Aprile 1st, 2013 Riccardo Fucile
LE COMMISSIONI NOMINATE DAL COLLE: NEI TEMPI PASSATI EVOCATA PR LE QUESTIONI PIU’ DIVERSE
Non sono mancati neppure i «saggi tra i saggi». In pratica «saggi al cubo». «Saggissimi». Scelti per
mediare tra i «saggi» della Bicamerale dalemiana ormai incapaci di mediare.
Ma è tutta la storia italiana, spesso stremata da conflittualità dissennate, a traboccare di «saggi».
Prima che Napolitano, nel tentativo di uscire dalle sabbie mobili, scegliesse Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante e con loro altri portatori di saggezza pressochè ignoti agli italiani quali il leghista Giancarlo Giorgetti e il pd Filippo Bubbico, non c’è stata occasione di scontro nè passaggio storico più o meno importante, che non abbia visto la proposta di ricorrere a un gruppetto di «saggi».
Tre, di solito. E maschi come tutti quelli scelti ieri. A meno che non si tratti di una truppa.
Come quando l’Ulivo nel novembre 2006, in coerenza con il governo Prodi che con 102 ministri, viceministri e sottosegretari era il governo più «obeso» di tutti i tempi, diede mandato di scrivere il nuovo Manifesto del Pd alla bellezza di 13 saggi: tredici!
Scelta che spinse tutti i devoti della scaramanzia a prefigurare per il nuovo partito fulgidi destini…
Da quando Concetto Marchesi fu saggiamente incaricato dall’Assemblea costituente di una revisione letteraria della Costituzione perchè fosse anche «in bello stile», è stato un tormentone interminabile.
A tre «saggi» furono affidate inizialmente (prima del varo della commissione d’inchiesta) le risposte sui fini oscuri della P2.
A cinque «saggi» giornalisti stranieri (che lasciarono subito perdere: «troppe polemiche») fu chiesto di verificare la correttezza della Rai durante la campagna elettorale del 1994. E via così.
A quattro «saggi» guidati da Fedele Confalonieri fu delegato dalla Federazione Radio Televisioni in quella stessa primavera lo studio «per la revisione legislativa e la razionalizzazione del sistema radiotelevisivo».
A un po’ di «saggi del socialismo europeo» Gianni De Michelis propose di dare un giudizio sulla leadership del Psi travolta da Tangentopoli.
A un comitato di «saggi» Francesco Cossiga voleva affidare l’inchiesta sul «dossier Mitrokhin» sulle liste di presunte spie italiane al servizio del KGB.
Ad altri «saggi» pensò Giuseppe Tatarella per «elaborare le regole del gioco della Seconda Repubblica».
E come dimenticare la strepitosa idea di Giulio Andreotti nel pieno della crisi della Dc?
Per salvare il partito suggerì di affidarsi a un gruppo di «saggi» che per sottrarsi al sospetto di mirare a cariche interne future avrebbero dovuto «assumere l’impegno assoluto di non accettare più incarichi per tutta la vita».
Insomma, sentenziò dall’alto della sua collezione di poltrone, era necessaria una «castità delle poltrone». Risposta: marameo!
Non parliamo delle polemiche.
Non c’è stata proposta di ricorso ai «saggi», specialmente sui temi più sensibili, che non sia stata accolta da fuochi di sbarramento.
Si pensi alla scelta di Berlusconi nel 1994 di affidare a tre «saggi» (Antonio La Pergola, Giorgio Crisci e Agostino Gambino) l’individuazione di come superare il conflitto di interessi.
«E’ solo fumo negli occhi: una commissione nominata dallo stesso controllante che dovrebbe essere controllato», sbottò Mario Segni.
«Non sono garanti, sono consulenti», accusò il costituzionalista Paolo Barile.
E Giuliano Amato rise sostenendo che il Cavaliere «cercava l’imparzialità con lo stile esorbitante degli imperatori cinesi».
Sul fronte opposto restano indimenticabili le risposte all’idea di Massimo D’Alema nell’estate del 1998 di affidare a cinque «saggi» (rifiutando la pretesa della destra d’una commissione d’inchiesta) la rilettura di Tangentopoli.
«Una battuta vacanziera pronunciata in un afoso weekend», ghignò Silvio Berlusconi.
«Perchè no? Poi potrebbero fare una seduta spiritica», ironizzò Pier Ferdinando Casini riferendosi alla famosa seduta prodiana durante il sequestro Moro.
«Una commissione di saggi?», malignò Marcello Pera, «Potrebbe presiederla Primo Greganti!»Sia chiaro, talvolta i «saggi» hanno dato davvero consigli saggi.
