INTERVISTA A BRUGNARO, SINDACO DI VENEZIA: “LARGHE INTESE PER CAMBIARE L’ITALIA”
“SUI GRANDI TEMI SERVE UN ASSE TRA PD E FORZA ITALIA. BASTA BANDIERINE, SERVONO VOLTI NUOVI”
Da uomo del fare, da imprenditore di successo «prestato» alla politica, si tiene alla larga da strategie e giochi di potere.
Per Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, l’Italia ha bisogno di un governo «dei responsabili», di persone che al di là degli schieramenti si mettano alla stanga per cambiare il Paese.
Da uomo di centrodestra preferirebbe, ovviamente, un successo del suo schieramento, per il quale considera imprescindibile la cosiddetta quarta gamba centrista e moderata. Ma da tempo è convinto che i tempi richiedano un impegno più ampio.
Per i sondaggi il centrodestra ha il vento in poppa: anche a Venezia?
«Lo avverto anch’io – risponde il sindaco Luigi Brugnaro – ma percepisco soprattutto che la gente non si accontenta più solo dell’onestà e vuole competenza».
Cosa significa?
«Visto che è tempo di candidature, si tratta di scegliere persone capaci, competenti, vicine ai problemi della gente. Basta bandierine, lasciamo perdere le quote. Nei collegi uninominali bisogna puntare su volti nuovi che non abbiano a cuore solo gli interessi della propria parrocchia».
Il centrodestra è dato per favorito ma solo ora sta trovando la quadra.
«Deve seguire il modello Venezia. Noi abbiamo sperimentato una maggioranza che va al di là dello stretto schieramento di centrodestra. È fondamentale coinvolgere la cosiddetta “quarta gamba”. L’apporto dei moderati è imprescindibile se si vuole conquistare l’elettorato di centro».
Salvini pesta i piedi
«A Venezia non hanno voluto l’alleanza elettorale e nemmeno l’apparentamento al ballottaggio. Ma poi sono arrivati sulle nostre posizioni e insieme si governa bene».
Con i leghisti ci sono divergenze rilevanti.
«Certo non è pensabile abbandonare l’euro o uscire dall’Europa, altrimenti chissà dove e come finiremmo. Su tante altre tematiche la Lega sostiene battaglie condivisibili. Prima su tutte, quella dell’autonomia che per me significa riforma dello Stato a tutti i livelli. Anche Venezia rivendica una sua autonomia».
A chi tocca fare sintesi?
«A Berlusconi. È un risorsa del Paese e sono convinto che sia anche migliorato perchè ha tratto lezione da qualche errore del passato».
Le hanno chiesto qualche nome da candidare?
«Certo, e non mi sono sottratto».
Per esempio?
«Non faccio nomi altrimenti li brucio subito. Ripeto che bisogna investire su facce nuove e pulite. E inviterò i giovani a non farsi attirare da chi propone soluzioni facili a problemi complessi».
Se il centrodestra non dovesse raggiungere la maggioranza, cosa pensa delle larghe intese?
«La prima opzione è quella ideale perchè consentirebbe di avere una maggioranza coesa. Ma io ho sempre visto con favore un’alleanza più larga basata sull’asse Pd-Forza Italia. Al di là del governo di tutti i giorni, sui grandi temi (dal taglio del debito alle riforme) serve una super-maggioranza dei responsabili, di chi ha a cuore il bene del Paese prima del proprio».
Lei continua a ragionare da sindaco «indipendente».
«Rivendico la mia indipendenza che è quella di chi punta a risolvere i problemi con pragmatismo. Proprio perchè sono libero sono stato il primo in Italia ad affidare le mie aziende ad un blind trust che le gestisce senza che ne sappia nulla. Ma è anche in virtù della mia concretezza che abbiamo tagliato di 60 milioni il debito del Comune e riportato le casse in attivo dopo vent’anni».
Da indipendente voterà Forza Italia o farà altre scelte?
«La cosa bella è che il voto è segreto. Ma io sono per un’area di novità e di moderazione».
(da “Il Corriere della Sera”)
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