IL COSTO DEI RIMPATRI: CIRCA 7.000 EURO A TESTA
ECCO QUANTO SPENDE L’ITALIA PER RIMANDARE I MIGRANTI NEI PAESI DI ORIGINE: 11,7 MILIONI
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede hanno presentato il Piano rimpatri sicuri, che ha l’obiettivo di accelerare le espulsioni dei migranti irregolari arrivati in Italia e che non hanno i requisiti per rimanervi.
Ma la difficoltà principale dei rimpatri resta il costo altissimo da sostenere.
L’Europa sta spendendo milioni di euro per i rimpatri forzati di migranti verso i loro paesi di origine, con costi fino ai 90.000 euro per singolo rimpatrio in un caso limit
Finora le spese italiane ammontano a 11.731.250 euro, dei quali la maggior parte, 9,7 milioni, sono stati destinati ai rimpatri forzati e la restante parte ai rimpatri volontari.
La distinzione tra rimpatri forzati e rimpatri volontari è necessaria non solo per il differente stato giuridico dei migranti, ma soprattutto per la differenza di trattamento economica dei tue tipi di procedimenti.
Secondo i dati Frontex, gestire una singola pratica di rimpatrio ha un costo medio di 6.800 euro che comprende il volo di linea e l’accompagnamento della persona nel paese d’origine.
L’utopia dei rimpatri
Rimandare in patria i migranti sbarcati sulle nostre coste non solo costa, ma richiederebbe quasi un secolo.
Se si stima che a oggi, in Italia, ci sono circa 500mila immigrati irregolari, un rimpatrio di massa arriverebbe a costare pertanto quasi 3 miliardi di euro. Ma la difficoltà più grande riguarda anche la possibilità di stringere accordi di riammissione con i Paesi del Nord Africa e di farli rispettare. Senza questi, un migrante rimpatriato non viene fatto rientrare nel proprio Paese di origine.
Per quanto riguarda inoltre la tempistica, numeri alla mano: se nel 2017 sono stati circa 6mila i migranti rimpatriati, considerando i 500mila “irregolari” sarebbero necessari 83 anni per rivederli tutti “a casa loro”.
(da Tpi)
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