Capitò ad esempio quando Sabino Cassese, Luigi Arcidiacono e Alessandro Pizzorno, incaricati 17 anni fa dal presidente della Camera Luciano Violante di suggerire come combattere la corruzione, proposero di limitare le spese per la politica («Se la spesa è maggiore, maggiore la tendenza a ricorrere a metodi di corruzione per finanziarsi»), di «far conoscere agli elettori sia il nome dei finanziatori sia la destinazione della spesa», di fissare l’ineleggibilità dei condannati per corruzione e tante altre innovazioni che avrebbero cambiato faccia al sistema.
Il guaio è che il loro rapporto finì nel cestino.
Ma i ricordi più indelebili sono legati ai «saggi di Lorenzago».
Era l’estate del 2003 e per cambiare la Costituzione voluta dai De Gasperi e dai Nenni, dai Togliatti e dai Lazzati, dai Saragat e dagli Einaudi, la destra mandò in ritiro in una baita sulle montagne bellunesi la crema della crema dei suoi costituzionalisti: il notaio pescarese Andrea Pastore, l’avvocato messinese Domenico Nania, il dentista bergamasco Roberto Calderoli e il professor Francesco D’Onofrio che spiegava: «Sul federalismo sono tutti d’accordo con me, solo mia mamma Filomena è contro: sapete, ha una cultura da Trento e Trieste».
Il portavoce del solenne sinedrio benedetto da Umberto Bossi («Io gli ho dato uno schema, poi loro lavorano») e destinato a partorire la riforma poi bocciata nel referendum era il futuro ministro-lampo (17 giorni di mandato fino alle dimissioni pretese dal Quirinale per le grane giudiziarie) Aldo Brancher.
Che spiegò le competenze così: «L’esperto di presidenzialismo è Nania. Se lui è a far la pennichella state certi che non affrontiamo l’argomento».
La citazione della pennica non era casuale. I «saggi» infatti lavoravano vincendo l’abbiocco dopo pranzi e cene a base di cacciagione, fagioli, patate e vino rosso entrati nel mito.
Tutti uniti.
Tanto da spingere Brancher ad ammiccare: «Non lo nego, ci sono stati dei dissapori tra noi. D’Onofrio aveva serie perplessità sulla polenta che ho preparato per cena mercoledì: grigia, alla segale, l’ho fatta con una certa farina integrale che ci arriva da un mulino della Carnia».
La battuta più divertente fu di Francesco Cossiga: «Anch’io un tempo mi occupavo di diritto costituzionale ma di fronte al concentrato di cultura e saggezza che c’è a Lorenzago sarei presuntuoso a pronunziarmi».
Gian Antonio Stella
(da “il Corriere della Sera“)
argomento: Napolitano | Commenta »
Aprile 1st, 2013 Riccardo Fucile
IN POCHI GIORNI SONO ARRIVATE SULL’ISOLA OLTRE 800 PERSONE… DUE VITTIME TRA I MIGRANTI
Se li sono visti morire a dieci minuti da Lampedusa, impietriti dal freddo, due ghiaccioli, stecchiti
dall’acqua gelida, confusi fra altri 88 migranti stremati su due motovedette della capitaneria di porto di Lampedusa.
Due ragazzoni di 25 anni ormai a un passo dalla realizzazione del sogno maturato con la traversata della speranza, sul solito natante in cui si rischia tutto pur di lasciare la costa nordafricana e afferrare una vita nuova.
Ultima drammatica posta di una Via Crucis intercettata a 90 miglia dall’isola, nel cuore del Mediterraneo, dove venerdì pomeriggio la nave Cassiopea della Marina militare aveva individuato l’ennesimo gommone in avaria, un canotto floscio, dieci metri di lunghezza, due di larghezza, troppo poco per quei novanta disperati con i vestiti inzuppati e i piedi a mollo dopo due giorni e due notti di terrore.
Alla fine di un’acrobatica e, in un primo tempo, fortunata operazione di salvataggio, alle 3 e mezzo di sabato l’attracco della prima motovedetta alla banchina Favarolo di Lampedusa.
Con i medici del Poliambulatorio guidati da Pietro Bartolo schierati per accoglierli, felici di aver strappato alla morte almeno 10 naufraghi anche loro in ipotermia, ma intristiti davanti a quei due corpi senza vita.
Un altro dramma per l’isola che in pochi giorni ha visto arrivare 800 migranti, 500 negli ultimi due, il Centro accoglienza già stipato perchè gli 800 posti di un tempo sono stati ridotti a 300, pochi per le 360 persone ospitate fino a ieri sera.
