TRA BUCHE E VORAGINI: LA RETE STRADALE ITALIANA IN GINOCCHIO A CAUSA DELLA CRISI
L’ALLARME IN UN RAPPORTO: “MANUTENZIONE AI MINIMI STORICI, GRAVE RISCHIO PER LA SICUREZZA SE GLI ENTI LOCALI NON INVESTONO PIU'”
Strade ridotte a colabrodi, puntellate di crepe e voragini che mettono in pericolo la sicurezza degli automobilisti, ma soprattutto di chi viaggia su due ruote.
Gli effetti della crisi si riflettono sull’asfalto, dove le «toppe» non bastano più a nascondere i pochi investimenti in manutenzione.
Il quadro della situazione italiana emerge in un rapporto del Siteb, l’associazione italiana dei produttori di bitume e asfalto, che certo può essere un po’ di parte, ma quantomeno fornisce numeri e statistiche.
«La prolungata assenza di investimenti da parte di amministrazioni locali e centrali rischia di compromettere un patrimonio tra i più significativi del nostro Paese», è la conclusione.
Quello stradale, s’intende, che ci portiamo dietro dai tempi dei romani.
Quanto vale? Secondo il calcolo dell’associazione 5.000 mila miliardi di euro per un’estensione totale di 850 mila chilometri.
Ma sono altri numeri a destare preoccupazione: «i lavori di costruzione e manutenzione hanno raggiunto il minimo storico negli ultimi 20 anni», sottolinea il rapporto.
Vuole dire che la produzione di asfalto si è praticamente dimezzata in meno di cinque anni, passando dai 45 milioni di euro ai 29 del 2011.
Per un paese che spera nelle grandi opere per ripartire non è un buon segnale.
«L’italia – prosegue la nota-, è stata fra i primi paesi in Europa a dotarsi di un sistema di moderne autostrade e delle necessarie competenze, degli impianti e delle macchine per costruirle. Negli ultimi anni il Paese si è però fermato e, anzi, ha cominciato ad arretrare fino ad arrivare alla situazione attuale».
Quanto a crescita siamo al palo: «le arterie autostradali sono aumentate di soli 187 km in 14 anni».
C’è da dire anche che non è facile mantenere in salute una sterminata ragnatela di vie secondarie: le comunali extraurbane e urbane secondo il Siteb costituiscono la fetta più grossa della rete e sono le prime ad accusare i tagli ai bilanci delle municipalità . «Dopo gli annunci del ministro Passera sull’avvio di un piano nazionale per le infrastrutture, siamo in attesa di misure concrete», afferma Carlo Giavarini presidente del Siteb, «per mettere in sicurezza le nostre strade che sono state tenute sotto la soglia minima di garanzia».
Con il serio rischio di dover pagare un conto salatissimo.
Fra ritardi e e incidenti la stima della Banca d’Italia è di 40 miliardi di euro, ma restano fuori le innumerevoli richieste di danni da parte di chi cade con lo scooter a causa di voragini e crepe.
Perchè l’asfalto non è eterno: «Dopo 8-10 anni la pavimentazione diventa pericolosa e scomoda, fino a dover essere completamente rifatta dopo 12-15 anni», conclude Giavarini.
Daniele Sparisci
(da “Il Corriere della Sera”)
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