PARLA MARCO BELVISO, COORDINATORE PER IL NORDEST DELL’ASSOCIAZIONE “IL MONDO AL CONTRARIO”, CHE STA PER DIVENTARE MOVIMENTO POLITICO: “ASPETTIAMO I CONGRESSI DELLA LEGA E SCOMMETTIAMO SULLA ROTTURA CON LA VECCHIA GUARDIA, ZAIA E FEDRIGA”
A QUEL PUNTO POTREBBE PARTIRE L’OPA DI VANNACCI: “È IL NOSTRO ASSO PIGLIATUTTO. MA PIÙ CHE PRENDERSI LA LEGA LO IMMAGINO COME LEADER DI UN POLO, UN CARTELLO CON SALVINI”… IL CAPITONE È NERVOSO E HA FATTO UNA SERIE DI TELEFONATE INCROCIATE PER CAPIRE LE INTENZIONI DEL GENERALE
Dissimulare, dissimulare, dissimulare: sembra questo l’ordine di scuderia impartito da via Bellerio ai suoi. La Lega, infatti, nega che ci sia fastidio o preoccupazione per l’ipotesi – sempre più concreta – che il generale Roberto Vannacci possa dare vita a un soggetto politico autonomo dopo l’elezione a eurodeputato nelle file del Carroccio con oltre 500 mila preferenze.
Una possibilità che però negli ultimi giorni si è fatta sempre più tangibile, come ha spiegato ieri in una intervista a questo giornale il colonnello Fabio Filomeni, braccio destro di Vannacci: «Il movimento culturale “Il mondo al contrario”, ispirato al libro del generale diventa un movimento politico», ha precisato prendendo platealmente le distanze dal Carroccio con cui «non abbiamo niente a che fare. E neanche con la Lega del passato».
Il disappunto, però, si legge nelle frasi dei militanti e di qualche dirigente locale al Nord – che vuole rimanere anonimo – quando dicono che andare via «sbattendo la porta dopo la ribalta politica che gli abbiamo offerto sarebbe uno sgarbo a Salvini ma prima di tutto al partito che lo ha accolto». Qualcuno si lascia sfuggire che «la Lega non è un taxi per Bruxelles».
«Staremo a guardare quello che succederà», dice il segretario provinciale di Bergamo Fabrizio Sala. E le sue parole sembrano riprendere quelle di un altro leghista della prima ora come Gian Marco Centinaio che ha tagliato corto dicendo che «starà alla finestra a guardare».
Non sono in molti, comunque, quelli che si strappano i capelli – come si dice – all’idea che il generale fondi un suo partito e tolga il disturbo da via Bellerio («lui che non ha mai preso la tessera neanche da simpatizzante», precisa qualcuno). «E quella è la prima categoria di leghisti», riferisce una fonte vicina al Carroccio. «Non vedono l’ora di poter dire a Salvini “te l’avevo detto”».
Preoccupazione, però, ce n’è. E lo testimoniano alcuni movimenti di Salvini che nei giorni scorsi avrebbe scambiato diversi messaggi con Umberto Fusco, da due anni fuori dalla Lega, che ora segue il generale nell’organizzazione della sua festa a Viterbo. Il segretario federale si sarebbe informato sulle intenzioni della sua “punta di diamante” dopo i rumors sulla fondazione del partito.
Non soddisfatto dalle informazioni- o forse preoccupato per le notizie ricevute – avrebbe fatto partire una serie di telefonate incrociate da via Bellerio per sondare l’effettiva fattibilità dell’operazione. Un atteggiamento «sintomatico di nervosismo» lo definisce una fonte vicina alla Lega.
Chi, fuori dalla Lega, comunque, guarda con interesse al progetto di Vannacci è Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, da tempo alla ricerca di una “casa politica”. «Vannacci può essere un aggregatore per la destra sovranista. Ma prima di altre mosse dovrà chiarirsi con Salvini», aveva detto. Concordano in molti tra i leghisti: «È lui che è venuto da noi, non il contrario. Quindi è a noi che deve rendere conto».
(da La Stampa)
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