Numeri e lutti che si fanno beffa del decreto emesso dal ministero dell’Interno il primo marzo per dichiarare «la fine dell’emergenza» a Lampedusa.
Un astratto auspicio preceduto l’anno scorso dalla cancellazione della convenzione con il Cisom, il «Corpo internazionale di soccorso ordine di Malta» che assicurava la presenza di due medici e due infermieri a bordo delle motovedette di Guardia costiera, Finanza e carabinieri.
E bisognerà interrogarsi sulla dinamica di un salvataggio che lascia grande amarezza in tutti.
Anche nel comandante della Cassiopea che con la sua fiancata alta come una montagna giovedì s’è accostato a quel gommone con la prua affondata per evitare che le onde lo travolgessero.
Ore d’ansia finchè le due motovedette hanno provveduto al trasbordo tra onde alte tre metri. Un successo, alla fine.
Ma i 90 naufraghi, stipati all’aperto fra le attrezzature di bordo, sono rimasti con jeans e maglioni inzuppati per altre sette ore di navigazione prima di raggiungere Lampedusa.
Con schizzi d’acqua gelata che continuavano a schiaffeggiare corpi sfiancati e intirizziti. «I più deboli non ce l’hanno fatta, anche perchè a bordo non c’era un medico…», sussurra il dottor Bartolo dopo l’ispezione.
Con rabbia: «Non ne possiamo più di seppellire migranti». La stessa del sindaco Giusi Nicolini.
La stessa che rimbalza da Roma dove Mauro Casinghini, il direttore dell’Ordine di Malta, rimprovera il mancato rinnovo della convenzione: «È scaduta a dicembre 2011. Siamo rimasti gratis in servizio fino al marzo 2012 e da allora aspettiamo. Ovvio che ci si trovi spesso davanti a soluzioni sanitarie che non possono essere delegate al comandante di una unità navale. Occorre un medico che si imponga anche sulle scelte da fare. Come quella di soccorrere e rifocillare prima i migranti a bordo della nave intervenuta per poi riprendere la corsa verso Lampedusa».
Anche questa materia di analisi per la Procura di Agrigento che ha aperto un’inchiesta sul caso e sui trafficanti. Per omicidio.
Visto che si piazzano altre due croci al cimitero di Lampedusa.
Felice Cavallaro
(da “il Corriere della Sera”)
argomento: Giustizia, governo, Immigrazione | Commenta »
Aprile 1st, 2013 Riccardo Fucile
URLA, OFFENDE POI ACCUSA IL SINDACO
Chi era quell’arrogante che inveiva contro il sindaco di Ferrara, urlando «Io rappresento i cittadini
dell’Europa»?
Chi era quell’omaccione che ripeteva «Non mi tocca nessuno»?
Si chiama Potito Salatto, e non è uno scherzo. Tra l’altro, la trasmissione del nome Potito (san Potito martire) è favorita da un concorso a premi riservato ai nuovi nati.
Mercoledì scorso, una ventina di poliziotti del Coisp hanno organizzato a Ferrara un presidio di solidarietà per i quattro colleghi condannati per la morte di Federico Aldrovandi, ucciso a calci e pugni.
Manifestavano sotto le finestre dell’ufficio del Comune dove lavora Patrizia Moretti, la madre di Federico. Il sindaco Tiziano Tagliani è sceso per chiedere al gruppetto di spostarsi più in là .
È a quel punto che è entrato in scena l’eurodeputato Potito Salatto, imprecando.
Il giorno dopo ha chiesto scusa alla signora Moretti ma ha scaricato sul sindaco «la responsabilità dell’increscioso incidente», come se la manifestazione fosse «pilotata sotto» (anagramma).
Potito Salatto è una vecchia volpe della politica, da quando è stato eletto nel 1976 consigliere comunale a Roma, in quota Dc, a fianco di Vittorio Sbardella, detto «lo squalo».
Nel 2009 è entrato all’Europarlamento nelle file del Pdl, per poi passare a Futuro e libertà .
Sul suo sito, si mostra felice accanto a Gianfranco Fini, Renata Polverini, Gianni Alemanno, è uno cui piace apparire («lotto ospitata», anagramma).
Per un certo periodo si è ritirato nell’isola di Paxos, in Grecia.
Ha poi lavorato, con una lista civica, per l’elezione a sindaco di Alemanno, ma è entrato in frizione con Antonio Tajani che gli ha urlato davanti ai giornalisti: «Lascia stare tu, lo sappiamo tutti che persona sei!».
