SCOPERCHIATO IL PENTOLONE RIBOLLENTE DI ARDORI “CULTURALI”, CHE SUCCEDE? LE DIMISSIONI VOLONTARIE DI “GENNY DELON” DIVENTANO INDISPENSABILI. BASTA UN ESPOSTO E SCATTA L’INCHIESTA GIUDIZIARIA
SARÀ LA NORIMBERGA PER ‘O MINISTRO ‘NNAMMURATO, SE SCARICA LA BOCCIA POTREBBE SUCCEDERE DI TUTTO, FORNITA COM’È LA BOCCIA DI UN ARCHIVIO ZEPPO DI AUDIO E DI MAIL DELL’INFINGARDO CASCAMORTO GENNY
E adesso, scoperchiato il pentolone ribollente di ardori “culturali” del ministro Sangiuliano e della procace “non consigliera” Boccia, che succede
Giorgia Meloni si salva solo se, giorno dopo giorno, il caso del suo ministro gaglioffo finisce mediaticamente in ultima pagina.
In caso contrario, le dimissioni volontarie diventano indispensabili per non far risalire il fattaccio alla presidenza del Consiglio, che ne risponde in ultima istanza “avallandone” l’operato.
Questa mattina la prima mossa di un terrorizzato “Genny Delon” è stata quella di contattare i legali del Collegio Romano, avvocati personali e l’amico che dette vita alla sua carriera giornalistica, Vittorio Feltri.
Contemporaneamente, a Palazzo Chigi, una Melona furibonda ha messo in moto il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio rovesciando alla loro attenzione l’incombenza di riuscire a trovare una soluzione per non far dimettere ‘O Ministro ‘nnammurato.
Ovviamente, se fosse per lei, la Ducetta getterebbe l’Arrapato del Collegio Romano in una vasca piena di squali, ma non può farlo dimettere in quanto un ministro è nominato dal Capo dello Stato su proposta del premier (certo, nel caso che punti i piedini, non si deve scomodare Mattarella: ai fratellini d’Italia è sufficiente alzare un sopracciglio senza neppure scomodarsi a far trapelare di temere la mozione di sfiducia in Parlamento presentata nel frattempo dalle opposizioni).
Ma al momento il governo Ducioni si ritrova a carico già ben tre anatre zoppe (Santanché, Lollobrigida e Sangiuliano) più una sorella “bersaglio” mobile (Arianna) e, dato lo stato di rissosità continua con Lega e Forza Italia, anche un rimpastino rischia di trasformarsi in uno scontro da Ultima Cena.
(Già si preparano i coltelli e si scaldano i motori tra la leghista e sottosegretaria ai Beni Culturali, Lucia Borgonzoni, e il fratellino d’Italia e presidente del Museo Maxxi, Alessandro Giuli, in caso di dimissioni dell’incauto ed emotivo Gennarino).
Il “Bombolo del Golfo”, ministro in aspettativa da Mamma Rai (per la serie: non si sa mai…), ha però davanti un bel po’ di tempo (un mese o due) per prepararsi a rispondere in Parlamento alle interrogazioni parlamentari depositate dai partiti dell’opposizione, Italia Viva compresa (le calendarizzazioni sono in mano ai capi gruppo del governo).
E quel giorno, se arriverà (basta un esposto per i viaggi e le ospitalità a beneficio di una “estranea” alla cosa pubblica per far intervenire quantomeno la Corte dei Conti se non i Pm di piazzale Clodio), e allora quel giorno sarà la Norimberga per il farfallone del Collegio Romano.
Una volta in aula, Gennarino dovrà giustificare la rava e la fava, produrre le prove che Dagospia ha scritto il falso e quindi scaricare l’ex imprenditrice di abiti da sposa di Pompei come una velleitaria arrampicatrice di provincia che aspirava ad essere nominata “Consigliera agli Eventi Speciali” del dicastero ma per varie, come di dice, “criticità”, il sogno non è diventato realtà, bla-bla.
Bene, a quel punto, sulla caliente pagina Instagram della Boccia-ridens può succedere di tutto, di più, fornita com’è la Bambolona di un archivio zeppo di audio e di mail dell’infingardo cascamorto Genny (per la serie: non si sa mai…).
Alla responsabilità politica del ministro, occorre però aggiungere la responsabilità amministrativa che ricade sul Capo di Gabinetto, l’azzimato Francesco Gilioli, che doveva sottrarsi alle pressioni di Sangiuliano essendo da mesi a conoscenza dell”abusivismo” di titoli della bionda donzella.
(Se la giurisprudenza afferma che il lavoratore del settore privato “non solo può ma deve rifiutarsi di eseguire un ordine illegittimo”, a maggior ragione il funzionario pubblico ufficiale).
Mentre il consigliere diplomatico Francesco Contestabile, distaccato dalla Farnesina al MIC per sbrigare questioni internazionali, può segnalare una anomalia ma non può intervenire contro la volontà del rappresentante del governo perché risponde a tutti gli effetti al Capo di Gabinetto, al pari della segreteria e dei funzionari del ministero che hanno vissuto la parantesi rosa-shocking di Sangiuliano con la sculettante Maria Rosaria come il fumo agli occhi.
Da non sottovalutare infine la circostanza dei “passi” di accesso agli uffici ministeriali che, in caso di anomalie, configurerebbero senza alcun dubbio l’ipotesi di reato di falso in atto pubblico
(da Dagospia)
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