienti. Non risolvono in alcun modo il problema della violenza verbale della Lega e dei quotidiani attacchi all’unità nazionale, alle istituzioni e alla Costituzione. La politica è stata sino ad oggi troppo condiscendente nei confronti della Lega. E’ il momento di dire basta”.
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Peccato che queste parole avrebbe dovuto dirle una destra seria, mandando a casa, con un sì al voto di sfiducia, l’ultimo segretario di partito della prima Repubblica ancora in attività , beccato con una mazzetta da 200 milioni.
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