DIRITTI TV, I GIUDICI: “BERLUSCONI GESTI’ IL SISTEMA ANCHE DA PREMIER, IMPOSSIBILE CONCEDERE ATTENUANTI”
LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A QUATTRO ANNI NEL PROCESSO MEDIASET: “SE NE OCCUPAVA IN PRIMA PERSONA, COSTI D’ACQUISTO RIALZATI”
Era Silvio Berlusconi a occuparsi in prima persona della gestione dei diritti tv di Mediaset e ha continuato a farlo anche «nonostante i ruoli pubblici assunti» e «condotto in posizione di assoluto vertice» .
Lo mettono nero su bianco i giudici della seconda corte d’Appello di Milano che hanno condannato l’ex capo del governo a 4 anni per frode fiscale nel processo di secondo grado sui diritti tv di Mediaset.
Nelle motivazioni della sentenza, il collegio presieduto da Alessandra Galli scrive che «almeno fino al 1998 vi erano state le riunioni per decidere le strategie del gruppo, riunioni con il proprietario Silvio Berlusconi».
Proprio per questo «era assolutamente ovvio – puntualizzano ancora i giudici milanesi – che la gestione dei diritti, il principale costo sostenuto dal gruppo, fosse una questione strategica e quindi fosse di interesse della proprietà , di una proprietà che appunto, rimaneva interessata e coinvolta nelle scelte gestionali, pur abbandonando l’operatività giornaliera».
In particolare, alla luce del fatto che Silvio Berlusconi ha continuato per anni a gestire il gruppo Mediaset anche una volta impegnato in politica e «in relazione alla oggettiva gravità del reato (frode fiscale, ndr) è ben chiara l’impossibilità di concedere le attenuanti generiche».
Secondo i giudici, poi, «era evidente che non aveva alcun senso acquistare a un determinato prezzo quel che si era già individuato come acquistabile, ed effettivamente acquistato, a un prezzo molto minore».
Stando a quanto riportato nelle motivazioni sentenza d’appello «ad agire era una ristrettissima cerchia di persone che non erano affatto collocate nella lontana periferia del gruppo ma che erano vicine, tanto da frequentarlo tutti personalmente, al sostanziale proprietario (rimasto certamente tale in tutti quegli anni) del medesimo, l’odierno imputato Berlusconi».
Inoltre, «risulta impossibile che, un imputato, un imprenditore, che pertanto avrebbe dovuto essere così sprovveduto da non avvedersi del fatto che avrebbe potuto notevolmente ridurre il budget di quello che era il maggior costo per le sue aziende e che tutti questi personaggi, che a lui facevano diretto riferimento, non solo gli occultavano tale fondamentale opportunità ma che, su questo, lucravano ingenti somme, sostanzialmente a lui, oltre che a Mediaset, sottraendole» attraverso la maggiorazione dei costi dell’acquisto dei diritti tv.
(da “La Stampa“)
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