Settembre 13th, 2010 Riccardo Fucile
GRAZIE SILVIO: SOLO TU E MARONI POTEVATE TANTO….IL PESCHERECCIO CHE NON ERA IN BATTUTA DI PESCA E’ STATO COLPITO SENZA MOTIVO, MARINAI SOTTO CHOC…E NOI RICEVIAMO CON TUTTI GLI ONORI IL DITTATORE LIBICO, PROSTRANDOCI AI SUOI PIEDI
Un motopeschereccio della flotta di Mazara del Vallo, l’Ariete, è approdato stamane intorno
alle 7,30 nel porto di Lampedusa dopo essere stato mitragliato da una motovedetta libica che potrebbe essere una delle imbarcazioni della guardia di finanza cedute dall’Italia al paese di Gheddafi. Un’inchiesta è stata aperta dalla Capitaneria di Porto Empedocle che sta cercando di verificare la dinamica dei fatti.
Il peschereccio presenta diversi fori su una delle fiancate.
L’incidente è avvenuto 31 miglia al largo di Al Zawara, località libica quasi al confine con la Tunisia, nota perchè è da qui che partivano le carrette del mare dirette verso Lampedusa.
Il motopeschereccio, come riferisce l’armatore, stava incrociando, non era in corso alcuna battuta di pesca.
A mitragliare il peschereccio potrebbe essere stata una delle sei motovedette della guardia di finanza, consegnate dalle autorità italiane a quelle libiche nell’ambito dell’accordo di cooperazione stipulato tra i due paesi nel 2008.
A sostenere questa ipotesi è uno dei componenti dell’equipaggio, Alessandro Novara. “L’unità militare che ci ha mitragliato – spiega il marittimo – era identica a quelle utilizzate in Italia dalla guardia di finanza, anche se batteva bandiera libica”.
Secondo la Capitaneria di Porto, i libici “hanno sparato per colpire”.
I proiettili, sottolinea dal comando generale della Guardia costiera il comandante Vittorio Alessandro, “sono ben distribuiti lungo tutta la fiancata, dal pelo dell’acqua fino alle sovrastrutture, cioè le parti abitate dall’equipaggio”.
Insomma, chi era sul peschereccio “è stato molto fortunato”.
A bordo del peschereccio c’erano dieci persone, tre delle quali di nazionalità tunisina.
Tutti i membri dell’equipaggio stanno bene ma sono ancora sotto shock.
“Il mio motopeschereccio stava incrociando e non stava pescando”, afferma l’armatore Vincenzo Asaro.
L’Ariete, iscritto al compartimento marittimo di Mazara, è un peschereccio di 32 metri ed è comandato da Gaspare Marrone.
Già lo scorso 10 giugno sempre al largo delle coste libiche altri tre pescherecci mazaresi – l’Alibut, il Mariner 10 e il Vincenza Giacalone – erano stati sequestrati mentre erano impegnati in una battuta di pesca nel Golfo della Sirte.
Il sequestro era avvenuto a circa trenta miglia dalla costa, in una zona considerata dai libici di propria esclusiva competenza, nonostante le norme del diritto marittimo internazionale.
Il nostro governo è riuscito in un ‘impresa unica al mondo: far mitragliare un peschereccio italiano da una motovedetta da noi costruita e poi regalata al governo dittatoriale libico perchè faccia il lavoro sporco contro i profughi.
Ora sono arrivati a mitragliare non solo le carrette del mare, ma anche una nostra nave da pesca che non pescava, ma solo circolava in acque internazionali.
Questo è il ringraziamento che l’amico dei terroristi Gheddafi ha riservato al nostro Paese, dopo averci preso per il culo per tre giorni, durante la sua visita in Italia, tra inviti a convertirci, sfilata di miss e tende da circo.
E noi gli abbiamo pure regalato 5 miliardi per tenercelo buono.
E questo sarebbe un governo di destra?
Un governo che non sa farsi rispettare da un dittatore che viola le norme del diritto internazionale e che mette a rischio la vita di nostri connazionali?
Vergogna.
