Novembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
IL RISPARMIO E’ IN CRISI: OPERAI E INSEGNANTI I PIU’ POVERI…SOLO 1 FAMIGLIA SU 17 HA AUMENTATO IL PROPRIO TENORE DI VITA…PER L’83% DEGLI INTERVISTATI LA CRISI E’ GRAVE, IL 26% E’ DOVUTA RICORRERE A PRESTITI
Gli italiani sono più preoccupati per il futuro e questo si riflette sul risparmio:
quest’anno poco più di una famiglia su tre è riuscita a mettere da parte qualcosa e ben una su quattro è dovuta ricorrere a debiti o all’utilizzo di risparmio pregresso.
Sono sempre meno le famiglie che riescono a migliorare il proprio tenore di vita (solo una su 17) e aumenta il numero di quelle che galleggiano cioè hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi o debiti e pensano di fare lo stesso l’anno prossimo o hanno fatto ricorso a risparmi e debiti e intendono mettere da parte di più nei prossimi 12 mesi.
Tra le categorie, operai e insegnanti sono quelli in più grave crisi di risparmio. È la fotografia scattata dall’indagine Acri-Ipsos realizzata in occasione della 86esima Giornata Mondiale del Risparmio.
Le famiglie sono consapevoli che l’uscita dalla crisi sarà graduale e con tempi più lunghi rispetto a quanto previsto nel 2009.
L’83% del campione (era il 78% un anno fa) percepisce la crisi come grave e il 69% si aspetta che non se ne potrà uscire prima di 4 anni (erano il 57% un anno fa), con il 31% che ipotizza addirittura una soglia di 5 anni o più. Nonostante ciò, quanti si dicono soddisfatti della propria situazione economica salgono dal 54% al 56% (nel 2007 e nel 2008 erano il 51%): in particolare crescono nel Nord Est (+9% dal 2009) e nel Nord Ovest (+5%).
Il 23% delle famiglie è stato colpito dalla crisi ed è particolarmente pessimista sulla propria situazione economica.
Sono sempre meno le famiglie che riescono a migliorare il proprio tenore di vita: il 6% (l’8% nel 2009).
Costante invece il numero di quelle che ritengono peggiorato il proprio tenore di vita: il 18% (era il 19%).
Costante anche il numero di coloro che riescono a mantenere il proprio tenore di vita abbastanza facilmente: il 29% (era il 30%).
Crescono coloro che sono riusciti a mantenere lo standard di vita solo con fatica: il 47% (erano il 43%).
Le famiglie che sono riuscite a risparmiare sono poco più di un terzo (il 36%, erano il 37% nel 2009).
E sono soprattutto al Nord (Nord Est 45%, Nord Ovest 41%).
In affanno i risparmiatori del Sud (il 30%) e soprattutto quelli del Centro, dove le famiglie che riescono a risparmiare sono scese al 32% dal 39% del 2009. A parte un 1% di famiglie che non si pronuncia, il restante 26% per tirare avanti ha dovuto ricorrere a prestiti, bancari e non (7%) e ha dovuto utilizzare risparmi passati (19%), soprattutto al Sud.
Quelli che non riescono a risparmiare, ma nemmeno devono mettere mano alle riserve o ricorrere a prestiti, sono circa il 37%.
Un quarto delle famiglie riesce ad accumulare senza difficoltà , ma aumentano quelle che galleggiano (passano dal 20 al 23%) a scapito delle famiglie con risparmio in risalita (il 5%) o in discesa (il 10%).
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Novembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
IL CAMPUS PRIVATO, COSTATO 20 MILIONI DI EURO PER 139 APPARTAMENTI, E’ STATO REALIZZATO SU UN TERRENO ACQUITRINOSO, VIOLANDO IL VINCOLO PAESAGGISTICO E DIVERSE NORME URBANISTICHE… DIECI INDAGATI, COMPRESO IL SINDACO DI PIZZOLI…UTILIZZATE PROCEDURA D’URGENZA E ORDINANZE DELLA PROTEZIONE CIVILE
L’avventura del nuovo campus universitario privato dell’Aquila è già finita ancor prima di diventare operativo.
Costruito dopo il terremoto a tempo di record, è quasi pronto, ma c’è un piccolo dettaglio: è stato realizzato a meno di 50 metri dal fiume, su un terreno agricolo “acquitrinoso”, violando il vincolo paesaggistico e diverse norme urbanistiche.
Per questa ragione la Procura della Repubblica ha sequestrato la struttura: un affare da 20 milioni di euro per i 139 appartamenti, realizzato in gran fretta utilizzando la procedura d’urgenza con ordinanze della protezione civile.
