Dicembre 30th, 2009 Riccardo Fucile
TREMONTI ESULTA: “SEGNO DI FORZA DEL PAESE”: CON LO SCUDO FISCALE RIENTRATI 95 MILIARDI … PECCATO CHE LO STATO IN REALTA’ HA RINUNCIATO A INCASSARE 45 MILIARDI DI TASSE EVASE, ACCONTENTANDOSI DI 4,75 MILIARDI E GARANTENDO PURE L’ANONIMATO… LE BANCHE GUADAGNERANNO INVECE 10 MILIARDI
Abbiamo sentito ieri l’annuncio trionfalistico del ministro Tremonti in conferenza stampa: lo scudo fiscale che ha garantito il condono a migliaia di grandi evasori italiani ha raggiunto quota 95 miliardi, con un gettito per lo Stato di 4,75 miliardi, frutto dell’aliquota del 5% sulle somme evase e fatte rientrare figurativamente nel nostro Paese.
Per il ministro dell’Economia si tratterebbe di uno “straordinario successo, un segno di forza del Paese, una grande prova di intelligenza”.
Quella che realisticamente il ministro Brunetta aveva definito “il male minore”, ieri è diventata per Tremonti una grande manovra che ci ha permesso di “recuperare in tre mesi una cifra che la lotta all’evasione porta normalmente in quattro anni”.
Non sappiamo a quale intelligenza si riferisse Tremonti, certamente le sue parole ieri hanno rappresentato un insulto a quella degli italiani onesti.
Per una serie di considerazioni che andiamo a svluppare.
In primo luogo è semmai autolesionistico ammettere che il fisco italiano ci mette quattro anni per recuperare 5 miliardi scarsi di evasione, quasi una resa ai furbi.
In secondo luogo la verità è che si è consentito agli evasori, mantenendo pure l’anonimato, di mettersi in regola pagando solo il 5% della somma sottratta e portata all’estero, sui cui avrebbero dovuto pagare intorno al 50%. In pratica uno Stato gioisce perchè è stato incapace di incassare 45 miliardi di tasse, ma ha avuto l’elemosina di 4,75 miliardi.
In terzo luogo si sono di fatto compromesse le entrate future, dando il chiaro segnale agli italiani che gli evasori non solo la fanno franca, ma vengono pure premiati con lauti sconti.
Tanto è vero che il “termine improrogabile” per fruire dello scudo è stato già prorogato a primavera, giusto per dare un segnale di “polso fermo”. Continua »
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Dicembre 30th, 2009 Riccardo Fucile
FALLISCE UN TERZO DELLE AZIENDE AFFIDATE ALLE ASSOCIAZIONI… SU 8.933 IMMOBILI CONFISCATI, IL 50% E’ STATO TRASFORMATO IN UN BENE UTILE PER LA SOCIETA’….IL 75% DELL’ALTRA META’ E’ BLOCCATA DAL DEMANIO PER CRITICITA’, IPOTECHE, OCCUPAZIONI ABUSIVE, CAUSE E PIGNORAMENTI
Il commissario straordinario dei beni confiscati alle mafie ha presentato al Consiglio dei
ministri la sua relazione annuale dalla quale emerge la criticità del problema.
Spesso si sentono i politici discutere sulla destinazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata, ma la situazione in realtà è ben più complessa di quanto ci viene riferito dai media.
Intanto un’azienda su tre sequestrata alla mafia fallisce.
Su 8.933 immobili confiscati, circa il 50% (5.407 per un valore di 725 milioni di euro) è stato assegnato dal 1996 ad oggi ai comuni o allo Stato e trasformati quindi in beni utili per la società .
Della restante parte (3.526 immobili) però, ben il 75% resta per anni bloccata al Demanio con un costo enorme per la collettività , incagliata da “criticità “, ipoteche, occupazioni abusive, pignoramenti e cause giudiziarie intentate da proprietari mafiosi o loro prestanomi.
Vi sono intrecci di interessi politico-mafiosi inquietanti a questo proposito.
I terreni sequestrati a Dante Apicella, boss dei Casalesi, in quel di Castelvolturno, erano stati affittati dal Demanio, contro il parere dei sindaci, alle Acli Terra Campania, salvo poi dover revocare la locazione perchè si è scoperto che il presidente delle Acli , poi arrestato, aveva avuto contatti proprio con la camorra.
Un altro immobile confiscato a Casapesenna, nel casertano, si è scoperto che non aveva rispettato le finalità sociali previste dalla legge sui sequestri di beni alla mafia: anzichè essere destinato alla casa degli anziani, era stato affittato alla Banca di Bari.
Cosa fare per risolvere l’impasse dei 3.526 immobili, case, palazzi, ville e poderi confiscati grazie alla legge Rognoni-La Torre, ma fermi anche da 25 anni nella gestione del Demanio a causa di mille cavilli giudiziari? Continua »
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