PRESENTATE DIVERSE ISTANZE DI FALLIMENTO A SAVONA PER LA GEO SRL DI NUCERA
PER IL DIFENSORE NAN SI TRATTA DI “INUTILI ALLARMISMI, IL GRUPPO E’ SOLIDO”
Si profila un’estate difficile per il gruppo immobiliare Nucera, tra i principali colossi del mattone in provincia di Savona.
Questa mattina, il giudice civile Marcello Bruno affronterà una nuova istanza di fallimento per la Geo Srl, nome di spicco nella galassia dell’imprenditore cerialese.
La causa è stata intentata da un creditore dell’impresa ed è la seconda nel giro di pochi giorni, dopo quella aperta mercoledì mattina nei confronti della società controllata Geo Costruzioni dall’azienda piemontese Pelganta, da un cittadino milanese e dalla Procura della Repubblica, preoccupata per il rischio di insolvenza nei confronti dei fornitori.
Due giorni fa, l’impresario Andrea Nucera, rappresentato in aula dagli avvocati Enrico Nan, Roberto Romani e Roberto Allegri, ha risposto alle sollecitazioni del procuratore Francantonio Granero e del sostituto Ubaldo Pelosi vantando un attivo di bilancio superiore ai duecento milioni di euro.
Per tentare di sanare la controversia, il costruttore ha saldato il conto da novemila euro con gli artigiani di Trontano (Verbania-Cusio-Ossola) e presentato una fideiussione per garantire la possibilità di onorare gli altri impegni economici.
Il giudice Bruno, alle prese con entrambe le vertenze, ha deciso di rinviare l’udienza fallimentare a mercoledì.
A poche ore dalla prima disputa giudiziaria sui conti dell’impero Nucera, arriverà oggi in tribunale a Savona un’altra richiesta di fallimento per il mancato rispetto di un accordo da parte della Geo Srl.
«Tutta questa vicenda è opinabile e va interpretata nella giusta ottica, perchè bisogna valutare la situazione complessiva del gruppo, che vanta un vastissimo credito, che permetterà di colmare tutte le richieste. Credo che sia ingiusto indurre all’allarmismo su queste istanze di fallimento», commenta l’avvocato Enrico Nan.
Andrea Nucera ha ereditato l’azienda edile di famiglia dal padre Giovanni, morto nel 2003, espandendone l’attività ben oltre i confini nazionali, con operazioni in Madagascar, Emirati Arabi, Romania, Repubblica Ceca e Slovenia.
Il «re del mattone» vanta partecipazioni azionarie in oltre trenta società , impegnate prevalentemente nel settore immobiliare.
Toccherà adesso alla giustizia civile stabilire se gli scossoni degli ultimi giorni sono le prime avvisaglie di un cataclisma oppure una semplice bufera in un bicchier d’acqua.
Angelo Fresia
(da “La Stampa” del 29-07-2011)
ALTRI GROSSI PROBLEMI PER LA GEO DEI NUCERA
Andrea Nucera ritorna sui suoi passi, almeno in parte, e lo fa in sordina lasciando dopo poco più di un anno la moderna palazzina di Cairo Montenotte dove aveva concentrato sedi e uffici delle società del suo gruppo, sino ad allora sparse tra Albenga, Savona e Milano.
Una razionalizzazione societaria che lo costrinse a un costoso completamento di una palazzina ad uffici di nuova realizzazione in gran parte vuota e che non riusciva a locare.
Per un anno i suoi dipendenti, per la maggior parte residenti nel comprensorio ingauno, sono stati costretti a una lunga trasferta quotidiana in Valbormida, peraltro graziati da un inverno mite.
Poi, a maggio, l’arrivo delle lettere di licenziamento e le voci di ritorno all’antico, parte ad Albenga ai margini del centro storico e parte a Milano tra San Babila e il Duomo, dove alcuni dipendenti superstiti sono stati ricollocati con contratti meno remunerativi dei precedenti.
Nella palazzina di Cairo rimane per ora il ramo costruzioni, anch’esso colpito da pesanti riduzioni di personale.
Un momento difficile per il re del mattone ingauno, da tempo all’attenzione delle cronache per essere nel mirino degli organi giudiziari e fiscali.
Dopo il sequestro della mega villa di Ceriale per supposte irregolarità edilizie, il gruppo ha subito un’ispezione fiscale durata più di un anno e poi il recente sequestro del cantiere “T1” di Ceriale, un vero e proprio quartiere tra l’Aurelia e il mare che stava sorgendo al confine con Albenga.
Sembra che sia stato proprio quest’ultimo intoppo a causare le difficoltà che hanno originato la ristrutturazione societaria.
Prima la rinuncia all’aereo privato, poi i ritardi nel pagamento degli stipendi e dei fornitori e infine l’abbandono della nuovissima sede di Cairo, forse ritenuta portatrice di sventura.
(da “Albenga Corsara” del 4 luglio 2001)
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