STAMPA ESTERA UNANIME: “ITALIA IN COMA BERLUSCONIANO”
ALLARME E IRONIA SULLA STAMPA INTERNAZIONALE, VIGNETTE SARACASTICHE E ANALISI IMPIETOSE…”PIU’ VICINI AL MEDIOEVO CHE ALL’EUROPA”
“L’effetto Italia”. Lo chiama così, ormai, il Financial Times, e poi spiega quali conseguenze può mettere in atto: “il declassamento del rating solleva timori per l’eurozona”.
In altre parole, l’instabilità italiana rischia di affondare l’euro.
Una preoccuazione che un altro grande quotidiano inglese mette in prima pagina, accoppiando il titolo, “In zona pericolosa”, con una foto di Berlusconi a occhi chiusi e mani giunte, l’immagine di un leader sconfitto.
Tutta la stampa e i netowrk televisivi internazionali battono su questo tasto, segnalando i nuovi rischi creati dal taglio del rating di Standard & Poor’s, rischi per l’Italia e per l’Europa.
E i media stranieri ironizzano anche sulla reazione del presidente del Consiglio secondo cui l’abbassamento del rating sarebbe solo “colpa dei giornali”, anzichè della crisi e della sua scarsa leadership, distratta da processi e prostitute.
Se un’immagine vale più di mille parole, in proposito la dicono lunga due vignette sulla stampa britannica.
Una dell’Independent ritrae Berlusconi, con il suo solito sorriso, intento a suonare
una viola che ha il corpo di una donna nuda inginocchiata ai suoi piedi: lo spartito della musica s’intitola “Fai il bunga bunga”, e intanto alle spalle del premier sta bruciando il Colosseo.
Anche la seconda vignetta, sul Sun, allude a Nerone che suonava la cetra mentre bruciava Roma: in questo caso Berlusconi, accompagnato da due giovani donne in abiti discinti, viene affrontato da un centurione con la scritta Fondo Monetario Internazionale sul mantello, a cui dice, “Crisi? Quale crisi?”, mentre dietro di lui brucia il Colosseo e crolla il Pantheon.
Non è solo questione di battute, tuttavia.
In una lunga analisi del caso italiano, il corrispondente da Roma del Financial Times, Guy Dinmore, spiega quale sia la ragione del taglio del rating: “La riluttanza dell’Italia a fare i cambiamenti necessari alla crescita dell’economia ha spinto Standard & Poor’s ad agire”. Altro che “tutta colpa dei giornali”.
Il quotidiano della City nota che alla base di tutto c’è il fallimento da parte di Berlusconi di mantenere quello che aveva promesso, cioè una “rivoluzione liberale” in grado di risvegliare il paese.
A questo punto, conclude il Ft, “i commentatori dei media in pubblico, e alti funzionari di governo in privato, parlano perfino con speranza di un altro ’25 luglio’, riferendosi al giorno del 1943 in cui re Vittorio Emanuele arrestò Mussolini dopo che gli alleati del Duce nel Gran Consiglio del fascismo si erano rivoltati contro di lui”.
Un altro commentatore, Nils Pratley sul Guardian, osserva che c’è una differenza tra la crisi economica in Spagna e quella italiana: “Non si sentono tanti industriali spagnoli fare commenti” negativi sulle misure d’emergenza del proprio paese, del tipo di quelli fatti da Sergio Marchionne quando si è lamentato recentemente che “il tempo degli impegni nebulosi, non speciicati e non dettagliati è finito”.
In un altro articolo, il Guardian cita anche le aspre critiche mosse al governo dal presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, secondo cui gli italiani sono “stufi di essere uno zimbello internazionale”.
Il Wall Street Journal e la Bbc mettono l’accento sulla poco convincente difesa del nostro premier, a proposito delle “colpe dei giornali” come motivazione del declassamento del rating italiano.
Mentre un tabloid popolare londinese, il Daily Express, preferisce oggi dedicare un paginone al “mondo vizioso di cortigiane da 10 mila sterline a notte” che circonda il capo del governo italiano.
Il tedesco Der Spiegel è il più duro di tutti: “L’economia italiana è in declino – scrive – e potrebbe trascinare tutta l’Eurozona con sè. Ma il primo ministro Berlusconi ha problemi più importanti per cui essere preoccupato: ha quattro processi sul collo, ogni giorno qualcosa di nuovo che rivela la sua stravagante vita privata. Rimane poco tempo per la politica”. E ogni mattina, quando si alza e si guarda allo specchio “ripete ‘mi piaccio, mi piaccio, mi piaccio'”.
Questo è il ritratto del nostro primo ministro dato dal Der Spiegel, che ricostruisce gli ultimi scandali che hanno coinvolto l’uomo da cui tutti si aspetterebbero una presa di posizione sui rischi per l’economia italiana preventivati da Standard and Poor’s.
“Tutti contro Berlusconi” intitola invece il Die Welt di Berlino.
“Il primo ministro ha risposto con rabbia – scrive il quotidiano – al declassamento di Standard and Poor’s: ‘è una scelta politica’, e minaccia una querela”.
La reazione furiosa del capo di governo è al centro anche dell’analisi sulla situazione italiana del Berliner Morgenpost: “Il primo ministro italiano Berlusconi – scrivono – ha reagito con rabbia al downgrade dei titoli di stato italiani. Ma la decisione dell’agenzia di rating è basata sul volto realistico dei piani di riforma varati dal governo”.
Il Kleine Zeitung riprende il governo: “Declassamento dei titoli, Berlusconi dice ‘non ho alcuna colpa’. Ma si fida di lui solo un quarto del Paese”.
La stampa francese incalza. “L’Italia è un bordello”, “Berlusconi sul filo del rasoio”, “L’Italia è in un coma berlusconiano”.
Le Monde intitola “L’Italia paga il prezzo della decandenza” ricostruendo, in uno zapping televisivo, le informazioni date dai media francesi sul declino economico, politico, e morale del Bel Paese.
“La notizia del declassamento, per gli italiani, più che uno schock è il calvario che continua, il prezzo da pagare per la decandenza morale del Paese” conclude la giornalista. “Berlusconi sul filo del rasoio”, intitola Le Figaro, ripercorrendo le divisioni interne alla maggioranza.
France Soir riprende lo stesso refrain: “L’instabilità politica e la debolezza della crescita aumentano i dubbi sul futuro del Paese”.
La scelta di Standard&Poor’s sarebbe un allarme contro un governo debole e attraversato da scandali.
Il Courier International insiste: “Berlusconi, detto il degradante”, intitola, spiegando:”Se l’agenzia di rating Standard and Poor’s ha declassato l’Italia, la colpa è in particolar modo del presidente del consiglio, le cui azioni scandalose e l’assenza dai problemi del Paese lasciano la popolazione nel caos”.
Dalle testate americane la situazione italiana è ritenuta più che grave. In un reportage di ieri sul New York Times, la corrispondente Rachel Donadio ricostruisce un’Italia più vicina al Medioevo che all’Europa: “Per un numero sempre maggiore di critici – scrive – i dettagli scabrosi sui party del primo ministro, così come l’attitudine cospirativa con cui ogni critica è vista come una mancanza di lealtà , non sono che le ultime prove del fatto che il governo Berlusconi, benchè eletto democraticamente, è evoluto in qualcosa di un’altra epoca: una corte reale, dove ognuno, dai membri della coalizione alle giovani ospiti delle feste, serve solo al piacere del principe”.
Un sistema di corte regge così il governo, cui importano più i problemi di politica interna che non la crisi finanziaria che arriva a colpire anche l’Italia.
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