MEGLIO UNO SCUDO FISCALE OGGI CHE UN RECUPERO DELL’EVASIONE DOMANI?
TREMONTI ESULTA: “SEGNO DI FORZA DEL PAESE”: CON LO SCUDO FISCALE RIENTRATI 95 MILIARDI … PECCATO CHE LO STATO IN REALTA’ HA RINUNCIATO A INCASSARE 45 MILIARDI DI TASSE EVASE, ACCONTENTANDOSI DI 4,75 MILIARDI E GARANTENDO PURE L’ANONIMATO… LE BANCHE GUADAGNERANNO INVECE 10 MILIARDI
Abbiamo sentito ieri l’annuncio trionfalistico del ministro Tremonti in conferenza stampa: lo scudo fiscale che ha garantito il condono a migliaia di grandi evasori italiani ha raggiunto quota 95 miliardi, con un gettito per lo Stato di 4,75 miliardi, frutto dell’aliquota del 5% sulle somme evase e fatte rientrare figurativamente nel nostro Paese.
Per il ministro dell’Economia si tratterebbe di uno “straordinario successo, un segno di forza del Paese, una grande prova di intelligenza”.
Quella che realisticamente il ministro Brunetta aveva definito “il male minore”, ieri è diventata per Tremonti una grande manovra che ci ha permesso di “recuperare in tre mesi una cifra che la lotta all’evasione porta normalmente in quattro anni”.
Non sappiamo a quale intelligenza si riferisse Tremonti, certamente le sue parole ieri hanno rappresentato un insulto a quella degli italiani onesti.
Per una serie di considerazioni che andiamo a svluppare.
In primo luogo è semmai autolesionistico ammettere che il fisco italiano ci mette quattro anni per recuperare 5 miliardi scarsi di evasione, quasi una resa ai furbi.
In secondo luogo la verità è che si è consentito agli evasori, mantenendo pure l’anonimato, di mettersi in regola pagando solo il 5% della somma sottratta e portata all’estero, sui cui avrebbero dovuto pagare intorno al 50%. In pratica uno Stato gioisce perchè è stato incapace di incassare 45 miliardi di tasse, ma ha avuto l’elemosina di 4,75 miliardi.
In terzo luogo si sono di fatto compromesse le entrate future, dando il chiaro segnale agli italiani che gli evasori non solo la fanno franca, ma vengono pure premiati con lauti sconti.
Tanto è vero che il “termine improrogabile” per fruire dello scudo è stato già prorogato a primavera, giusto per dare un segnale di “polso fermo”.
In quarto luogo si è fatto l’ennesimo grosso favore alle banche che amministreranno i capitali scudati e che ci guadagneranno, secondo gli esperti, qualcosa come dieci miliardi, ottenendo ricche commissioni sulla gestione di questi capitali.
Ammesso che le somme siano poi materialmente rientrate in Italia (nessuno potrà mai dirlo esattamente), gli investitori non muteranno certo le scelte finanziarie del loro portafoglio.
E’ bene ricordare che lo scudo fiscale del 2002 non ha avuto alcun impatto sulla bilancia dei pagamenti, a riprova del fatto che vero rientro non vi fu.
Lo scudo fiscale non è neanche un “male minore”, rappresenta solo la resa dello Stato, incapace di recuperare il giusto e che diventa accattone per recuperare gli spiccioli.
Quelli che i rapinatori di banca fanno cadere dal sacco mentre fuggono dall’istituto di credito.
Nello stesso giorno dell’annuncio dei risultati del condono fiscale è passato quasi sotto silenzio il rinvio dei tagli alle poltrone degli enti locali, tanto strombazzato giorni fa e già rinviato.
E che dire del fisco che fa la faccia cattiva al contribuente onesto che usa il ravvedimendo oneroso per spostare in avanti il pagamento delle imposte in un periodo di grave crisi?
Forti coi deboli e deboli coi forti, la solita storia italiana: con la ciotolina in mano all’angolo della strada sperando che un “ricco e anonimo” evasore lasci qualche euro per Natale.
Dovremmo essere felici per questo?
Come mai nessuno va a cercare di recuperare i 60 miliardi l’anno che, secondo la Corte dei Conti, è il costo della corruzione nella Pubblica Amministrazione italiana?
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