FELTRI: “LA CHIESA HA MOLLATO BERLUSCONI PERCHE’ NON PUO’ VINCERE”
LA SVOLTA “LAICISTA” DE “IL GIORNALE”
“Non sono il direttore: non faccio i titoli e non rispondo della linea editoriale”. Vittorio Feltri si avvale della facoltà di non rispondere.
Lo stesso Giornale che il giorno dopo la morte di Eluana Englaro titolava a tutta pagina “L’hanno ammazzata”, oggi apre a caratteri cubitali con “Hanno venduto il papa a Monti” (venerdì) e “Monti appalta l’Italia ai preti” (sabato).
Ma la svolta “laicista”, insiste Feltri, non è farina del suo sacco.
Lui scrive e basta.
Eppure il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, nell’editoriale di ieri se l’è presa proprio con lei.
Non l’ho letto. Avvenire non è nella mia mazzetta. Ma ha citato il mio nome?
Sì.
La ringrazio per avermelo detto, se ci sono gli estremi si può fare anche una bella causa civile.
Tarquinio ha scritto che il suo pezzo è una “meschina e ridicola mascalzonata intellettuale”, che la penna di Feltri è “perennemente intinta di astio e pregiudizio verso i nuovi nemici” e che “ogni botte dà il vino che ha”.
Si vede che nella sua, di botte, c’è del vino che dà alla testa. Nel mio articolo non c’erano proprio i concetti che lei mi vuole accreditare. Vorrei ricordare a Tarquinio, ammesso che l’editoriale l’abbia scritto lui, che non sono io che dirigo il Giornale e il titolo non è mio. Mi stupisco che a un professionista di lungo corso sfuggano questi dettagli.
Con Avvenire lei non è fortunato. Non è che risponde a Tarquinio col metodo Boffo?
Si vede che non conosce la storia di Dino Boffo. A me risulta che abbia dato le dimissioni e il cardinal Bagnasco le abbia accettate.
Forse per la campagna pesantissima montata grazie al documento falso che avete pubblicato?
Ma la notizia era vera: parliamo di un signore che ha avuto una condanna per molestie.
Torniamo alla politica. Come spiega l’innamoramento della Chiesa per Monti?
È una legittima protezione dei propri interessi temporali. Il Vaticano ha sempre tentato di andare d’accordo con il potere politico italiano. Altrimenti non sarebbe riuscito a campare 2000 anni e passa, mi pare chiaro.
E Monti è davvero il loro cavallo vincente?
Non faccio il prete, per fortuna: faccio il giornalista. Però prendo atto che Berlusconi andava bene quando quando faceva sacralizzare l’embrione con la legge sulla procreazione assistita. Ai tempi era l’uomo della provvidenza. Si vede che la provvidenza ha un umore mutevole… Ma è legittimo, anche se non sono cattolico, nè credente.
Il Vaticano abbandona Berlusconi. Tutta colpa del bunga-bunga?
Non saprei, non ho colloqui nè con Bertone nè con Bagnasco. Ma è evidente che ci sia un certo imbarazzo a sostenere Berlusconi in un momento così, tra la condanna del processo Media-set, il bunga bunga e i vari scandali sessuali. Probabilmente suscita qualche imbarazzo.
Prima su certi imbarazzi si riusciva a passare sopra…
Prima della lettera di Veronica Lario, Berlusconi era criticato per questioni politiche. Poi si è passati al vaglio dei suoi comportamenti personali.
Il vento è cambiato.
Certo, e lo capiscono anche i preti. E poi Monti è cattolico praticante e la domenica va a Messa. C’è sintonia.
Ma ora che l’ha mollato anche il Vaticano, quali sono le ambizioni del Cavaliere?
Non penso che possa vincere le elezioni. Non vuole cedere le armi e combatterà fino all’ultimo per affermare che il suo non è un partito fantasma. Può succedere di tutto e i sondaggi lo danno in risalita. Ma se proprio dovessi scommettere, lo farei sulla sua sconfitta.
Su Monti il Giornale è in piena campagna elettorale e i toni non promettono bene.
Non ricominciamo con la linea editoriale… Non ho niente di personale contro Monti: ci ha fatto fare un bel passo avanti, sì, ma verso il burrone. Magari all’estero ci rispettano di più e sotto il profilo dell’eleganza ne abbiamo guadagnato. Anche io ho quattro o cinque loden: sul loden sono d’accordo, sul Pil no.
Tommaso Rodano
(da “il Fatto Quotidiano”)
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