DA RIACE I MIGRANTI NON SE NE VOGLIONO ANDARE: DAI, MANDATE I TRENI PIOMBATI PER LA DEPORTAZIONE, COSI’ VI FATE CONOSCERE AL MONDO
CUOR DI LEONE RICORDA CHE L’INDAGINE E’ PARTITA DAL SUO SODALE MINNITI… SU TWITTER SI SCATENA LA SOLIDARIETA’ TRASVERSALE PER MIMMO
Non c’è tensione tre i migranti che vivono a Riace, dopo la circolare con cui ieri il Ministero dell’Interno ha disposto il loro trasferimento, cancellando di fatto il modello di integrazione che aveva trasformato in meglio la comunità del comune calabro.
C’è preoccupazione e rabbia, quello sì.
Sentimenti che un gruppo di giovani che vivono da tempo a Riace ha voluto esprimere direttamente al sindaco, Domenico Lucano, andando a trovarlo nella casa in cui dal 2 ottobre si trova agli arresti domiciliari. “Non vogliamo andare via da Riace. Qui c’è la nostra nuova vita”, hanno detto i migranti a Lucano.
In giro a Riace ci sono poche persone, le stradine del borgo sono deserte, complice anche la pioggia.
Tutti hanno come riferimento il sindaco, Domenico Lucano, ed aspettano con speranza la reazione dei suoi legali, che hanno preannunciato un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della decisione del Viminale di allontanare i migranti dal paese, ma quello che si coglie, in generale, è un sentimento di tristezza e di sconforto. In vari punti si sono formati piccoli capannelli di immigrati.
Pochi però hanno voglia di parlare ed in tutti c’è incredulità per il provvedimento annunciato dal Ministero dell’Interno. Qualcuno si lascia scappare la frase “noi da qui non vogliamo andarcene”, ma il sentimento che prevale è la paura per un futuro che a questo punto appare incerto e nebuloso.
Matteo Salvini twitta ricordando che l’indagine sullo Sprar di Riace risale ai tempi del Viminale di Marco Minniti
Parla al Gr1 Daniela Di Capua, direttrice del servizio centrale dello Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati: “le persone che sono in accoglienza possono proseguire il progetto di integrazione in un altro progetto Sprar”
Silenzio assoluto dei 5 Stelle – anche di chi, come Roberto Fico, è in prima linea nella battaglia per l’integrazione – a difendere il modello Riace però son in molti.
Grida “vergogna” il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, secondo cui “la deportazione dei migranti da Riace è atto violento e disumano. Chi è stato a Riace sa che il sindaco ha reso vivo e gioioso un luogo desertificato da migrazioni di calabresi”.
Oppure il segretario dem Maurizio Martina e l’ex premier Enrico Letta che collegano la vicenda di Riace a quella delle mense di Lodi per parlare di una “destra pericolosa”. O l’ex premier Paolo Gentiloni, che sottolinea che con questo Governo “il nemico che viene dato in pasto è un modello di integrazione. Vorrei vedere la stessa propaganda nella lotta contro la mafia, contro il caporalato, non contro un modello di accoglienza”.
Oppure il governatore laziale Nicola Zingaretti che parla di “atto immondo” da parte di Matteo Salvini, che sfoggia “la paura delle proprie incapacità “.
O ancora il governatore toscano Enrico Rossi, che pone l’accento sul fatto che “M5S non alza un dito per distinguersi dalle politiche xenofobe e razzistiche di questo governo”.
O ancora Nicola Fratoianni di Leu, che fa notare come a parlare di irregolarità nella gestione di fondi pubblici sia il segretario del partito che deve restituire 49 milioni di euro di fondi pubblici sottratti indebitamente allo Stato.
O ancora padre Alex Zanotelli che sulle pagine del Fatto esorta alla “disobbedienza civile”, perchè “il modello Riace dimostra che aiutando chi arriva si può rinascere – afferma il padre comboniano – Questo Salvini non glielo ha perdonato”.
Oppure l’Associazione Partigiani che lancia un appello ai 5 Stelle perchè arginino Salvini: “Non girate lo sguardo da un’ altra parte. Fermate Salvini. Almeno per decenza, in una terra bella e difficile come la Calabria, ricordategli che è utile perseguire mafia e n’drangheta. Non un uomo onesto come Mimmo Lucano”.
O anche Aboubakhar Soumahoro, il sindacalista dei migranti sfruttati nelle campagne del Sud, che su Repubblica spiega che “il modello Riace dà fastidio. Dimostra che si possono accogliere i migranti dando loro dignità e speranza, trattandoli come persone e non come macchine da parcheggiare”.
Oppure infine intellettuali e giornalisti come Gad Lerner, Sandro Ruotolo e Vittorio Sgarbi che hanno espresso la loro vicinanza a Mimmo Lucano.
(da “Huffingtonpost”)
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