RUSSIA, UCCISO L’OPPOSITORE DI PUTIN, IL LIBERALE NEMTSOV: SONO I REGIMI CHE PIACCIONO A SALVINI
UCCISO PER STRADA CON QUATTRO COLPI DI PISTOLA IL LEADER DELLA DESTRA CHE AVEVA CRITICATO L’AGGRESSIONE RUSSA ALL’UCRAINA
Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione a Vladimir Putin ed ex vicepremier liberale all’epoca della presidenza Eltsin, è stato ucciso in un agguato mentre passeggiava nel centro di Mosca, nelle immediate vicinanze del Cremlino.
L’ufficio stampa del ministero dell’Interno ha reso noto che la polizia ha lanciato un’operazione su vasta scala per catturare gli assassini.
Secondo la ricostruzione diffusa su Twitter da Iuri Barmin, amico e compagno di lotte politiche di Nemtsov, una o più persone sono scese da un’automobile bianca e hanno freddato la loro vittima con almeno quattro colpi d’arma da fuoco alle spalle sul ponte Zamoskvoretskiy, di fronte alla basilica di San Basilio e a pochi passi dalla piazza Rossa. Stando ai mezzi di informazione, al momento dell’attentato l’esponente dell’opposizione era in compagnia di una donna.
Putin ha immediatamente condannato l’omicidio affermando che potrebbe trattarsi di un delitto su commissione e anche di una “provocazione” in vista della protesta indetta dall’opposizione per domenica. Il presidente ha inoltre annunciato una immediata consultazione con i vertici della sicurezza e il suo “diretto controllo” sulle indagini.
“Chi ha ucciso Nemtsov dovrà pagare un duro prezzo”, ha commentato sconvolto Mikhail Kasyanov, ex primo ministro e a sua volta portabandiera dell’opposizione, precipitatosi immediatamente sul luogo dell’omicidio.
E l’ex campione del mondo di scacchi Garry Kasparov, altro esponente dello schieramento anti-Putin, ha scritto su Twitter: “Devastato nell’apprendere del brutale assassinio di Boris Nemtsov, da lungo tempo compagno nell’opposizione. Quattro colpi, uno per ogni figlio che lascia”.
Aleksiei Kudrin, ex ministro delle Finanze ed economista liberale che aveva accettato di collaborare con Putin prima di distanziarsene in anni recenti, ha parlato dal canto suo di “tragedia per la Russia”.
Fisico di formazione, 55 anni, Nemtsov aveva quattro figli.
Nella seconda metà degli anni ’90 era stato indicato come un possibile delfino di Boris Eltsin per succedergli al Cremlino.
Affascinante, buon oratore, era emerso come una delle figure più spendibili e meno impopolari fra gli allora “giovani riformatori” della leva eltsiniana postsovietica.
Già governatore di Nizhni Novgorod, era arrivato a Mosca nel 1997 e aveva ricoperto importanti incarichi di governo, fino a quello di vice del premier Viktor Cernomyrdin. Ma quando la crisi del ’98 aveva spazzato via gran parte dei giovani liberali, la sua stella aveva cominciato a declinare lasciando spazio alla repentina ascesa di Putin, uscito dai ranghi dei servizi segreti.
Fu in quella fase che fondò l’Unione delle Forze di Destra, una formazione liberale che riuscì a entrare nella Duma, il Parlamento russo.
Ma fin da subito si differenziò dagli altri cofondatori, l’ex premier Serghiei Kirienko e l’altro ex vicepremier Anatoli Ciubais, ponendosi in forte e aperta critica nei confronti di Putin.
Un atteggiamento ulteriormente approfonditosi negli ultimi anni, sullo sfondo di una polemica sempre più dura con il presidente in carica, da lui accusato di autoritarismo e bellicismo.
Oppositore dichiarato in questi mesi anche della politica del Cremlino in Ucraina, Nemtsov aveva aderito alla manifestazione anti-Putin del primo marzo a Mosca convocata fra gli altri dal blogger Andrei Navalni.
Oggi aveva invocato ancora una volta l’unità delle forze di opposizione russe e aveva scritto: “Se siete per la fine della guerra russa con l’Ucraina, se sostenete la fine dell’aggressione di Putin, venite alla marcia di Primavera”.
La sua morte ricorda da vicino quella di altre figure scomode della vita pubblica russa. Ed è forse l’omicidio più clamoroso – anche per le inevitabili reazioni in Occidente e i sospetti che è destinato a generare – dall’agguato che il 7 ottobre 2006, sempre a Mosca, costò la vita alla giornalista Anna Politkovskaia.
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