Dicembre 31st, 2009 Riccardo Fucile
MENTRE L’ITALIA HA PERSO OTTO ANNI, GERMANIA E FRANCIA SONO ARRETRATE SOLO DI TRE… LA PRODUZIONE INDUSTRIALE E’ CROLLATA DEL 25%, TORNANDO AI LIVELLI DI 25 ANNI FA, NESSUN ALTRO GRANDE PAESE EUROPEO HA NUMERI COSI’ NEGATIVI….E IL 2010 INIZIA CON AUMENTI DI AUTOSTRADE, GAS E ASSICURAZIONE CHE COSTERANNO 600 EURO A FAMIGLIA
Finisce un anno difficile per le famiglie italiane e sta per iniziare un 2010 in cui si annuncia un lenta ripresa per l’economia mondiale.
Tanti uomini e donne del nostro Paese stanno vivendo un serio momento di difficoltà .
Una ricerca Ires, resa nota stamane, certifica che il 10% delle famiglie italiane detiene il 44,5% della ricchezza nazionale, mentre aumenta la distanza tra ricchi e poveri.
Sull’altro lato della scala sociale, infatti, il 50% delle famiglie ha a disposizione solo il 9,8% della ricchezza.
Accanto all’11% delle famiglie italiane che vivono al di sotto della soglia di povertà , c’è ormai un altro 7,9% di quasi poveri, quelli che vivono sull’orlo del precipizio, quelli che si vergognano e quasi lo nascondono.
Aumentano le richieste di anticipo sulla liquidazione, i pignoramenti e le cessioni di un quinto dello stipendio, i prestiti richiesti a finanziarie per fronteggiare non solo le emergenze, ma le quotidiane spese alimentari.
Facile lanciare lo slogan “nessuno sarà lasciato indietro”, quando ormai di tanti italiani indigenti si sono perse le tracce nei tornanti delle difficoltà della vita.
Facile trincerarsi dietro falsità come “nessun Paese europeo ha reagito così bene come il nostro alla crisi economica internazionale”: sono slogan che possono garantire qualche voto in più, in regime di monopolio dei media televisivi, ma son ben lungi sia dalla verità che dalla risoluzione dei problemi reali.
L’Italia ha attravervato la crisi meglio di altri? Non è vero.
I dati ufficiali della Banca d’Italia dicono che, dal 2007 ad oggi, il Pil italiano è tornato ai livelli del 2001, mentre Germania e Francia hanno perso solo tre anni, assai meno dei nostri otto e mezzo. Continua »
DA “MENO MALE CHE SILVIO C’E'” SI TRAGUARDA AL “MENO MALE CHE NOI CI SIAMO”: COSI’ SI FA FINTA CHE CONTINO E CANTINO ANCHE GLI ALTRI… ALLE FESTE DI PALAZZO GRAZIOLI ERA UN MUST CON CONNESSA OLA, ORA SI PASSA DAL PRIMO VIOLINO ALL’ORCHESTRA DA CAMERA… QUANDO QUALCUNO NEL PDL PARLERA’ DI POLITICA VERA CI CITOFONI, BUONA NOTTE
Da due giorni, insieme al grave dilemma se titolare o meno una via di Milano a Bettino Craxi, è l’argomento politico principale su cui il Pdl si interroga: il premier ha intenzione di cambiare il pregevole, approfondito e vario testo dell’inno del Pdl, fermo restando la incommensurabile musica.
Pare che in un atto di amore, in sintonia con il nuovo corso del “partito dell’amore”, voglia cambiare il lirico verso “meno male che Silvio c’è” in “meno male che noi ci siamo”, passando dal singolo al collettivo, dal solista alla squadra.
Basta con il cesarismo, poco accattivante per chi proviene da An, è tempo di decisioni comuni.
Infatti il cambio del testo lo ha deciso Berlusconi, nessuno avrebbe osato proporlo, salvo ora accodarsi alla geniale trovata.
E’ stato convocato l’autore del testo e invitato a studiare la risoluzione metrica più idonea.
Ora si confida in tempi rapidi affinchè la nuova ed esaustiva versione possa librarsi nell’arena musicale per le prossime elezioni regionali, riempiendo di contenuti una campagna con pochi argomenti.
Il testo verrà così ripulito da aspetti privati e personalistici, confidando che non sia più oggetto di canto durante le serate a Palazzo Grazioli, quando le ragazze vestite di nero e con poco trucco lo intonavano facendo la ola, dopo aver assistito ai promo delle imprese del presidente al G8.
Non è da tutti avere un presidente compositore e paroliere, capace con un semplice motivetto di cambiare musica al partito, ingrigito dai rigurgiti di Cicchitto e Gasparri, dalla melanconica e monocorde ugola della Prestigiacomo, dalle stecche di La Russa e dallo squittire di Lupi. Continua »