VINCERA’ BUCCI E GENOVA SARA’ TUTTA UN RED CARPET, CREERA’ 30.000 POSTI DI LAVORO NELLA MANUTENZIONE DEL TAPPETO ROSSO
MA INTANTO DOVRA’ SISTEMARE QUALCHE CENTINAIA DI QUESTUANTI CHE ASPETTANO DA VENTI ANNI DI SOSTITUIRE I RACCOMANDATI DAL PD… NON SI DIMENTICHI DI PULIRE LA STRADA PER LE VILLE DI SANT’ILARIO, DOVE STA IL SUO BENEFATTORE
Come abbiamo anticipato in tempi non sospetti, ben prima che i media nazionali rivelassero le “grandi intese” tra partiti reazionari (Lega, Fdi e M5S) che è più fine definire populisti (quelli per intenderci che stanno prendendo sberloni in tutta Europa) per una volta il “garante” aziendale del M5S riuscirà a vincere una battaglia: quella di consegnare la città dove vive al sedicente centrodestra.
Sulla base delle regionali di due anni fa al ballottaggio a Genova avrebbero dovuto andarci il candidato del sedicente centrodestra (che partiva col 34%) e quello dei Cinquestelle (al 29%), il che avrebbe voluto dire vittoria finale del grillino.
Il candidato del Pd Crivello partiva dal 26% e andare oltre il 30%, stante le divisioni nella sinistra, sarebbe stato un miracolo.
Ma Grillo non ha alcun interesse a governare le grandi città , stante il personale politico di cui dispone, Raggi insegna.
Chi punta a Palazzo Chigi può solo perdere consensi dal dover amministrare (male) città difficili e piene di problemi.
Siamo sinceri: quale persona sana di mente e senza secondi fini, se non un idealista alla Doria, potrebbe mai ambire a fare il sindaco di una grande città ?
Coi fondi tagliati è già tanto se riesci a pagare gli stipendi ai dipendenti e tappare un 10% delle buche nelle strade.
In più ti ritrovi tutti a criticarti qualsiasi cosa fai: e se fai l’opposto te ne ritrovi altrettanti.
Ne deriva che il santone di Sant’Ilario, azionista di maggioranza della Cinquestelle Spa, abbia preferito creare un casino interno tale che gli garantisse la sconfitta, facendo fuori i grillini della prima ora come Putti e persino chi aveva vinto le Comunarie come Cassimatis.
Obiettivo raggiunto e il povero Piropollo è tornato a suonare la viola nel tempo libero. Si diletterà , insieme agli altri quattro “guerrieri” eletti in Comune, a fare un po’ di finta opposizione a Bucci nella Sala rossa, duettando in acuti con chi ha la classe della “pescivendola”.
Per uno che vende polli sarà un bel confronto.
Grillo ha steso un tappeto rosso per l’affermazione del candidato sindaco leghista, noto uomo del popolino ed estraneo a multinazionali e poteri forti.
Non a caso Toti, da buon venditore di fuffa, ha iniziato a stendere red carpet in giro, contraccambiando il suo benefattore.
Il prossimo tappeto rosso lo stenderà fino alle ville di Sant’Ilario, dove vive in modo francescano il garante dell’inciucio.
Il tutto a spese di Liguria digitale, ovvio, che da azienda tecnologica informatica è stata trasformata in fornitrice di tappeti per il “futuro premier Gabibbo bianco”, come crede di essere il committente.
Nel frattempo Bucci potrà mantenere la promessa di creare 30.000 posti di lavoro in città . E pensare che tutti stavano a contestargli questa affermazione “ardita” in una città che sta perdendo centinaia di posti di lavoro ogni mese, con aziende in crisi e multinazionali che scappano.
Ora si capisce come pensa di mantenere la promessa: stendendo centinaia di chilometri di tappeti rossi, da Voltri a Nervi, da monte a mare, da Erzelli al porto, nessuna strada resterà esclusa.
Per la manutenzione dei tappeti potranno essere impiegate migliaia di persone, non ci saranno più disoccupati in città , pagheranno Liguria Digitale e chissà quanti altri sponsor “disinteressati” che Bucci avrà premura di presentarci come “mecenati”.
Nei primi cento giorni dovrà però risolvere il problema più grosso: trovare un posto, un incarico, una consulenza, alle fameliche truppe del centrodestra locale, in crisi di astinenza da decenni.
Manuale Cencelli esaurito sia alla libreria Mondadori che da Feltrinelli: se prima i posti andavano a quelli del Pd perchè “raccomandati”, ora spettano ai questuanti di segno opposto, basta spacciarla per “meritocrazia”.
Il prodotto non cambia, il cinema in fondo è fatto anche di comparse, un metro di red carpet in saldo non si nega a nessuno.
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