IMMIGRATI SIGILLATI NEL PALASPORT: IL PREFETTO DI CATANIA IMPEDISCE L’INGRESSO ALLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE
SONO 128 CLANDESTINI, DI CUI 48 BAMBINI, SBARCATI SULLE COSTE SICILIANE: SAREBBERO DI ORIGINE PALESTINESE…SU ORDINE DEL GOVERNO SONO STATI CHIUSI AL PALASPORT: NONOSTANTE IL PARERE FAVOREVOLE DEL MAGISTRATO CHE STA SVOLGENDO I DOVUTI ACCERTAMENTI, E’ STATO VIETATO L’INGRESSO ALLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE…. MARONI VUOLE NASCONDERLI?
Il prefetto di Catania, Vincenzo Santoro non sente ragioni: quei 128 immigrati (48 sono bambini) che si dichiarano palestinesi, sbarcati ieri sera sulla costa siciliana devono restare chiusi nel Palanitta del capoluogo etneo, “in attesa di indagini”.
Inutili, dunque, sono risultate le richieste di diverse organizzazioni umanitarie come l’Unhcr (l’alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu) l’Arci, Save The Children e lo IOM (International Organization Migration) per poter entrare nella struttura sportiva con l’unico scopo di assistere le persone, molte delle quali potrebbero chiedere asilo politico.
Il prefetto ha negato l’accesso a tutti, sostenendo che erano in corso indagini di polizia giudiziaria.
Le organizzazioni non hanno però desistito e sono andate dal sostituto procuratore della Repubblica, Agata Consoli, che sta facendo gli accertamenti proprio su questo gruppo di persone, per chiederle spiegazioni sul divieto imposto dal prefetto.
La pm ha però risposto – per iscritto – che non esisteva alcun ostacolo all’ingresso delle organizzazioni umanitarie.
Ma non è bastato.
In Prefettura, infatti, si continua ancora ad impedire l’accesso a chiunque. Anzi, a chi ha sottoposto le affermazioni scritte del magistrato titolare delle indagini, secondo le quali non esistono ragioni che possano giustificare l’ingresso di persone per scopi umanitari, è stato risposto che quell’atto scritto non ha nessun valore.
Il risultato è che i profughi continuano a restare rinchiusi nella struttura alla periferia di Catania, con il rischio di essere rimpatriati probabilmente senza avere la possibilità concreta di esercitare il diritto – previsto dalla nostra Costituzione – di chiedere asilo politico.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati esprime preoccupazione per non aver avuto finora la possibilità di entrare in contatto con i 128 migranti – fra i quali 48 minori – trattenuti da ieri nell’impianto sportivo Palanitta di Catania, dopo essere stati intercettati a largo delle coste. Fin da ieri l’UNHCR ha cercato di ottenere informazioni in merito a questa situazione chiedendo di poter incontrare le persone sbarcate, senza però ricevere alcuna delucidazione riguardo ai tempi di attesa.
Nonostante le indagini di polizia in corso richiedano misure di riservatezza, l’Alto Commissariato per i Rifugiati auspica che venga consentito l’accesso delle organizzazioni facenti parte del progetto Praesidium e degli enti di tutela prima che siano presi provvedimenti sullo status giuridico dei migranti ed eventuali misure di allontanamento dal territorio italiano.
L’ UNHCR, assieme all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), alla Croce Rossa Italiana (CRI) e a Save the Children, opera in Sicilia nell’ambito del progetto Praesidium, finanziato dal Ministero dell’Interno, con l’obiettivo di fornire informazioni e orientamento a coloro che arrivano sulle coste siciliane e di rafforzare le capacità di accoglienza.
Il mancato accesso ai 128 migranti risulta quindi non conforme alle modalità operative dello stesso progetto.
In cinque anni di attuazione, il progetto Praesidium ha contribuito ad una gestione trasparente dell’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo giunti in Italia attraverso il Mediterraneo consentendo a chi ne aveva bisogno di richiedere la protezione internazionale.
Un conto è non concedere, a ragion veduta ed esaminati i singoli casi, asilo politico, altra cosa è “nascondere” i profughi e impedire loro di fare la richiesta cui hanno diritto.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio: nonostante le condanne piovute sul nostro Paese per violazione delle convenzioni internazionali dagli organismi europei, qualcuno si ostina a volere fare il furbo.
Senza capire che così si sputtana il Paese perchè le leggi vanno rispettate: prima dell’avvento leghista al governo, l’Italia era considerata non a caso la patria del diritto.
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