IL SEGRETARIO DI CASAPOUND “LICENZIATO” PER INADEMPIENZA CONTRATTUALE DALL’AGENZIA INTERINALE DELLA REGIONE DOPO IL BLITZ IN AULA
TRENTA SINDACI DELLA PROVINCIA CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL CONSIGLIERE REGIONALE LEGHISTA CHE VOLEVA SPARARE AI MIGRANTI
Francesco Clun, il segretario provinciale di CasaPound, che tre giorni fa ha guidato il blitz in Consiglio regionale a Trieste durante una discussione sui migranti, non tornerà più a fare l’impiegato in Regione: la Direzione centrale Salute – presso la quale Clun prestava servizio con un contratto da interinale – lo ha cacciato, proprio a causa dell’irruzione, con tanto di megafono, assieme ad altri tredici militanti della tartaruga nera. Il provvedimento di sospensione è stato notificato dall’agenzia Ranstad, che aveva collocato il politico in Regione fino a settembre. “Gravi inadempienze contrattuali”: così, in una lettera, è stato comunicato il ben servito a Clun. Che concluderà dunque anzitempo (il contratto scadeva a settembre) la sua esperienza nella pubblica amministrazione.
Quando un impiegato viola le norme previste dal contratto, o si rende responsabile di gravi comportamenti, normalmente sono gli stessi uffici regionali che comunicano il provvedimento di sospensione: ma essendo Clun un lavoratore interinale, in questo caso ha provveduto l’agenzia Ranstad.
Grazie a una vecchia conoscenza con l’assessore Alessia Rosolen, ex missina che militava con lui nel Fronte della Gioventù, il segretario provinciale di CasaPound era finito a lavorare in Regione: nell edificio dove ha sede il consiglio, che conosce bene, Clun aveva fatto irruzione per interrompere l assemblea regionale.
A raccontare il caso è stata “Repubblica”, che ha svelato chi e come, bypassando i controlli di sicurezza, avrebbe permesso l’ingresso a palazzo, e poi in aula, dei 14 militanti neofascisti. L’ormai ex impiegato regionale è dotato di regolare badge. Il tesserino, con tutta probabilità , potrebbe essere stato il passepartout per accedere nell edificio. Forse attraverso i tornelli. Forse attraverso il riconoscimento in portineria.
Sulle falle nella sicurezza la Regione è intenzionata a fare chiarezza: il presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, convocherà per i prossimi giorni (probabilmente lunedì) l Ufficio di presidenza nel quale si esaminerà che cosa non ha funzionato nei controlli.
Altra questione in agenda è quella relativa alla posizione del consigliere leghista Antonio Calligaris: nel pieno del blitz casapoundista Calligaris si è lasciato andare a affermazioni inquietanti: “Io sono uno di quelli che a quella gente là (i migranti, ndr) sparirebbe senza problemi”. Parole che potrebbero costare a Calligaris la sospensione.
A chiedere le dimissioni del consigliere sono trenta sindaci della provincia: “Calligaris ha pronunciato parole violente, gravissime e irresponsabili”.
(da “La Repubblica”)
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