BUFERA SUL CONSIGLIERE GRILLINO CHE CANDIDA LA FIDANZATA
I CINQUESTELLE CHIEDENO LE SUE DIMISSIONI, MA LUI REPLICA: “E’ UNA CARICA PER CUI NON E’ PREVISTO COMPENSO”
Bufera all’orizzonte tra i Cinque Stelle di Treviso.
Colpa, questa volta, di una storia di nomine e fidanzate.
Già , perchè ai grillini trevigiani non è piaciuta la decisione del loro consigliere comunale Alessandro Gnocchi di candidare per l’Ente Parco del Sile tre colleghe. Nella rosa dei nomi, c’è finita anche la fidanzata dello stesso Gnocchi.
Una scelta che agli intransigenti pentastellati non è andata proprio giù.
«Non entriamo nel merito delle competenze tecniche. Ma proporre la propria compagna per un posto di lavoro ci sembra eticamente discutibile. Il tutto anche se la persona in questione ha un buon curriculum», tuona l’ex consigliere comunale del M5S David Borrelli, considerato uno dei fedelissimi di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
CURRICULA
Così, in un’assemblea che gli attivisti stessi definiscono parecchio tesa, mercoledì scorso Gnocchi è stato messo alla graticola.
E il 90 per cento dei presenti gli ha chiesto le dimissioni. Richiesta che lo stesso Gnocchi ha respinto.
Racconta ancora Borrelli: «Il Movimento Cinque Stelle elegge dei rappresentanti il cui dovere è quello di rispettare il mandato dei cittadini. Quindi se i cittadini ti chiedono di lasciare, tu devi rispettare questa volontà ».
Ma chi sono queste tre donne che il consigliere ha proposto per l’Ente Parco?
«Si tratta di tre colleghe della provincia, di cui una Enrica De Luchi, la sua fidanzata. Ma quando gli abbiamo fatto notare che dal punto di vista etico candidare la propria compagna è tipico di un modo di fare politica contro la quale ci battiamo, Gnocchi ha fatto spallucce».
Parole dure, insomma, confermate anche da un comunicato del gruppo nel quale si legge: «Il Movimento 5 Stelle è sempre stato contro i nepotismi, clientelismi e poltronifici. Avremmo preferito candidati altrettanto qualificati ma non così vicini al punto di essere colleghi del consigliere».
LA REPLICA
Da parte sua Gnocchi però controribatte alle critiche: «Si tratta di una carica per la quale non è prevista remunerazione. È dunque volontariato».
Niente interessi economici, dunque. E non solo.
Gnocchi spiega anche di aver girato quei nomi e quei curricula. Ma poi di averne presentato in consiglio solo uno. «E non era quello della mia morosa», spiega. Nessuna sponsorizzazione, insomma. «Piuttosto ho messo a disposizione i curricula di persone preparate».
ESPULSIONE E SIMBOLO
Sia quel che sia è abbastanza facile prevedere cosa succederà ora. Se infatti – come pare – Alessandro Gnocchi non sembra intenzionato a tornare sui suoi passi, partirà la procedura di revoca del simbolo.
«Vedremo cosa succederà a ferie finite», continua Borrelli.
«E nel caso chiederemo allo staff di Grillo di avviare la procedura di consultazione online per decidere l’espulsione e per tutelare il simbolo. Poi, come sempre, l’ultima parola spetterà alla Rete».
(da “il Corriere della Sera”)
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