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Settembre 13th, 2010 Riccardo Fucile
SFIDUCIA RECORD PER IL PREMIER, NEL PD SALGONO VENDOLA E CHIAMPARINO… FINI PESCA TRA I 30-55ENNI CON ISTRUZIONE SUPERIORE E VIENE GIUDICATO POSITIVAMENTE DA UN ELETTORE PDL SU TRE…IL GOVERNO PERDE 11 PUNTI IN TRE MESI
Analizzando le rilevazioni di DemosÎ , pubblicate oggi, emerge un primo dato: rispetto alle politiche del 2008, i due principali partiti subiscono una flessione molto grande, derivante in parte dai delusi che scelgono l’astensionismo.
Il Pdl dal 37,4% della Camera scende rovinosamente al 29,8%, il Pd dal 33,2% al 26,5%.
Ma è interessante seguire anche la linea di tendenza: il Pdl scende costantemente, il Pd galleggia su quella percentuale da tempo.
Per la Lega, invece, che nel 2008 aveva l’8,3% e che era arrivata poche settimane fa intorno al 12,3%, iniziano segnali allarmanti di logoramento: in discesa all’11%, segno che non vengono apprezzate le ultime mosse del Carroccio.
A sinistra emerge invece il fenomeno “grillini” che raggiungono un 3,6% praticamente dal nulla, portando però a una riduzione delle intenzioni di voto per l’Idv che dall’8% di cui godeva nei sondaggi scende ora al 5,5%.
Trainata dalla candidatura di Vendona, cresce anche Sinistra è Libertà fino al 4,7%.
Stabile l’Udc che oscilla tra il 6,5% e il 7%.
Veniamo all’ipotetico partito di Fini: avrebbe già ora un 6,1%, ma il dato è in crescita, con flussi di entrata dal Pdl, dal’astensionismo e persino dagli insofferenti di sinistra.
Ha un nucleo già ora di elettori di destra insofferenti al berlusconismo, ma anche molti nuovi affascinati dal nuovo progetto politico di Fini.
La nuova formazione è guardata con interesse da persone con buon livello di istruzione, tra i 30 e i 55 anni, è già radicata nel Mezzogiorno, ma non solo.
Nella lista di gradimento verso i leader nazionale, a sinistra la classifica è guidata da Vendola, poi Chiamparino, chiudono Bersani, Veltroni e Di Pietro.
Nel centrodestra Tremonti precede Fini, seguono Berlusconi e chiude Bossi.
Cresce la fiducia in Napolitano al 79,5% e anche quella nella magistratura al 51,6%.
Se si andrà a una crisi, di chi sarà la colpa? Di Berlusconi per il 30,1% degl iitaliani, di Fini per il 19,2%, del governo genericamente per il 13,9%.
Chi esprime un giudizio positivo su Fini, all’interno del Pdl, è il 34% degli elettori pidiellini.
In rpatica uno su tre, dato che fa ben sperare i finiani.
Un rapporto di tal genere si tradurrebbe, nel caso il Pdl avesse il 29% dei consensi, in un ipotetico 12-14% per Futuro e Libertà .
In pratica il Pdl tornerebbe ai dati di Forza Italia, Fini a quelli di An.
Da segnalare però che Fini gode di un giudizio positivo dal 57,6% degli elettori el Pd, del 45,3% di quelli dell’Idv, del 38,7% di quelli dell’Udc e persino del 20% dei leghisti e raggiunge così la media del 54,4% totale.
Un dato foriero di ulteriori aggregazioni, anche perchè un terzo polo comincia ad essere dato intorno al 22%.
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Settembre 13th, 2010 Riccardo Fucile
UN UOMO SOLO AL COMANDO, MA NON E’ COPPI… LA COTTA DI SILVIO SUI TORNANTI, I GREGARI CHE NON SPINGONO, LA MAGLIA VERDE CHE GLI FORA LE GOMME… COLPA DEI GIUDICI DI GARA COMUNISTI E DI FINI CHE VOLEVA LA CASA DELLA LIBERTA’, NON PAGO DI QUELLA DI MONTECARLO
Per qualcuno è iniziata la spartizione della terra (con il federalismo) e quella del potere (con il
berlusconismo), ma in realtà anche questo ormai appartiene al recente passato.
“Nulla sarà più come prima”, pare a tutti, a destra come a sinistra, il motto di questi ultimi giorni.
Mai si era visto un governo così “indisposto a tutto” , con cambiamenti di rotta improvvisi: un giorno si andava al Quirinale di corsa per chiedere la ghigliottina per Fini, il giorno dopo “forse ci si sarebbe andati”, il terzo ci andava uno solo, il quarto stanno tutti a casa.
