VICENDA ASSUNZIONI IN CAMPIDOGLIO: NELLA RETE DEI FAVORI PER FAMILIARI, L’ASSESSORE FA CINQUINA
ASSESSORI, CONSIGLIERI, CAPOGRUPPO PDL: OGNUNO HA PARENTI PIAZZATI IN POSTI SICURI… LO SCANDALO DI UN CENTRODESTRA CHE AVREBBE DOVUTO DIMOSTRARE LA PROPRIA “DIVERSITA”… E’ QUESTA LA MERITOCRAZIA CHE POI VIENE ANNUNCIATA IN TV?
Agenzia di collocamento Campidoglio.
Ovvero come aggirare l’obbligo dei concorsi pubblici, previsto per legge negli enti locali, assumendo a chiamata diretta nelle aziende comunali parenti, amici e sodali vari.
«Quello messo in piedi dal clan Alemanno è un vero e proprio sistema », racconta un fedelissimo che, in cambio dell’anonimato, è disposto a svelare numeri e metodi del reclutamento avvenuto a partire dal 2008 in Atac e Ama, per dimensioni le due principali società capitoline escludendo Acea (gestore dell’elettricità e dell’acqua quotato in borsa e perciò sottoposto a controlli più stringenti).
«Un sistema a carattere piramidale », prosegue la fonte. «Significa che la regia di tutte le assunzioni è politica, serve per accontentare clientele e creare consenso, ripaga dell’astinenza decennale che molti nel centrodestra, sotto Rutelli e Veltroni, hanno vissuto male».
In cima c’è il sindaco Alemanno, cui spetta indicare i manager e attraverso di loro controllare gestione e personale delle ex municipalizzate, affiancato da un paio di fedelissimi, ciascuno competente nel proprio settore, che ricevono i desiderata, smistano le istanze, soddisfano le richieste. Imbucate con molta disinvoltura nelle molteplici aziende del Campidoglio, un bacino potenzialmente senza fondo trasformato in un centro per l’impiego di mogli, figli, generi e nuore di parlamentari, assessori, dirigenti aziendali e persino sindacalisti.
In l’Atac, azienda dei trasporti, il dominus è il coordinatore regionale nonchè deputato del Pdl Vincenzo Piso.
È lui che ha trattato le oltre 850 assunzioni per chiamata diretta effettuate a partire dal 2008.
Con la fattiva collaborazione del coordinatore romano di rito forzista Gianni Sammarco e dell’ex ad Adalberto Bertucci, già consigliere comunale di An. Lungo l’elenco dei congiunti illustri.
L’ex capogruppo capitolino di An ora in Parlamento, Marco Marsilio, ha per esempio sistemato alla Direzione Comunicazione la sua compagna, Stefania Fois, un trascorso da pittrice semi- affermata come dimostra il sito internet che porta il suo nome; il senatore pdl Stefano De Lillo ha ottenuto per la moglie avvocato, Claudia Cavazzuti, la responsabilità dell’Area Normativa e Disciplina; il deputato Vincenzo Aracri ha fatto arruolare il genero, Nicola Valeriani, così come ha fatto l’ad Bertucci con il marito della figlia; per poi inserire anche la cognata del primogenito Marco e la figlia della sua segretaria (a sua volta distaccata dal Campidoglio e promossa dirigente).
Ma, a darsi da fare, è stato soprattutto l’assessore ai Trasporti: Sergio Marchi ha iniziato aiutando la fidanzata, Flavia Marino, a trasferirsi in Atac dalla società regionale Cotral (all’epoca gestita dal centrosinistra), ha continuato facendo assumere la sua segretaria, Loredana Adiutori, e la di lei figlia, si è superato con la consulenza di 4 mesi assegnata al cognato presso l’Agenzia di Mobilità , dove sono state prese pure con un contratto a progetto la moglie del suo capo staff, Enrico Guarnieri, e la ex fidanzata di un altro collaboratore, Peppe Leoni.
Non che i consiglieri comunali siano restati a guardare: l’ex An Marco Visconti ha sponsorizzato l’ingresso come quadro della compagna Barbara Pesimena; il generale prestato alla lista civica di Alemanno, Antonino Torre, il reclutamento del figlio come informatico.
Nutrito, come non bastasse, anche l’elenco sindacale: il segretario autoferrotranvieri della Faisa-Cisal, Camponeschi, ha piazzato moglie e figlia; il presidente Moro la sorella e la fidanzata; il segretario regionale della Cisl Chiricozzi il figlio; il segretario regionale Uil Napoleoni due figli, un nipote e la fidanzata del figlio; l’ex segretario della Cgil Murri la figlia.
Più controllato ma non meno copioso l’accesso in Ama.
Merito di quella vecchia volpe di Franco Panzironi, braccio operativo della Fondazione alemanniana Nuova Italia e gran procacciatore di fondi e affari. Da agosto 2008 è lui l’ad della società capitolina dei rifiuti.
Fra le sue mille assunzioni, c’è finito di tutto.
Dal genero, Armando Appetito, preso un mese dopo il suo arrivo, alla figlia del caposcorta del sindaco.
E poi ancora mogli, cugini, cognati di «una pletora di politici che storicamente utilizzano l’azienda per saldare cambiali elettorali»
Giovanna Vitale
(da “La Repubblica“)
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