“DE LUCA ICONA DI UN POTERE SFACCIATO, HA FALLITO SU ECOBALLE, SANITA’ E BAGNOLI”
INTERVISTA A DEMARCO, STORICO EX DIRETTORE DEL ‘CORRIERE DEL MEZZOGIORNO’: “UN SISTEMA DI POTERE PEGGIORE DI QUELLO DI BASSOLINO”
“Il sistema De Luca è peggiore di quello di Bassolino”. Marco Demarco, storico ex direttore del Corriere del Mezzogiorno fino al 2015 e profondo conoscitore delle dinamiche del Sud Italia, non ha dubbi. “Il potere di De Luca è sempre stato tollerato perchè l’efficienza prevaleva nel giudizio sul verticismo e sul cesarismo. Ma senza risultati non regge più”.
Dunque questo “sistema-De Luca” ha travalicato Salerno? Quanto è radicato?
Le foto con i figli ai lati sono l’emblema di questo sistema. Basterebbe questo, senza considerare che uno è imputato per bancarotta fraudolenta, l’altro è indagato per corruzione. Raramente un sistema di potere ha una foto, un’immagine in cui riconoscersi. Questo è talmente evidente e sfacciato che ha addirittura un’icona. Di tutte le famiglie che nel meridione hanno perpetrato il potere, nessuna ha avuto tre componenti contemporaneamente sulla scena pubblica. Penso ai Gava, per esempio. Antonio si affermò solo quando Silvio smise di essere ministro. A un’ascesa corrispondeva una contemporanea discesa.
Viene in mente l’aggettivo “napoleonico” attribuito al periodo di Bassolino. Vede analogie?
C’è un evidente punto in comune. Vale a dire quello per cui, in un sistema di fatto presidenziale come è quello che vige nelle Regioni, è mancata una classe politica forte alla prova dei fatti. Il potere diretto ha fallito alla prova dell’emergenza rifiuti, che dieci anni fa ha sostanzialmente chiuso l’epoca Bassolino. Oggi siamo punto e a capo. L’unico passo avanti, paradossalmente, è stato quello dell’inceneritore di Acerra, per il quale nel 2009 Silvio Berlusconi mobilitò l’esercito. Senza quello oggi saremmo sommersi. Dopo, il nulla più assoluto. E dire che ogni giorno paghiamo 120mila euro di multa all’Ue per il ciclo rifiuti.
Stringiamo il quadro. Roberto De Luca è finito nella bufera per il video di Fanpage in cui si occupa di ecoballe e a nome del quale un suo intermediario e socio sembrerebbe proporre una “quota” da riservare alla politica.
Ci sono due fatti clamorosi. Innanzitutto De Luca jr., senza averne competenza alcuna, accetta di intavolare una trattativa. Per una cosa che riguarda esclusivamente la Regione e sulla quale, come ha detto lo stesso Vincenzo, c’è un rigido controllo dell’Anac. Ha fatto sedere i suoi interlocutori nel suo ufficio, ma doveva dire “Prego, si accomodi negli uffici regionali, qui non ce ne occupiamo”.
E il secondo?
La difesa dell’avvocato, che dice che lo ha fatto come libero professionista. Ma scusa, tu da libero professionista ti occupi di una questione i cui cordoni della borsa sono nelle mani di tuo padre? Siamo ai limiti del conflitto d’interesse.
Pensa che le dimissioni siano una mossa tattica, come sostenuto da molti, o un reale passo indietro?
Sicuramente è stata ben studiata. Tenendo presente che è solo una dichiarazione di dimissioni, bisogna considerare che è la prima volta che si assiste a un passo indietro da parte di un esponente della famiglia De Luca, anche se forse solo momentanea. Oggi Vincenzo, in un video, dice che è in corso una guerra tra camorristi e gente per bene. Ma se è così, perchè far dimettere il figlio?
Che spiegazione si è dato?
Evidentemente le pressioni politiche sono state molto forti. Ma, da sola, senza le necessarie spiegazioni, credo che non basterà ad alleggerire il quadro.
Il sistema De Luca vacilla?
È impressionante vedere come tra il consigliere delegato di Sma Campania e Roberto, nessuno dei due ponga all’interlocutore la domanda su come verranno smaltiti i rifiuti. È una questione che non interessa, e questo riguarda la concezione di etica pubblica. Il potere di De Luca è sempre stato tollerato perchè l’efficienza prevaleva nel giudizio sul verticismo e sul cesarismo. Ma senza risultati non regge più.
E in Regione ha fallito?
Sì, su tre aspetti cruciali. Le ecoballe sono state smaltite solo all’1%. Bagnoli, dopo tre anni di commissariamento, è ancora così com’è. E la sanità è rimasta dove era, tra le peggiori in Italia.
Renzi sembra aver stipulato una sorta di patto di desistenza. Un appoggio alla sua leadership in cambio di carta bianca.
Renzi ha sempre saputo che De Luca era un problema. Ma ha anche capito che portava più voti di quanti ne avrebbe sottratti un eventuale tentativo di contrastarlo. La lampadina si è accesa con il referendum costituzionale, quando in Campania il Sì è andato al di sotto della media nazionale. Ma al momento il segretario nazionale non ha la forza per un’azione decisa.
Insomma, dieci anni dopo la Campania si ritrova al punto di partenza?
Peggio. Con De Luca la società si è ulteriormente richiusa. Già ai tempi di Bassolino lo era, ma ora è peggio, totalmente in preda a un sistema familistico che ha occupato il potere ed è in costante guerra con quello di Napoli, unica realtà dove non è riuscito a penetrare. Ma il modello De Luca è decisamente peggio di quello Napoleonico del suo illustre predecessore.
(da “Huffingtonpost”)
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