Maggio 13th, 2010 Riccardo Fucile
PERCHE’ DOVREBBERO PAGARE I CITTADINI DI LAZIO, CAMPANIA, MOLISE, CALABRIA E SICILIA L’INEFFICIENZA DEI POLITICI? … PERCHE’ IL GOVERNO NON RESTITUISCE AL MERIDIONE I NOVE MILIARDI DI FONDI EUROPEI DESTINATI AL SUD CHE SI E’ FOTTUTO PER PAGARE LA CASSA INTEGRAZIONE AL NORD?… FAZIO: “I FONDI FAS NON SONO UN BANCOMAT”, MA QUANDO SERVONO ALLA PADAGNA LI USANO ECCOME
Le regioni con il deficit sanitario più alto dovranno aumentare le tasse fino al ripianamento. E’ quanto il governo ha chiesto a Lazio, Campania, Molise, Calabria e Sicilia, oggi nel corso del Consiglio dei Ministri, al quale hanno partecipato anche i governatori delle cinque Regioni con la sanità in rosso, più l’Abruzzo, che però si trova in una situazione migliore.
Una richiesta che il governatore del Molise, Michele Iorio, ha definito “assurda, iniqua e incomprensibile”.
Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha riferito che il Consiglio dei ministri è stato presieduto da Altero Matteoli, vista l’assenza del premier Silvio Berlusconi.
L’Abruzzo è l’unica Regione che non si troverà nella situazione di dover alzare le addizionali regionali: “Io lo sapevo da tempo ma è una buona notizia per tutti gli abruzzesi. L’Abruzzo è chiamato fuori”, ha detto Gianni Chiodi, governatore della regione.
Mentre le altre cinque Regioni contestano la direttiva del governo: “Noi siamo al massimo e questo significa che dovremo mettere i tributi al massimo del massimo”, ha detto il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti.
“Si tratta del risultato della pessima gestione della cosa pubblica che abbiamo ricevuto in eredità . Siamo in difficoltà perchè riteniamo che i fondi Fas siano necessari per rilanciare l’economia della nostra regione. La Calabria ha poi un altro problema serio: ancora oggi non abbiamo la certificazione del debito. Qualcuno dice che è 2,1 miliardi, i nostri tecnici parlano di 1,1 miliardi. Non possiamo andare avanti così”, ha spiegato ancora Scopelliti.
Nel comunicato pubblicato al termine del Consiglio dei ministri si legge che “In considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e dagli equilibri di finanza pubblica, il Consiglio ha concordato circa l’impossibilità di esprimere l’intesa prevista dall’art.2, comma 90, della legge finanziaria per il 2010 e di non potere pertanto consentire alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Calabria di utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, relative ai programmi di interesse strategico regionale, a copertura dei deficit del settore sanitario”. Continua »
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Maggio 13th, 2010 Riccardo Fucile
VI SONO INDICATI LAVORI PRESSO SEDI ISTITUZIONALI, MA ANCHE IN ABITAZIONI PRIVATE….EMERGONO LE CONTRADDIZIONI DI SCAJOLA, LUNARDI E BERTOLASO: INTERVENTI ANCHE IN ALTRE CASE…LAVORI ANCHE PER NICOLA MANCINO, MAURO MASI, FABIANA SANTINI, CESARA BUONAMICI, ALTI FUNZIONARI, GENERALI, CAPI DI GABINETTO
Quando il 14 ottobre del 2008 la Guardia di Finanza sequestrò negli uffici romani della
ditta di Diego Anenome un lungo elenco con nomi, cognomi e lavori eseguiti, i militari non diedero troppo peso al fatto: sembrava il normale rendiconto di un’impresa di costruzioni.
Mano a mano che le vicende relative agli appalti di Anemone hanno visto coinvolte alte personalità istituzionali, quel diario ha finito per costituire una importante traccia per stabilire quanti dei 412 nomi indicati sono stati semplici clienti e quanti invece beneficiari di favori e regalie.
Ora il file è nelle mani degli inquirenti perugini che indagano sulla “cricca” degli appalti, ma emergono già nomi e lavori contenuti nella memoria, mentre mancherebbero gli importi dei lavori eseguiti.
Trai nomi eccellenti ci sarebbero il vicepresidente del Csm Nicola Mancino e della figlia, quello di Marco Zanichelli, presidente di Trenitalia, di mons. Francesco Camaldo, di Fabiana Santini, ex segretaria di Scajola, oggi assessore alla Regione Lazio, di Mauro Masi, direttore generale della Rai, di Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5.
L’elenco degli interventi mette in luce poi le contraddizioni dei tre principali “chiacchierati” dell’inchiesta. Continua »
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Maggio 13th, 2010 Riccardo Fucile
SONDAGGIO CRESPI RICERCHE: FINI VOLA AL 10%, UN ELETTORE SU TRE DEL PDL E’ CON LUI E IL DATO E’ IN CRESCITA…SE SI TRATTASSE DI VOTARE PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL 54,9% DI PIDIELLINI VOTEREBBE SILVIO, MA BEN IL 35% PREFERISCE GIANFRANCO…SCHIAFFO ALLA LEGA: BEN L’ 87,6% DEGLI ITALIANI RITIENE L’UNITA’ D’ITALIA UN VALORE ASSOLUTO
Tra annunci e smentite, dell’incontro tra Gianfranco Fini e il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, ieri non c’è stata traccia, mentre sono evidentissime le tensioni che ancora agitano il partito.
“Fino a quando non ci saranno risposte politiche ai problemi che ho sollevato è prematuro fare incontri, soprattutto con intermediari”, spiega Gianfranco Fini parlando con i più stretti collaboratori.
Attende risposte da Berlusconi, il presidente della Camera: sia sulla lotta alla corruzione, sia sul federalismo. Due temi che aveva già sbattuto in faccia al cavaliere dal palco dell’assemblea nazionale.
Allora Berlusconi aveva reagito attaccando Fini. Oggi quel gelo continua.
Il premier è stato però consigliato dai suoi collaboratori a tenere un atteggiamento più possibilista verso Fini, anche perchè se cadesse il governo cadrebbe pure lo scudo del legittimo impedimento e sarebbero guai giudiziari a non finire.
Ma il premier è pressato dagli ex An che vorrebbero isolare Fini e che, alla notizia del prevalere di una possibile linea morbida, sono insorti, temendo che Fini voglia regolare i conti con i “traditori”.
Fini non solo ha rifiutato di incontrare il triumvirato Bondi, La Russa, Verdini, ma anche quando sono stati eliminati i primi due (che non aveva alcuna intenzione di vedere) ha lasciato alla porta anche il solo Verdini.
Porte spalancate giustamente per Saviano che rappresenta la legalità , porte chiuse per gli emissari inquisiti: un segnale significativo non solo per l’interno del partito, ma anche per l’opinione pubblica nazionale.
Se il premier pensava di poter ristabilire l’ordine del sultano senza dare risposte politiche, insomma, sta sbagliando strategia perchè Fini tieni botta.
Non solo: l’ultimo dettagliato sondaggio di Crespi Ricerche dà il presidente della Camera costantemente in crescita nella considerazione dello stesso elettorato del Pdl.
Vediamo nel dettaglio qualche dato. Continua »
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