LE INDAGINI SUI SOLDI DELLA LEGA IN LUSSEMBURGO: TRE MILIONI SOSPETTI RIENTRATI ALLA SPARKASSE DI BOLZANO
TUTTO PARTE DA UNA DENUNCIA DI UN REVISORE DEI CONTI DELLA LEGA: 10 MILIONI TRANSITATI VERSO IL LUSSEMBURGO PER SOTTRARLI AI GIUDICI ITALIANI CHE INDAGANO SULLA TRUFFA DA 48 MILIONI DEI VERTICI LEGHISTI GIA’ CONDANNATI
Ci sono tre milioni di buone ragioni per cercare i soldi della Lega a Bolzano. Ne sono fermamente convinti i magistrati di Genova che vogliono sequestrare 48 milioni di euro per la truffa dei rimborsi elettorali e che hanno puntato la Sparkasse a causa di due operazioni.
Una che risale a un paio di anni fa e una che è recente.
Nel 2016 dieci milioni partono da un conto di “transito” della banca Sparkasse di Bolzano in direzione del Lussemburgo per approdare sul conto di Pharus Management, fondo di investimento collettivo con sede nel granducato.
Poco meno di due anni dopo, nel gennaio del 2018, tre di quei milioni compiono il percorso inverso per rientrare nei depositi della banca.
Gli inquirenti sono convinti che quel denaro appartenga al Carroccio: per questo ieri òa Guardia di finanza di Genova, su input della procura del capoluogo ligure, ha fatto acquisizioni di documenti alla banca Sparkasse di Bolzano e in una filiale di Milano per capire se quei soldi sono parte del cosiddetto ‘tesoro’ del Carroccio: 48 milioni di rimborsi elettorali dal 2008 al 2010, non dovuti, per i quali sono stati condannati in primo grado per truffa, nel luglio dello scorso anno, Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito e per i quali è in corso l’appello.
Le fiamme gialle hanno sequestrato documenti cartacei e file informatici al presidente dell’istituto di credito altoatesino, Gerhard Brandstaetter, e ad altri dirigenti oltre che dipendenti a Bolzano e Milano.
Dati informatici sono stati acquisiti dalla sede del server della banca a Collecchio (Parma).
Dopo la condanna di Bossi e Belsito, i magistrati e la guardia di finanza hanno cercato di rintracciare i 48 milioni, per chiederne la confisca in caso di condanna definitiva. Ma solo 2 milioni sono stati trovati, il resto, secondo i vertici della Lega non ci sarebbe più, perchè speso negli anni passati per attività politiche.
Ne era nato un braccio di ferro tra la procura e gli avvocati della Lega: la prima chiedeva il sequestro delle cifre che sarebbero arrivate successivamente nelle casse del partito, i secondi che i magistrati si dovessero fermare.
Nei mesi scorsi la Cassazione aveva dato ragione ai pm genovesi. Nel frattempo, a dicembre 2017 l’ex revisore contabile Stefano Aldovisi, uno dei condannati insieme a Bossi e Belsito, aveva presentato un esposto dove segnalava che i soldi erano forse stati “dirottati” verso la Sparkasse e da qui fatti sparire all’estero.
Ne era nata una indagine per riciclaggio che nei giorni scorsi ha avuto una accelerazione dopo la segnalazione fatta a Bankitalia dal Lussemburgo sui 3 milioni.
Intanto ieri Ferruccio Sansa del Fatto Quotidiano, Matteo Indice della Stampa e Marco Preve di Repubblica, sono stati a lungo sentiti senza avvocato dalla Guardia di Finanza, a Bolzano, su quanto scritto nelle edizioni del 13 giugno 2018 riguardo la vicenda.
(da agenzie)
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