IL PADRE DI LOVATO E’ INDAGATO DA 5 ANNI PER CAPORALATO: MENTANA PUBBLICA SU LA7 IL DOCUMENTO DELLA PROCURA DI LATINA
INSIEME A LUI ALTRI 14 IMPRENDITORI DELLA ZONA INDAGATI PER SFRUTTAMENTO DEL LAVORO
Il TgLa7 ha pubblicato in esclusiva un documento della Procura in cui si legge che Renzo Lovato, padre di Antonello Lovato, il 37enne che ha abbandonato sotto casa il bracciante indiano Satnam Singh dopo che quest’ultimo aveva perso il braccio destro in un incidente sul lavoro nella sua azienda agricola, è indagato da cinque anni per reati di caporalato in un altro procedimento.
Non è dunque la prima volta che un’azienda dei Lovato finisce sotto inchiesta. L’imprenditore agricolo del pontino che subito dopo la tragedia di Satnam Singh ha provato a scaricare la colpa dell’incidente sulla vittima (“ha compiuto una leggerezza che è costata cara a tutti”) attende infatti la data dell’udienza che potrebbe costargli il processo per un’indagine partita già 5 anni.
L’inchiesta, come rivela il TgLa7, è stata aperta nel 2019 dalla procura di Latina e si chiama Yamuna, dal nome del fiume del Punjab, area da cui proviene la maggior parte dei braccianti impegnati nei campi del basso Lazio.
Quell’inchiesta, oltre a Renzo, vede indagati altri imprenditori dell’agro pontino. Ora al tribunale non resta che fissare l’udienza davanti al gup, il giudice che dovrà decidere sul loro possibile rinvio a giudizio.
Come si legge nel capo di imputazione mostrato durante il telegiornale, Renzo Lovato e il collega Massimo Varelli si sarebbero rivolti al caporale indiano Paul Uttam per trovare manodopera a basso costo. Di più, a costi stracciati. I lavoratori, secondo la ricostruzione della procura, venivano pagati a cottimo senza il rispetto del salario minimo.
Violate anche le norme di sicurezza e di igiene sul lavoro: gli investigatori a cui i pm hanno delegato l’indagine hanno trovato bagni fatiscenti e nessun luogo idoneo a consumare i pasti o per cambiarsi i vestiti
Capitolo a parte quello delle abitazioni dei braccianti: case fatiscenti, con tetti precari, dove i lavoratori vivono ammassati come animali. Per di più pagando, ovviamente al datore di lavoro, un affitto da 110 euro al mese. Ora non resta che attendere la fissazione dell’udienza. Lovato rischia il processo per sfruttamento del lavoro.
(da La Repubblica)
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