TAJANI S’È STUFATO DI ESSERE BULLIZZATO E FORZA ITALIA FA SALTARE IL DECRETO GIUSTIZIA: USCITO SCONFITTO DAL VERTICE SULLA MANOVRA, IL VICEPREMIER FORZISTA, SENTITOSI UMILIATO, HA ORGANIZZATO UN BLITZ, FACENDO DISERTARE AI MINISTRI AZZURRI IL CDM DI IERI
NEL MERITO, FORZA ITALIA NON ACCETTA LE NUOVE NORME SULLA CYBERSICUREZZA, CHE AMPLIANO I POTERI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA
Raccontano che domenica sera, appena uscito da casa di Giorgia Meloni al Torrino, abbia esclamato: “Non possono umiliarci così, forse non hanno capito che ormai siamo la seconda forza politica della maggioranza”.
Era furioso, Antonio Tajani. Al vertice sulla manovra è entrato gladiatore, ne è uscito agnellino. Nessun ampliamento del taglio Irpef, nessun aumento delle pensioni minime, nessuna certezza sull’autonomia differenziata. Il vicepremier chiede anche più rappresentanza al governo, a partire da un sottosegretario per sostituire Raffaele Fitto agli Affari Ue ma la premier non ha intenzione di concederglielo.
Così, di notte, Tajani organizza il blitz. Lunedì, cioè ieri, nessun ministro di Forza Italia si sarebbe presentato in Consiglio dei ministri chiedendo alla premier di rinviare, per l’ennesima volta, il decreto Giustizia che contiene, tra le altre cose, un nuovo “bavaglio” per i magistrati che dovranno astenersi dal parlare di questioni su cui poi dovranno giudicare e soprattutto le nuove norme sulla cybersicurezza, in particolare una che dava compiti di coordinamento sui reati cyber alla Procura Nazionale Antimafia.
Obiettivo: giocare allo sfascio per ottenere qualcosa al tavolo delle trattative sulla legge di Bilancio e far capire agli alleati che FI è il secondo partito della maggioranza e dovrà essere trattato di conseguenza
Il ministro degli Esteri di buon mattino chiede il rinvio del decreto Giustizia: altrimenti non votiamo, è il senso della minaccia. Dopo ore di trattative, alla fine, la premier decide di acconsentire: il decreto sarà rinviato al Consiglio dei ministri di venerdì. La scusa è già pronta: i ministri di Forza Italia non possono essere presenti. Tajani è a Fiuggi per il G7 Esteri, Pichetto Fratin a Baku per la Cop e Anna Maria Bernini non poteva andare in Cdm a porre questioni sul decreto.
Così fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il decreto è rinviato ancora e poi è il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri a porre anche una questione di merito: come anticipato dal Fatto, Forza Italia non è d’accordo a dare i poteri di impulso e coordinamento alla Procura Nazionale Antimafia di Giovanni Melillo.
La norma aveva già provocato tensioni nel governo tra il suo ideatore Alfredo Mantovano e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, contrario. Gasparri, che dovrebbe tenersi ben lontano dalle questioni sulla cybersicurezza visto il suo ruolo passato alla presidenza della società Cyberealm da cui si è dimesso nel marzo scorso, spara: “Questa norma merita una riflessione approfondita, così non passa”.
Forza Italia, che invece è d’accordo sul nuovo bavaglio ai giudici, non può far passare il messaggio di votare un provvedimento che farebbe della DNA una sorta di Superprocura che ha compiti di coordinamento sulle indagini di mafia, terrorismo e cybersicurezza.
Sul decreto invece ci sarebbero stati anche dei dubbi da parte di Fratelli d’Italia a proposito della norma che impedirebbe ai giudici di esprimersi pubblicamente su vicende su cui sono chiamati a decidere. Norma voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ieri ne ha rivendicato la paternità: “Se il magistrato si è espresso su alcuni settori, deve astenersi”. La premier però in Consiglio dei ministri fa un richiamo agli alleati: “Dobbiamo essere meno litigiosi”.
La giustizia è un tema caldo per FI, che in settimana vuole far passare la separazione delle carriere in commissione Affari costituzionali della Camera. In Forza Italia circolano anche veleni più politici: Tajani teme che la premier voglia dare più un ministero a Lupi sostituendo, in prospettiva, FI quando scenderà in campo Pier Silvio Berlusconi.
(da il Fatto Quotidiano)
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