L’AQUILA, MI MANDA PICCONE: “LEGAMI DEL SENATORE PDL CON IL CLAN DEI CASALESI PER GLI APPALTI DELLA RICOSTRUZIONE”
NELL’INCHIESTA DELLA PROCURA ANTIMAFIA, IL PARLAMENTARE E’ STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI… DA UNA INTERCETTAZIONE EMERGEREBBE IL SUO RUOLO DI REFERENTE POLITICO DEL CLAN…. IN PASSATO AVEVA GIA’ AVUTO PROBLEMI PER LA REALIZZAZIONE DI UN TERMOVALORIZZATORE SU UN SUO TERRENO E PER L’ACCUSA DI AVER COMPRATO CON 600.000 EURO LA SUA ELEZIONE…HA PARTECIPATO CON LA SUA AZIENDA ALLA COSTRUZIONE DELLE CA.S.E. PER I TERREMOTATI
C’è un’indagine che potrebbe cambiare la storia della ricostruzione post-sisma dell’Aquila.
Un’indagine che ha al centro un’azienda legata al clan dei casalesi, ed un politico: un senatore del Pdl.
Si tratta di una inchiesta della procura distrettuale antimafia dell’Aquila, nata da un fascicolo della procura antimafia di Napoli.
Cuore della vicenda, una intercettazione.
Una serie di telefonate e incontri dimostrerebbero che il clan dei casalesi sarebbe entrato nella ricostruzione dell’Aquila grazie all’aiuto di un senatore del Popolo delle Libertà che ora è sotto inchiesta.
Si tratta di Filippo Piccone, coordinatore regionale del partito di Berlusconi e imprenditore.
Il suo nome adesso è iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta per associazione di stampo mafioso.
Secondo gli inquirenti, il senatore sarebbe stato il “contatto” attraverso il quale l’azienda del clan si sarebbe inserita nella ricostruzione e avrebbe iniziato a lavorare.
A far cadere il parlamentare nella rete degli inquirenti sarebbero state, appunto, una serie di intercettazioni telefoniche captate dalla procura distrettuale antimafia di Napoli e immediatamente “girate” ai colleghi che si occupano delle indagini sulle infiltrazioni nella ricostruzione.
Telefonate nelle quali gli uomini legati al clan parlano di un appuntamento con il senatore Piccone per sbloccare i lavori da ottenere nell’ambito della ricostruzione post-sisma all’Aquila.
L’indagine – portata avanti dal sostituto procuratore Antonietta Picardi assieme al procuratore Alfredo Rossini – è blindata.
Ma questa non è certo la prima inchiesta che coinvolge il politico-imprenditore Piccone.
Due procure (L’Aquila e Pescara) indagano sull’affare del termovalorizzatore su un terreno del senatore.
Un affare che, secondo le informative della polizia giudiziaria, Piccone avrebbe cercato di realizzare “piegando” gli interessi della collettività abruzzese, ovvero, cercando di ottenere un’autorizzazione per un secondo termovalorizzatore che secondo gli uffici pubblici regionali del settore ambiente era inutile.
Piccone fu anche al centro del memoriale consegnato alla procura di Pescara dall’ex moglie dell’onorevole Sabatino Aracu (Pdl).
La donna accusò Piccone di aver comprato la candidatura con 600 mila euro consegnati al marito e a Fabrizio Cicchitto.
La Procura di Pescara archiviò per insufficienza di prove.
Una delle aziende di Piccone è poi coinvolta in un’indagine sul riciclaggio di denaro proveniente dalla malavita organizzata portata avanti dalla procura di Avezzano che riguarda la realizzazione di un centro commerciale.
Ma non è tutto: Piccone ha anche lavorato per la realizzazione delle 4900 case del Governo per i terremotati con le sue aziende, ottenendo due sub-appalti per un valore complessivo di due milioni di euro.
Giuseppe Caporale
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply