CUOR DI LEONE HA PAURA DI APRIRE LA CRISI E SI ACCONTENTA DI QUALCHE POLTRONA
PURO STILE DEL PERSONAGGIO: SE MOLLA IL VIMINALE NON HA PIU’ LO SCUDO CHE LO PROTEGGE DALL’INCHIESTA SUI RUBLI… TUTTO IL RESTO E’ SOLO UN’ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA
Inizia con il classico lapsus freudiano:“L’ultima cosa che ci interessa sono le poltrone”(dopo averle chieste al premier Conte due ore prima)
Se pure “non mi uscirà mai una parola negativa su Di Maio o Conte”, “qualcosa si è rotto negli ultimi mesi”.
Ovvero tanto rumore per nulla.
Matteo Salvini si è presentato al comizio di Sabaudia dopo una giornata di silenzio e dopo un’ora di faccia a faccia con il premier Giuseppe Conte e ha dettato le sue condizioni perchè il governo vada avanti non certo con tono perentorio.
Per tutto il pomeriggio i suoi hanno detto che Salvini avrebbe fatto grandi annunci al comizio, ma in realtà è rimasto molto generico: “Cosa succederà ora? Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero, oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me”.
La crisi viene evocata, ma mai espressa direttamente.
“Dobbiamo fare in maniera veloce, compatta, energica, coraggiosa quel che vogliamo fare”
Frasi fatte, nessuna crisi, solo un rimpasto per avere ancora maggiori poteri (nel mirino Toninelli e Trenta)
Se a settembre inizia l’iter per la riduzione dei parlamentari necessitano vari passaggi e occorre ridisegnare i collegi. Tradotto: per sei mesi non si può andare a votare e se ne riparla nella primavera 2020.
Quindi la solita sceneggiata è servita solo per chiedere qualche ministero in più che il M5S allo sbando finirà per concedergli, terrorizzati dalla prospettiva di prendere il 10% alle prossime politiche (che prenderanno comunque).
Ma la domanda che occorre porsi è se Salvini è un uomo libero: Il Viminale gli serve da scudo, gli permette non solo un ritorno di immagine ma anche uno scudo alle inchieste giudiziarie, in primis quella che teme, ovvero sui rubli russi.
Il personaggio non è quello che appare, un giorno lo capiranno anche gli italiani belanti che non conoscono ancora bene “cuor di leone”.
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