“L’ITALIA RISCHIA UNA CONDANNA, LA NAVE E’ ITALIANA, QUINDI LO STATO E’ RESPONSABILE COME SE FOSSE IL SUO TERRITORIO”
MARINA CASTELLANETA, ORDINARIO DI DIRITTO COSTITUZIONALE A BARI, E’ UNA DEI MASSIMI ESPERTI DEL SETTORE… LA LIBIA NON E’ UN PORTO SICURO E QUELLO DI ASSO E’ STATO UN RESPINGIMENTO COLLETTIVO, IN VIOLAZIONE DELLE NORME INTERNAZIONALI
La Libia non è considerata porto sicuro e la Corte europea nel 2009 ha condannato l’Italia per aver riportato indietro migranti a bordo di navi militari.
Per Marina Castellaneta, ordinario di diritto costituzionale a Bari, l’Italia rischia una condanna: «la nave è italiana, quindi lo Stato è responsabile come se fosse il suo territorio».
Non è un caso se Salvini nelle ultime settimane ha chiesto più volte, ma invano, di riconoscere la Libia come porto sicuro.
L’Unhcr vuole vederci chiaro: «stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie sul caso. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale».
Anche la Commissione europea ricorda che «la Libia non può essere considerata porto sicuro, viste le »diffuse e gravi violazioni dei diritti dei migranti, regolarmente sollevate dalle organizzazioni dei diritti umani, nazionali e internazionali”.
Protesta il mondo delle ong, mentre il Garante dei detenuti esprime »forte preoccupazione« e chiede alle autorità competenti »ulteriori, ufficiali informazioni”
(da agenzie)
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