LAVORO NERO: 640.000 IRREGOLARI PRODUCONO IL 17% DEL PIL DEL NOSTRO PAESE
STUDIO CONFARTIGIANATO: AUMENTA L’INCIDENZA SUL PIL… IN CALABRIA UN LAVORATORE SU QUATTRO E’ IRREGOLARE (27,3%), L’EMILIA ROMAGNA LA PIU’ VIRTUOSA (8,1%)…. I SETTORI PIU’ COLPITI SONO I SERVIZI E LE COSTRUZIONI…MAGLIA NERA DEL SOMMERSO A CROTONE, VIBO, COSENZA, ENNA, BRINDISI…IL SUD A RISCHIO USURA
Nero e sommerso dilagano sempre più in Italia e possono contare su un esercito di 639.900 irregolari, concorrenti sleali dei veri imprenditori.
L’economia abusiva aumenta anche il proprio valore aggiunto: l’incidenza sul Pil nel 2008 è salita al 16,9%, rispetto al 16,6% del 2007.
A lanciare l’allarme è l’ufficio studi della Confartigianato, sottolineando come il “nero” abiti soprattutto nel Mezzogiorno dove l’incidenza del lavoro abusivo (che a livello nazionale è dell’11,8%) sale al 18,3%, il doppio rispetto al Centronord (9,3%).
I servizi, il settore più presenziato (9,9%) da un fenomeno che danneggia sempre più non solo le imprese, ma anche le casse dello Stato: tra il 2008 e il 2009 l’Iva dovuta e non versata è aumentata del 24,4%.
Spetta alla Calabria il primato dell’abusivismo, seguita da Sicilia, Puglia, Campania e Molise.
In Calabria più di un lavoratore su quattro (27,3%) è irregolare.
L’Emilia Romagna è la più virtuosa (8,1%), seguono Trentino, Lombardia, Lazio e Toscana.
Se l’incidenza degli abusivi, sul totale degli occupati, è molto alta nel settore dei servizi, a ruota seguono le costruzioni (7,7%), mentre è distaccato il manifatturiero.
Le attività abusive minacciano soprattutto artigiani e piccole imprese.
Nella classifica delle province, la maglia nera del sommerso va a Crotone, seguito da Vibo Valentia, Cosenza, Enna, Brindisi, Caltanissetta, Reggio Calabria, Trapani, Nuoro e Catanzaro.
Aree dove più forte è stato l’incremento della quota di adulti usciti dal mercato del lavoro.
Durante la crisi in Italia, da marzo 2008 a marzo 2010, 338.000 adulti tra i 25 e i 54 anni sono usciti dalla forza lavoro (160.000 donne e 178.000 uomini), in gran parte (230.000) residenti nel Mezzogiorno.
Non a caso uno studio recente della Cgia di Mestre aveva messo in evidenza come il fenomeno dell’usura aggredisca Campania, Calabria e Puglia.
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