A Strasburgo ha fatto un’interrogazione sulle caraffe filtranti e una relativa al «Maltrattamento di un bambino da parte di agenti di polizia» (il ragazzino di Padova strappato alla madre).
È contrario alle coppie gay: «San Giuseppe era con Maria, non era con Giovanni quando ha procreato nostro Signore», in barba al dogma della verginità .
Insomma, Potito Salatto è un degno rappresentante dell’Italia.
Così com’è, senza illusioni, senza streaming.
Aldo Grasso
(da “La Repubblica”)
argomento: radici e valori | Commenta »
Aprile 1st, 2013 Riccardo Fucile
SECONDO I MEDIA INTERNAZIONALI LA MOSSA DI NOMINARE I SAGGI E’ L’ESTREMO TENTATIVO DI GUADAGNARE TEMPO PER FAVORIRE LA FORMAZIONE DI UN ESECUTIVO… MA IL RITORNO ALLE URNE E’ LA SOLUZIONE PIU’ PROBABILE
”Per il momento nulla è chiaro se non che la paralisi politica italiana continua”.
Il corrispondente da Roma della Bbc descriveva così, nella tarda serata di sabato scorso, l’ultima mossa del presidente Giorgio Napolitano, la creazione di due gruppi di ‘saggi’ per sbloccare lo stallo post-elettorale.
Uno stallo che, sotto la lente della stampa internazionale, è destinato tuttavia a durare mentre all’orizzonte diventa via via più nitida l’ipotesi di un ritorno alle urne.
Anche perchè, dalla Gran Bretagna agli Usa, i media stranieri interpretano la decisione del capo dello Stato soprattutto come l’estremo tentativo di guadagnare tempo, evitando nuove e rischiose reazioni dei mercati finanziari.
Complice la complessità politico-istituzionale della congiuntura venutasi a creare in Italia, la stampa estera ha mantenuto una certa prudenza nell’interpretare l’istituzione delle due ‘commissioni’.
E dagli statunitensi New York Times e Wall Street Journal fino al foglio britannico The Financial Times, i principali quotidiani anglosassoni riassumono il passo del presidente come “una nuova virata per superare la paralisi politica” o, rimarca il Wsj, come “un inusuale stratagemma per guadagnare tempo per risolvere le profonde divisioni politiche del Paese”.
Con all’orizzonte il cambio della guardia al Quirinale: “La mossa — scrive il Nyt — suggerisce che Napolitano potrebbe lasciare il compito di formare un nuovo governo al suo successore. E se lo stallo continuerà , questi potrebbe sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, a giugno al più presto”.
Le agenzie Reuters e Bloomberg oggi riportano le critiche giunte al gruppo dei saggi da Pd, Pdl e M5S, mentre il quotidiano spagnolo El Paìs, in un editoriale intitolato “Un Paese paralizzato” sottolinea come “l’Italia sia destinata a nuove elezioni se persiste la meschinità dei suoi leader di partito”.
Per El Paìs Napolitano, con “un gesto che gli fa onore, ha fatto una mossa disperata per rompere il marasma politico”, ma se la sua proposta fallisce, il prossimo capo di Stato convocherà nuove elezioni e “stando ai sondaggi, si ripeterà la situazione attuale” in un Paese che ha “assoluta necessità di politici capaci di risolvere i problemi e gestire le aspirazioni sociali”.
All’ottica pessimista del quotidiano madrileno si aggiunge quella del tabloid tedesco Bild, che titola “Paura del terremoto in Italia”, evidenziando come per l’Italia siano “ore difficili” ma “potrebbero diventare ancora più difficili per il Paese della crisi”.
In Francia, infine, per il giornale economico Les Echos, Napolitano “ha calato il suo ultimo ‘jolly’” per uscire dall’impasse, puntando anche sulla piena operatività dell’attuale esecutivo guidato da Mario Monti.
E proprio al Professore Le Monde dedicava un articolo nelle ore successive alle dichiarazioni di Napolitano, sottolineando come il capo dello Stato “in mancanza di un governo abbia prolungato il calvario di Monti”.
Con un’evidente motivazione: “Napolitano sa bene che la permanenza di Monti è un valore sicuro, a torto o a ragione, sulla scena europea e per i mercati”.
Mentre “per il resto — concludeva Le Monde — è tutto molto meno chiaro”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
argomento: Napolitano, Stampa | Commenta »
Aprile 1st, 2013 Riccardo Fucile
RENZI INAUGURA LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE NEL LUOGO A LUI CONSONO: DA “AMICI” IN CHIODO COME FONZARELLI… UN MONOLOGO DI BANALITA’ DI TRE MINUTI, COME PERALTRO IL SUO PROGRAMMA POLITICO
Matteo Renzi per l’occasione indossa un chiodo come Arthur Fonzarelli in Happy Days , il celebre
Fonzie dal giubbotto di pelle nera che mandava in deliquio le liceali anni Ottanta.
