ORLANDO SFIDA ORFINI: SI RIUNISCONO I GIOVANI TURCHI, LA FORZA CUSCINETTO TRA RENZI E LA SINISTRA INTERNA
ORFINI IN MINORANZA SUL DOCUMENTO DEL MINISTRO
La crepa si apre nel cuore della maggioranza renziana, sulla linea congresso subito.
Alle ore 14,00, nella stanza della commissione Agricoltura della Camera, è convocata la riunione della corrente dei giovani turchi.
Una cinquantina, tra deputati e senatori.
Sarà sancita la spaccatura, tra Andrea Orlando, che già alla direzione di lunedì si è fatto interprete di una linea di mediazione e Matteo Orfini, falco.
E sarà sancita non solo dalle parole, ma dei numeri.
Il guardasigilli presenterà un documento, dove sono scritte nero su bianco le cose che ha illustrato in direzione: conferenza programmatica, no a congresso in tempi brevi. Documento che sarà presentato anche all’assemblea di domenica, almeno questa è l’intenzione. In calce c’è la grande maggioranza della sua corrente. Oltre 35 firme, dicono fonti affidabili.
Una crepa vera. Affidata a atti politici, non a moral suasion.
La raccolta firme durava dalla giornata di ieri, ma il clima diventato ancora più teso dopo l’intervista di Orfini a Repubblica. Più di un parlamentare vicino a Orlando dice: “Ha fatto l’intervista contro Orlando”, “Non parla così il presidente del partito”, “Così salta il Pd”.
Anche il guardasigilli, ospite di Myrta Merlino all’Aria che Tira non nasconde il suo disappunto: “Io ho una concezione diversa dell’amicizia, perchè non ci si parla attraverso le interviste, tra amici”.
E adesso il pressing dei suoi per farlo candidare è diventato davvero forte.
Perchè adesso il guardasigilli si trova nella classica posizione in cui indietro è difficile tornare, nella maggioranza renziana dominata dai falchi, ma avanti è un’incognita.
In questi giorni in cui tutti parlano con tutti tra i capi delle correnti, alcuni segnali Orlando li ha dati. Ma non subito: “Andrea — dice chi lo ha sentito — ha bisogno di tempo e immaginava un percorso graduale. Perchè la sua candidatura va costruita. Non può diventare il candidato della sinistra dopo che ha condiviso tutte le scelte di Renzi”.
Proprio il fattore tempo è decisivo per leggere il dramma Pd.
L’ex premier, impossibilitato ad andare al voto a giungo, vuole il congresso, una rilegittimazione immediata, prima delle amministrative.
Per evitare che il voto nei mille comuni possa essere una botta fatale per la sua leadership. E a quel punto liberi tutti.
La sinistra chiede tempi lunghi, appunto per preparare un altro schema. Altrimenti, la macchina della scissione è già partita, come preannunciato dalla dichiarazione congiunta Speranza-Emiliano-Rossi.
Ora Orlando spacca la maggioranza, con una conta oggi e domenica. E mentre prova a frenare, in parecchi dei suoi gli chiedono un’accelerazione sulla candidatura.
(da “Huffingtonpost”)
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