All’alba si annuncia persino la data delle elezioni, ma già al Tremonti non si vota più.
Altro che “contrordine compagni” di Giovannino Guareschi, siamo a “un uomo solo al comando”, ma non è il campionissimo Coppi, solo un premier dimezzato che pensa di avere ancora una squadra.
In realtà gli sono rimasti sull’ammiraglia solo Ghedini, Bonaiuti e La Russa che gli fanno pure spesso sbagliare strada.
E mentre lui arranca in salita in preda a una visibile cotta, i gregari si sono liquefatti al primo accenno di “pendenze”.
Abituati ai premi gara senza merito alcuno, ormai specializzati più a far uscire di strada gli alleati che gli avversari, i gregari sembrano in balia delle maglie verdi che seminano chiodi per strada onde arrivare primi alla mota padana.
Ognuno per sè, senza Dio per tutti: niente borracce dissetanti, solo pitali di acqua inqunata del Po.
Il prodotto Italia viene esportato all’estero, laddove vi sono leader democratici “doni del Signore”e cavalli berberi al galoppo.
Gli ascari e le truppe cammellate fanno poi ritorno in Italia, sotto forma di campagna acquisti dei parlamentari.
Partite dure da giocare perchè si hanno di fronte quasi sempre giudici di gara comunisti e persino cronometristi stalinisti.
Meglio applicare una strategia improntata al pragmatismo barzellettiero: inutile cercare in Italia un lavoro che non esiste, meglio sposare un/una ricco/a o andare a lavorare all’estero, non ci avevate pensato precariacci rompiballe?
E se esistino mascalzoni nelle nostre file, vanno giudicati non dalla magistratura, ma dal “processo alla tappa”.
E si smetta di affidare l’antidoping a istituti di analisi: si usino le ampolle leghiste del Monviso per i test per poi rendere noti i risultati dalla fidata Ghisleri.
Se non si vincerà il Tour, sia chiaroa tutti che sarà per colpa di monsieur Fini che nella tappa Montecarlo-Lione ha barato, riposando in segreto nella casa locata al cognato.
Non pago, l’ingordo voleva anche la Casa della Libertà per provare il lettone di Putin, il “dono di Dio” a santa madre Russia.
Oggi giorno di riposo al Tour: ci si dedicherà alla campagna acquisti, servono un velocista e uno scalatore per “tirare” il premier.
Di fancazzisti no, già ce ne sono troppi.
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Settembre 13th, 2010 Riccardo Fucile
LA CRICCA DELLE PELLI AD ARZIGNANO: 300 MILIONI DI IVA NON VERSATI, GIRO D’AFFARI DI 1,5 MILIARDI, FALSE SPONSORIZZAZIONI PER FRODARE IL FISCO, COINVOLTE 200 AZIENDE… INDAGATO IL SEN. LEGHISTA FILIPPI, PROPRIETARIO DI UNICHIMICA E IL VICESINDACO SIGNORIN PER TRUFFA ED EVASIONE, MA NON SI SONO DIMESSI
Fatture false, soldi nascosti in doppifondi di Mercedes, via vai con banche di San Marino, cene ed escort di lusso, squadra di calcetto usata per false sponsorizzazione: quello che sta emergendo nel distretto di Arzignano, provincia di Vicenza, non farà forse scandalizzare il ministro Brunetta che parla di cancro solo per i distretti del Sud, ma rappresenta una delle più grandi evasioni fiscali del dopoguerra per entità della cifra evasa (300 milioni di euro) e per numero di aziende coinvolte nello stesso comprensorio.
Arzignano, 26.000 abitanti, è la zona della concia delle pelli per eccellenza: la Lega qua ha raccolto il 37% di consensi alle politiche 2008, ma ora, insieme a imprenditori e finanzieri, vede coinvolti nella maxi-evasione il vicesindaco Massimo Signorin (mamma e fratello indagati per evasione e truffa) e soprattutto il senatore Alberto Filippi e la sua azienda, la Unichimica.
