BERLUSCONI PREPARA LA SCONFITTA: “AL SENATO NON SAREMO DETERMINANTI, GRILLO FARA’ L’ACCORDO CON LA SINISTRA”
“SIAMO RICCHI, INUTILE PREOCCUPARCI DEL DEBITO PUBBLICO”
Silvio Berlusconi ammette che dopo il voto il centrodestra sarà ininfluente al Senato. Ammette, in pratica, che la rimonta, almeno a Palazzo Madama, non ci sarà .
Che non ci sarà pareggio e non ci sarà un nuovo governo di larghe intese.
«Non credo che al Senato abbiano bisogno di noi», dice infatti il leader del Pdl durante un forum all’agenzia di stampa Ansa.
E spiega che gli eventuali voti che mancheranno al Pd arriveranno da Beppe Grillo e gli eletti del suo movimento.
Confermando la “svolta” nella strategia elettorale degli ultimi giorni usa l’argomento per cercare di bloccare l’avanzata dei grillini che pescano nel suo bacino elettorale. Per questo Berlusconi dice di avere avuto «la pessima sorpresa di vedere che più dell’80 per cento delle persone candidate nelle liste di Grillo provengono da ambienti dell’estrema sinistra, dei centri sociali e dei no Tav».
Circostanza che porta il Cavaliere a stabilire che «tra questi la sinistra può trovare candidati di sostegno, magari con un cambio di casacca. Anche perchè loro non li vedo tanto compatti».
È questa la novità più importante di una giornata in cui il Cavaliere ha “interpretato” il solito copione.
A partire proprio dall’accusa a Grillo, imitato al pari di Bersani, di ripetere da Nord a Sud sempre lo stesso comizio, sempre le stesse battute.
Lui invece ieri mandato in scena la rappacificazione con Gianni Alemanno e l’investitura del sindaco uscente per un secondo mandato al Campidoglio.
Ma era notizia già nota e lo “spottone” è servito solo a sgombrare il campo dalle incertezze berlusconiane dei giorni scorsi.
Poi il Cavaliere ha ripetuto di non essere «mai stato preoccupato per il debito.
La nostra ricchezza ci fa presupporre che non dobbiamo preoccuparci.
Il debito giapponese — spiega — è più alto del nostro, ma loro, come fanno anche altri paesi, hanno la possibilità a differenza di noi di stampare moneta».
Ancora ha rispiegato che non mira a fare il presidente del Consiglio.
O almeno non vuole farlo fino a quando l’inquilino di Palazzo Chigi non avrà i famosi poteri che reclama.
Nel frattempo fa sapere che su quella inutile poltrona vuole fare sedere Angelino Alfano, mentre lui si occuperà del ministero dell’Economia.
Nel frattempo però parla come se fosse lui il premier e annuncia che ha già preparato l’ordine del giorno delle prime cinque riunioni del Consiglio dei ministri.
Li ha preparati lavorando di notte, ma ammette bontà sua che è anche un lavoro collettivo.
Nel merito ci sono le solite cose: l’abolizione dell’Imu e la sua restituzione, la cancellazione dell’Irap in cinque anni, la riforma in senso “umano” di Equitalia e l’impignorabilità della prima casa.
Infine ancora c’è l’attacco all’Europa, alla Merkel, il complotto franco-tedesco.
Mette in scena l’ennesimo attacco al nemico storico Martin Schultz.
E fa calare il sipario assicurando che «è una leggenda mia non credibilità in Europa. Io invece sono molto credibile nell’Unione europea».
Silvio Buzzanca
(da “La Repubblica“)
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