TERRA DEI FUOCHI, DON PATRICIELLO PUBBLICA LE FOTO DEI BIMBI AMMALATI
IL PARROCO DI CAIVANO DENUNCIA LE MALATTIE TUMORALI E LE LEUCEMIE CHE QUALCUNO VORREBBE FAR DIMENTICARE
Pubblica le loro foto in un letto d’ospedale. E lo fa per raccontare la loro storia di cancro al cervello e di sofferenza: a soli otto anni.
Don Maurizio Patriciello torna a parlare così di Terra dei Fuochi, l’area compresa tra Napoli e Caserta dove sono stati interrati rifiuti tossici e dove si registra un’alta percentuale di mortalità e malattie infantili.
Il parroco di Caivano lo fa come sempre sulla sua pagina Facebook.
«Aurora e Mattia. Hanno entrambi 8 anni. Entrambi sono ricoverati in ospedale. Mattia dona ad Aurora uno spicchio del suo mandarino. Stupendo. Impariamo da loro. Preghiamo per loro. Ho ricevuto dai genitori il permesso di pubblicare la foto. Per portare queste meravigliose creature nelle vostre case e nei vostri cuori. Per far sapere a tutti che Aurora e Mattia sono tra coloro che nella “Terra dei Fuochi” lottano, soffrono, sperano. Dio li benedica mille volte. Padre Maurizio Patriciello».
Così il parroco di Caivano poche ore fa sulla sua pagina Facebook
La Spoon River di Caivano
Ed ancora Patriciello scriveva il 19 gennaio scorso: «Il numero dei morti inganna. Alle giovani mamme portate al camposanto occorre aggiungere i figlioletti che rimarranno a casa immersi in un mare di dolore. Nelle bare dei bambini che hanno messo al mondo, i genitori rinchiudono anche i loro cuori. La matematica in questi casi mente. Non dice il vero. Non lo può dire perchè non le compete. Occorre mettersi in ascolto del dolore. Andare negli ospedali di Napoli e dintorni dove tanti pazienti non hanno nemmeno un letto per riposare. Dove le liste di attesa per un ricovero sono lunghe come l’ elenco telefonico. Occorre portarsi al cimitero di Frattaminore, Acerra, Orta, Caivano e degli altri cento paesi della “ Terra dei fuochi”. Senza paura. Senza paraocchi. Senza il desiderio di imbrogliare il prossimo. Occorre entrare nelle case dove si stanno spegnendo i nostri cari e, umilmente chiedere come stanno facendo per tirare avanti…L’ ho visto con mio fratello Giovanni. Attorno al letto dove viveva le sue ultime ore eravamo in tanti a tentare di lenire il suo dolore. Ritorniamo a essere uomini..».
Ed ancora: «Che strano modo di ragionare. In Campania, dice qualcuno, solo l’1 % del territorio è stato avvelenato. Qualcun altro arriva al 2% e così via. Nessun problema, quindi. E, soprattutto, i cittadini residenti nelle zone più inquinate, sono pregati di non fare gli “ allarmisti”. Di mettersi il cuore in pace e sopportare lo scempio che da anni camorra, industriali disonesti e politici collusi e corrotti hanno provocato per far soldi. Tanti, tanti soldi. In fondo, sembrano dire, qualche morte in più dovuta al danno ambientale non è poi una tragedia. Che strano modo di ragionare.. Ogni uomo è unico, prezioso e irripetibile. Se anche un solo bambino, una sola giovane mamma, un solo papà fosse morto a causa dell’ inquinamento della “ Terra dei Fuochi” già sarebbe troppo. Troppo e insopportabile».
«Io sono Michele»
E sempre il 19 gennaio: «Frattaminore, il paese che mi ha visto nascere, piange oggi un’altra vittima. Michele se ne è andato in soli due mesi a 49 anni. Cancro al cervello. Lascia la moglie e 4 figlioli. La “ Terra dei fuochi” non si smentisce. La “Terra dei Fuochi” continua, suo malgrado, a uccidere i suoi stessi figli. Come sarebbe bello essere smentiti. Come sarebbe bello se i tanti “ scienziati”, improvvisati e prezzolati, potessero provare il contrario. Io sono solo un prete. Un povero prete di periferia che cerca di richiamare l’ attenzione su un dramma dalle dimensioni immani. Basterebbe andare dai due parroci di Frattaminore — don Giorgio e don Aldo – e pregarli di controllare nei registri dei defunti quante persone sono morte nell’ ultimo anno, di quale malattia e a che età . I fatti, purtroppo, sono questi. Dio benedica tutti e ci dia tanta forza e coraggio per continuare a combattere. Non si può vivere chiedendosi angosciati: a chi toccherà domani? Non è possibile rimanere con le mani in mano ad aspettare il proprio turno. Il ministro Gian Luca Galletti, quando venne in parrocchia, affermò: « Questo è un problema nazionale e deve essere risolto da tutta la Nazione». Ma quando? Quando si comincerà a fare sul serio, Ministro? Quanti altri morti dobbiamo piangere? Quante altre disonesti dovranno arricchirsi sulla nostra pelle? Oggi “ io sono Michele”. E chiedo a tutti gli abitanti della “ Terra dei Fuochi” di essere Michele. Ogni dramma che si consuma sulla terra lo sentiamo nostro. Ma vogliamo che anche la tragedia che ci ucccide venga conosciuta, affrontata, risolta».
(da “il Fatto Quotidiano”)
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