ELETTO DAI GONZI CHE HANNO CREDUTO CHE VOLESSE COMBATTERE I POTERI FORTI, TRUMP SI CIRCONDA DI EX GOLDMAN SACHS E FINANZIERI SPECULATORI
MNUCHIN AL TESORO E ROSS AL COMMERCIO, DUE SOGGETTI BORDER LINE
Steven Mnuchin potrebbe essere il prossimo segretario al tesoro degli Stati Uniti, voluto fortemente dal neo-presidente Donald Trump.
Mnuchin è un ex executive di Goldman Sachs diventato poi un finanziatore di hollywood, ad aprile era diventato capo delle finanze della campagna del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali dell’8 novembre scorso.
Mnuchin sarebbe il secondo ex dipendente di Goldman Sachs ad assumere un ruolo chiave nel prossimo governo Trump dopo Stephen Bannon, futuro stratega e consigliere capo del quarantacinquesimo capo di stato, espressione della destra antisistema e ultraconservatrice. Non solo.
Mnuchin sarebbe il terzo executive della banca di Wall Street a prendere il comando del dipartimento al Tesoro dalla metà degli anni ’90.
Laureatosi alla Yale University, ha subito iniziato a lavorare per Goldman Sachs, dove è rimasto per 17 anni per poi fondare un suo hedge fund, Mnuchin sarebbe il volto di un sistema finanziario fortemente criticato da Trump in campagna elettorale.
Basti pensare che in uno spot pubblicitario del candidato del Gop, il leader di Goldman veniva raffigurato come parte di una elite mondiale che “ha derubato la classe lavoratrice”.
Eppure Trump sembra non potere fare a meno di Wall Street, come dimostrato dal fatto che ieri alla Trump Tower è stato visto Gary Cohn, presidente di Goldman a cui potrebbe essere chiesto di ricoprire un incarico al Tesoro, all’ufficio management e budget della Casa Bianca o addirittura alla Federal Reserve.
Mnuchin sarà chiamato a occuparsi dei cavalli di battaglia di Trump: riformare il sistema tributario garantendo un taglio alle aliquote fiscali; rivalutare lo storico accordo sul nucleare siglato dalle potenze mondiali con l’Iran; rinegoziare accordi commerciali per mettere gli Usa al primo posto e magari definire la Cina come un manipolatore di valute.
Wilbur Ross verso il Commercio.
L’ex banchiere e investitore miliardario Wilbur Ross dovrebbe essere il nuovo segretario al Commercio degli Stati Uniti, nella futura amministrazione Trump. Lo riporta l’emittente Nbc.
Un uomo famoso per avere comprato aziende in crisi, poi ristrutturate e vendute con laute plusvalenze, il 79enne Ross è presidente e strategist numero uno della società di private equity w.L. Ross & co; un ex democratico, il suo patrimonio è stimato in 2,9 miliardi di dollari.
Se confermato, rappresenterà il volto dell’imprenditoria americana nel mondo. Come Mnuchin, anche Ross è un insider: ha fatto parte del team economico nella campagna di Trump.
La reputazione del miliardario è mista: è visto come uno speculatore disposto a farsi carico di molti rischi, un eroe per alcuni e un avvoltoio per altri.
Nel 2002 è stato lodato per avere salvato per esempio ltv, azienda di Cleveland finita in bancarotta che aveva chiuso una fabbrica di acciaio.
Ne fuse poi gli asset con Bethlehem Steel creando un nuovo gruppo, la International Steel group, poi ceduto due anni dopo a Mittal Steel per 4,5 miliardi di dollari.
Nel 2006 fu travolto invece dalle polemiche per l’esplosione costata la vita a 12 persone di una miniera in West Virginia che la sua azienda aveva comprato qualche settimana prima.
Due esempi che dimostrano una reputazione controversa ma che secondo lui dovrebbe essere rappresentata dalla fenice, uccello mitologico con cui vuole sottolineare il suo obiettivo di risollevare le aziende dalle loro stesse ceneri.
Esattamente quello che Ross ha aiutato Trump a fare con alcuni dei suoi casinò ad Atlantic City, New Jersey.
È lui – insieme a un altro investitore miliardario, Carl C. Icahn – ad avere permesso una ristrutturazione del debito del Trump Taj Mahal che ha permesso a Trump di salvare la faccia. E il suo marchio. Ora Ross deve tenere fede al motto del presidente eletto “Make America great again”.
(da “Huffingtonpost”)
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