E in fondo è lo stesso l’effetto che ottiene lui col pubblico di Amici , in gran parte composto di ragazzine impazzite per il rapper Moreno, Emanuele il cantante e Pasquale il ballerino, della squadra dei Bianchi, capitanata da Emma Marrone che svetta su tacchi vertiginosi.
Look studiatissimo, giubbino, jeans, maglietta, scarpe a punta, da Firenze in Frecciarossa Renzi s’è portato il fotografo personale: Amici conta 6 milioni di telespettatori e il target dei giovanissimi non va trascurato.
Le ragazze dell’arena si alzano in piedi e tributano al sindaco «rottamatore» gridolini e applausi quando lui, nei 3 minuti di «one man show» che Maria De Filippi gli concede in apertura dopo aver citato Papa Francesco, dice: «Dateci una mano a dimostrare che credendo e investendo nei sogni uno ce la può fare. Lo dovete a quei ragazzi, a quei tre milioni di persone senza lavoro che il proprio sogno lo vedono lontano. Non so se voi vincerete o perderete, magari perderete la battaglia. Ma non perderete la faccia, che è la cosa più importante».
Il sindaco di Firenze evita di parlare dell’attualità ma qualche stoccata la rifila ugualmente, invitando i ragazzi a «non perdonare i politici che vogliono cancellare il talento».
Poi spiega: «Se c’è una cosa bella è che noi, da voi, ci aspettiamo di non fare come abbiamo fatto fino a oggi, dove troppo spesso si trovava lavoro per via di una raccomandazione. Sarà un grandissimo momento quando questo Paese sarà fatto dalle persone che vanno avanti con la forza del proprio sudore, anche prendendo qualche botta. A me è capitato di perdere e può essere bello, ma mica tanto…», allude scherzando alle Primarie del Pd.
Sabato di Pasqua, un’impresa raggiungere gli studios di Mediaset sulla Tiburtina, la strada bloccata dalle fan scatenate di Marco Mengoni ed Harrison Ford, ospiti come Renzi della prima puntata del talent show serale (andrà in onda il 6 aprile).
Ma i teenager conoscono benissimo anche lui («È meglio di De Magistris», dicono in coro Anita, Giuseppe e Valentina di Napoli).
Un gruppo di Nettuno, vicino Roma, vorrebbe addirittura invitarlo in città .
Per ora si accontentano di scattargli qualche fotografia.
Fabrizio Caccia
argomento: Renzi | Commenta »
Aprile 1st, 2013 Riccardo Fucile
HABITUE’ DELL’ALBERGO, LA CANCELLIERA CHIEDE NOTIZIE DELL’EX DIPENDENTE, POI VA A TROVARLO E PRANZA CON LA FAMIGLIA
Singolare fuori programma nel soggiorno a Ischia del cancelliere tedesco Angela Merkel. Habituè da anni dello stesso hotel di Sant’Angelo, il Miramare, quest’anno ha notato l’assenza di un dipendente, il maitre, con il quale aveva stretto un rapporto cordiale durante i suoi ripetuti soggiorni.
Ha chiesto di lui, ha saputo che era stato licenziato, e così – dribblando fotografi e giornalisti – sabato pomeriggio si è recata a trovarlo.
Merkel, sabato, era stata vista imboccare il vecchio sentiero che da Sant’Angelo sale alla frazione di Serrara, per quella che tutti ritenevano fosse solo una passeggiata. Invece il tamtam delle voci sull’isola ha riferito di una tappa imprevista, e oggi Marianna Iacono, figlia del dipendente licenziato – Cristoforo Iacono, 59 anni – ha raccontato l’incontro con il padre.
«La signora Merkel non ha trovato mio padre in albergo e avendo saputo che era stato licenziato è venuta fino a casa a trovarlo – racconta la figlia di Cristoforo Iacono – si è seduta ed ha pranzato con noi. La Merkel conosce mio padre da una vita, anche prima che diventasse capo del governo. Siamo stati felicissimi di averla qui a casa nostra». «È stato un bel gesto – commenta il sindaco di Serrara Fontana, Rosario Caruso – che denota un’attenzione ai rapporti umani da parte della signora Merkel ed una sua particolare sensibilità ».
Un bell’esempio di umanità di fronte all’arroganza di tanti politici nostrani, da uno a cinque stelle.
argomento: radici e valori | Commenta »