La “cricca delle pelli”, come viene definita l’oggetto dell’inchiesta gudiziaria in corso, aveva un giro d’affari di 1,5 miliardi: attraverso fatture di sponsorizzazioni gonfiate, una rete di aziende colluse e un imprenditore faccendiere, Andra Ghiotto, presidente della Arzignano Grifo, squadra di calcetto cinque volte campione d’Italia di A1, si è evasa l’Iva per circa 300 milioni.
Son ben 200 aziende ( su 600 totali) coinvolte nel sistema: Ghiotto fatturava loro la sponsorizzazione per una cifra 100, incassava 100 e poi restituiva 80 alle aziende, attraverso un gioco di scatole cinesi oresso banche di San Marino.
Nell’inchiesta risulta coinvolto anche l’ex comandante della GdF, accusato di corruzione, e l’ex capo della Agenzia delle Entrate.
Tra i principali sponsor risulta la Unichimica del sen. leghista Alberto Filippi che avrebbe versato un milione di euro: e Ghiotto ha mostrato in Tv tre fatture intestate a Unichimica per un ammontare complessivo di 984.000 euro, emesse in soli sei mesi.
Il sen. Filippi però ha dichiarato di non aver alcuna intenzione di dimettersi dal Parlamento e la Lega “stranamente” non ha battuto ciglio : nessuna richiesta di dimissioni avanzata, si fa finta di nulla nel peggior stile da prima Repubblica.
Eppure Bossi parla spesso di espulsione immediata per chi ruba, come mai stavolta non ha adottato alcuna decisione?
Varrebbe la pena interrogarsi su questo atteggiamento.
O non se lo può permettere?
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Settembre 13th, 2010 Riccardo Fucile
STUDIO CONFARTIGIANATO: AUMENTA L’INCIDENZA SUL PIL… IN CALABRIA UN LAVORATORE SU QUATTRO E’ IRREGOLARE (27,3%), L’EMILIA ROMAGNA LA PIU’ VIRTUOSA (8,1%)…. I SETTORI PIU’ COLPITI SONO I SERVIZI E LE COSTRUZIONI…MAGLIA NERA DEL SOMMERSO A CROTONE, VIBO, COSENZA, ENNA, BRINDISI…IL SUD A RISCHIO USURA
Nero e sommerso dilagano sempre più in Italia e possono contare su un esercito di 639.900
irregolari, concorrenti sleali dei veri imprenditori.
L’economia abusiva aumenta anche il proprio valore aggiunto: l’incidenza sul Pil nel 2008 è salita al 16,9%, rispetto al 16,6% del 2007.
A lanciare l’allarme è l’ufficio studi della Confartigianato, sottolineando come il “nero” abiti soprattutto nel Mezzogiorno dove l’incidenza del lavoro abusivo (che a livello nazionale è dell’11,8%) sale al 18,3%, il doppio rispetto al Centronord (9,3%).
I servizi, il settore più presenziato (9,9%) da un fenomeno che danneggia sempre più non solo le imprese, ma anche le casse dello Stato: tra il 2008 e il 2009 l’Iva dovuta e non versata è aumentata del 24,4%.
Spetta alla Calabria il primato dell’abusivismo, seguita da Sicilia, Puglia, Campania e Molise.
In Calabria più di un lavoratore su quattro (27,3%) è irregolare.
L’Emilia Romagna è la più virtuosa (8,1%), seguono Trentino, Lombardia, Lazio e Toscana.
Se l’incidenza degli abusivi, sul totale degli occupati, è molto alta nel settore dei servizi, a ruota seguono le costruzioni (7,7%), mentre è distaccato il manifatturiero.
Le attività abusive minacciano soprattutto artigiani e piccole imprese.
Nella classifica delle province, la maglia nera del sommerso va a Crotone, seguito da Vibo Valentia, Cosenza, Enna, Brindisi, Caltanissetta, Reggio Calabria, Trapani, Nuoro e Catanzaro.
Aree dove più forte è stato l’incremento della quota di adulti usciti dal mercato del lavoro.
Durante la crisi in Italia, da marzo 2008 a marzo 2010, 338.000 adulti tra i 25 e i 54 anni sono usciti dalla forza lavoro (160.000 donne e 178.000 uomini), in gran parte (230.000) residenti nel Mezzogiorno.
Non a caso uno studio recente della Cgia di Mestre aveva messo in evidenza come il fenomeno dell’usura aggredisca Campania, Calabria e Puglia.
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