RENZI VINCE NEL MEZZOGIORNO MA PERDE QUASI TUTTE LE GRANDI CITTA’
IN REALTA’ RENZI HA VINTO (DI POCO) GRAZIE AL SOSTEGNO DI VECCHIE CARIATIDI E DI PERSONAGGI DISCUSSI
Matteo Renzi ha vinto, Gianni Cuperlo ha vinto pure lui — o almeno così dice — e Pippo Civati potrà almeno dare fastidio agli altri due alle primarie dell’8 dicembre: gli iscritti hanno dunque deciso di eliminare dal reality del Pd Gianni Pittella, ultimo arrivato col suo sei per cento dei voti, raccolti quasi tutti al Sud con picchi rilevantissimi tipo il 20 per cento di Napoli.
Questo il risultato ufficioso — manca la ratifica degli organi interni — del voto di circa 300mila iscritti democratici in settemila circoli.
Il risultato è netto, almeno in termini numerici, ma la sua lettura non è così univoca, come vedremo.
IL SINDACO DEL SUD
A differenza che nelle primarie del 2012 con Bersani, stavolta Renzi è andato bene nel Mezzogiorno: ha vinto in Campania, Puglia, Calabria, perso di poco in Sicilia. Evidentemente il sostegno di personalità importanti — e chiacchierate — della vecchia guardia politica meridionale gli ha giovato: col sindaco rottamatore si sono schierati, infatti, gli ex presidenti di regione Antonio Bassolino e Agazio Loiero, il sindaco di Salerno (e viceministro) Vincenzo De Luca e il deputato napoletano ex Dc Salvatore Piccolo, l’ex senatore siciliano Antonio Papania e il “padrone di Messina” Francantonio Genovese.
Buoni risultati — almeno nella provincia di Roma, dove oltre il 70 per cento degli oltre 11mila votanti, affluenza record, ha scelto Renzi — gli ha portato anche il sostegno di Dario Franceschini e della sua Areadem.
RENZI SENZA CITTà€
Se si escludono la sua Firenze e Torino (dove ha l’appoggio del sindaco Fassino e del suo predecessore Chiamparino), Renzi ha perso nettamente in quasi tutte le grandi città italiane, luogo di insediamento più tradizionale dell’elettorato di sinistra: Milano, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Bari sono andate tutte a Gianni Cuperlo, a Palermo l’ex Margherita ha vinto per soli tre voti.
OMBRE A SALERNO
Sul voto nella provincia del vicerè Vincenzo De Luca pende ricorso per varie irregolarità : su 12.959 votanti, comunque, 9.225 hanno scelto Renzi. Risultato ragguardevole, ma mai quanto quello di Salerno città , dove il sindaco ha sconfitto Cuperlo per 2.566 voti a cinquanta.
Ancora meglio è andata nel vicino Agro nocerino sarnese: ci sono comuni (Angri, No-cera, Pagani) in cui Renzi ha vinto col 100 per cento.
Notevole anche l’affluenza: quasi 13mila partecipanti nella provincia di Salerno, neanche ottomila in quella di Bologna, circa novemila in tutto il Piemonte.
Anche in caso di annullamento, ha fatto sapere la segreteria Pd, il risultato nazionale è quello: ha vinto Renzi.
L’ENIGMA DEGLI ISCRITTI/1
Il Pd certifica, al momento del congresso, oltre seicentomila iscritti: tenendo conto che alcune zone (Reggio Calabria, Catanzaro, Caserta, Asti, Bolzano e Rovigo) non tengono le assise provinciali, vuol dire che a questi congressi ha votato poco più della metà degli aventi diritto (percentualmente al Sud più che altrove).
I tesserati del Pd erano circa 550mila l’anno scorso e solo 240mila poche settimane fa, quando è cominciata la campagna congressuale: calcolando che chi s’è iscritto ora l’ha fatto per votare, significa che molti militanti del partito hanno disertato il congresso.
L’ENIGMA DEGLI ISCRITTI/2
Pippo Civati ha denunciato il caso di Isernia: “535 tesserati nel 2012, 429 tessere risultanti prima del congresso e altre 201 inviate in fase congressuale, per un totale di 630”.
Votanti al congresso: “823, quasi 200 in più delle tessere”.
Falsità , rispondono gli interessati: gli iscritti sono 1.100, tutto in regola. Si vedrà dopo i ricorsi.
Per la cronaca, comunque, nella provincia molisana ha vinto Cuperlo, buon secondo Renzi, mentre Civati è arrivato terzo coi suoi tre voti visto che Pittella ne ha presi solo due.
IL CASO EMILIA ROMAGNA
La regione più piddina — già rossa — d’Italia ha scelto Cuperlo: Renzi però gli è arrivato a un soffio (neanche 400 voti di scarto su 27.509 totali). Il segretario regionale Stefano Bonacini, ex bersaniano ora renziano, avverte gli ex amici: “In un anno i rapporti di forza sono comunque cambiati”.
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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