UN GOVERNO INDISPOSTO A TUTTO: SI SON FREGATI LA CASA DELLA LIBERTA’, NON RESTA CHE SPOSARE UNO RICCO
UN UOMO SOLO AL COMANDO, MA NON E’ COPPI… LA COTTA DI SILVIO SUI TORNANTI, I GREGARI CHE NON SPINGONO, LA MAGLIA VERDE CHE GLI FORA LE GOMME… COLPA DEI GIUDICI DI GARA COMUNISTI E DI FINI CHE VOLEVA LA CASA DELLA LIBERTA’, NON PAGO DI QUELLA DI MONTECARLO
Per qualcuno è iniziata la spartizione della terra (con il federalismo) e quella del potere (con il berlusconismo), ma in realtà anche questo ormai appartiene al recente passato.
“Nulla sarà più come prima”, pare a tutti, a destra come a sinistra, il motto di questi ultimi giorni.
Mai si era visto un governo così “indisposto a tutto” , con cambiamenti di rotta improvvisi: un giorno si andava al Quirinale di corsa per chiedere la ghigliottina per Fini, il giorno dopo “forse ci si sarebbe andati”, il terzo ci andava uno solo, il quarto stanno tutti a casa.
All’alba si annuncia persino la data delle elezioni, ma già al Tremonti non si vota più.
Altro che “contrordine compagni” di Giovannino Guareschi, siamo a “un uomo solo al comando”, ma non è il campionissimo Coppi, solo un premier dimezzato che pensa di avere ancora una squadra.
In realtà gli sono rimasti sull’ammiraglia solo Ghedini, Bonaiuti e La Russa che gli fanno pure spesso sbagliare strada.
E mentre lui arranca in salita in preda a una visibile cotta, i gregari si sono liquefatti al primo accenno di “pendenze”.
Abituati ai premi gara senza merito alcuno, ormai specializzati più a far uscire di strada gli alleati che gli avversari, i gregari sembrano in balia delle maglie verdi che seminano chiodi per strada onde arrivare primi alla mota padana.
Ognuno per sè, senza Dio per tutti: niente borracce dissetanti, solo pitali di acqua inqunata del Po.
Il prodotto Italia viene esportato all’estero, laddove vi sono leader democratici “doni del Signore”e cavalli berberi al galoppo.
Gli ascari e le truppe cammellate fanno poi ritorno in Italia, sotto forma di campagna acquisti dei parlamentari.
Partite dure da giocare perchè si hanno di fronte quasi sempre giudici di gara comunisti e persino cronometristi stalinisti.
Meglio applicare una strategia improntata al pragmatismo barzellettiero: inutile cercare in Italia un lavoro che non esiste, meglio sposare un/una ricco/a o andare a lavorare all’estero, non ci avevate pensato precariacci rompiballe?
E se esistino mascalzoni nelle nostre file, vanno giudicati non dalla magistratura, ma dal “processo alla tappa”.
E si smetta di affidare l’antidoping a istituti di analisi: si usino le ampolle leghiste del Monviso per i test per poi rendere noti i risultati dalla fidata Ghisleri.
Se non si vincerà il Tour, sia chiaroa tutti che sarà per colpa di monsieur Fini che nella tappa Montecarlo-Lione ha barato, riposando in segreto nella casa locata al cognato.
Non pago, l’ingordo voleva anche la Casa della Libertà per provare il lettone di Putin, il “dono di Dio” a santa madre Russia.
Oggi giorno di riposo al Tour: ci si dedicherà alla campagna acquisti, servono un velocista e uno scalatore per “tirare” il premier.
Di fancazzisti no, già ce ne sono troppi.
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