Come se non bastasse, l’imprenditore autore del campus, realizzato nel comune di Pizzolo, e finito sotto inchiesta è pure il padre di una studentessa di ingegneria, vittima del terremoto del 6 aprile scorso.
Il nome dell’imprenditore è ora iscritto nel registro degli indagati, assieme ad altre 10 persone.
Tra gli altri il sindaco di Pizzolo che ha messo la propria firma sulla concessione dei terreni per i lavori.
Altri avvisi di garanzia sono stati notificati agli otto proprietari dei lotti, al legale rappresentante della ditta che ha eseguito i lavori, al progettista e al direttore dei lavori, il responsabile dell’ufficio tecnico del comune.
Per quanto riguarda la situazione dei terremotati, a un anno e mezzo dal sisma, restano ancora fuori casa, alloggiate quindi altrove, circa 47.000 persone.
Circa 35.000 sono i terremotati che si sono trovati un alloggio per conto proprio con un aiuto economico pubblico che però attualmente è in ritardo di tre mesi.
Per quanto riguarda la ricostruzione è sempre tutto fermo, in attesa delle famose linee di indirizzo che mancano .
Fa specie che una dell poche strutture autorizzate, come il campus privato di cui abbiamo parlato, risulti alla fine abusivo.
Come per una beffa del destino .
argomento: denuncia, emergenza, Giustizia, terremoto | Commenta »
Novembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
SOLO PER SPESE SUPERIORI A 143 EURO SI USA LA CARTA DI PLASTICA… DA NOI IL 20% DI TUTTE LE BANCONOTE CIRCOLANTI IN EUROPA…LA DIVISIONE TRA VIRTUALI, FERICISTI, RAGIONIERI E SPLENDIDI
Non ci limitiamo ad essere i maggiori utilizzatori di denaro contante in Europa. Un terzo
degli italiani preferisce ancora prelevare in modo tradizionale, presso lo sportello bancario, piuttosto che utilizzando un distributore automatico.
Il dato emerge da una ricerca Wincor Nixdorf, realizzata in collaborazione con Doxa.
Secondo l’indagine, il 60% degli italiani non uscirebbe mai di casa senza contante, contro un 39% che avverte la stessa necessità per il bancomat o la carta di credito.
Una condizione che porta l’Italia a raccogliere circa il 20% delle banconote circolanti in Europa.
Nelle tasche degli italiani ci sono sempre 65 euro per le piccole spese di ogni giorno: in media si ricorre al pagamento con la carta di plastica per spese superiori a 143 euro.
L’italiano tipo preleva contante più di due volte la settimana (2,13), i giovani oltre tre volte; il prelievo medio è di 135 euro.
Il contante in giro per l’Italia ammonta a oltre tre miliardi di euro.
Ma perchè gli italiani si sentono al sicuro con il contante in tasca, più che con bancomat o carta di credito?
La principale motivazione addotta è quella di gestire l’imprevisto o l’emergenza (48%) o poter far fronte all’acquisto non programmato o d’impulso.
La maggior parte tiene inoltre in casa un gruzzoletto medio di 270 euro (scomparsi comunque i soldi “nel materasso”).
E’ sicuramente una caratteristica tutta italiana quella di prelevare allo sportello: ricorre al cassiere il 43% della popolazione dei paesi più piccoli, c’è addirittura chi dichiara ancora di non ricorrere mai agli sportelli bancomat (in particolare alcuni abitanti del Sud e delle isole e dei piccoli centri con meno di 10.000 abitanti).
La ricerca suddivide gli italiani in quattro categorie, in base al loro rapporto con il denaro contante.
La più numerosa è quella dei “virtuali” (34%): si tratta del popolo della “strisciata”, che predilige bancomat e carte di credito e usa poco il contante. Si tratta di adulti che lavorano e che vivono soprattutto nei grandi centri, in prevalenza imprenditori, impiegati, quadri e dirigenti con un livello di istruzione alto.
Il 54% dei “virtuali” non uscirebbe mai senza carta di credito, contro il 39% del campione.
Seguono i “feticisti”, categoria che corrisponde al 32% degli italiani, secondo la ricerca: si tratta di persone che amano avere il contante in tasca, in prevalenza anziani, pensionati, casalinghe, disoccupati, più concentrati al Sud.
Ci sono poi i “ragionieri”, categoria che raggruppa i cosiddetti italiani medi, tra i 40 e i 60 anni, attenti al risparmio, ma piuttosto pratici sia nell’uso del contante che nell’uso delle carte di credito: utilizzano quello che occorre, al bisogno.
Ultima categoria, quella degli “splendidi” (11%): sono soprattutto giovani, usano di tutto perchè non hanno problemi economici, e quindi sono clienti frequenti sia degli Atm che dei Pos.
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