Maggio 17th, 2018 Riccardo Fucile
DIETRO L’ANNUNCIO DELLA QUERELA NON ARRIVATA C’E’ UN TENTATIVO DI INTIMIDAZIONE?
Il Presidente della Camera Roberto Fico, in nome del fondamentale principio della
trasparenza quannocepare che contraddistingue i pentastellati quando vengono messi alle strette, non ha ancora chiarito la vicenda della colf in nero della compagna rivelata da Antonino Monteleone delle Iene qualche settimana fa.
Fico aveva promesso che avrebbe spiegato la situazione, ma non lo ha ancora fatto. Nel frattempo però ha querelato le Iene e Monteleone.
La cosa strana — e irrituale quando si parla di querele — è stata la comunicazione del legale del Presidente della Camera alle Iene nella quale viene annunciato il deposito della querela.
Perchè l’avvocato di Fico ha scritto alle Iene?
A darne notizia è stato lo stesso Monteleone che ieri a le Iene ha mostrato la lettera ricevuta dall’avvocato di Fico, Annalisa Stile, che informava la redazione delle Iene — nell’interesse del Presidente della Camera Roberto Fico -di aver presentato una querela alla Procura di Napoli.
Di quella querela l’avvocato di Fico inviava “uno stralcio”, ovvero la prima e l’ultima pagina.
La cosa strana è che generalmente questo non avviene.
Perchè quando una persona querela un giornalista (o un altro soggetto) è l’autorità giudiziaria, tramite Carabinieri o Polizia, a provvedere alla comunicazione della querela. Il tutto dopo che il PM ha istruito la pratica.
Secondo le Iene quindi quella che all’apparenza è una comunicazione “di cortesia” potrebbe essere qualcosa d’altro.
Ad esempio un tentativo di intimidazione affinchè le Iene e Monteleone smettano di occuparsi della vicenda di Imma, la donna che secondo Fico è “un’amica” della compagna che svolgerebbe a titolo di amicizia alcuni lavori domestici.
Secondo il programma di Italia Uno invece Imma è la colf che abitualmente e da circa sei anni si occupa delle pulizie nella casa di Yvonne De Rosa.
Cosa c’è scritto nella querela di Fico alle Iene
Come è noto Fico inizialmente ha negato che ci fosse qualcuno che si occupava delle faccende domestiche a casa della compagna. Successivamente però ha cambiato versione e ha tentato di spiegare che la signora Imma in realtà è una cara amica della compagna che ogni tanto svolge qualche lavoretto.
Il Presidente della Camera però non ha spiegato il punto centrale della questione: ovvero se Imma ha un regolare contratto o se è pagata in nero.
La stessa Imma ha dichiarato di avere un regolare contratto, contrariamente a quanto affermato da Fico che ha dichiarato a Monteleone che tutto viene fatto “in amicizia”. Le Iene quindi sostengono che la colf venga pagata 500 euro al mese in nero.
Nello stralcio del testo della querela per diffamazione si legge poi che il legale di Fico sostiene che dal 2013 l’esponente del MoVimento 5 Stelle viva “prevalentemente a Roma” anche se ha ancora la residenza nell’abitazione in via Posillipo “ove si reca quando vuole nel tempo libero”.
Secondo le Iene le cose non sono così. Quando torna da Roma Fico si reca generalmente — accompagnato dalla scorta, come è giusto che sia visto il suo ruolo istituzionale — a casa della compagna.
Diverse testimonianze raccolte nella via dove il pentastellato ha la residenza invece confermano che Fico in via Posillipo non ci mette quasi mai piede, se non per andare a visitare i genitori. Infine è lo stesso Presidente della Camera, durante l’intervista con Monteleone, a definire “la sua abitazione” quella che in realtà è la casa di Yvonne De Rosa, la stessa dove lavora la signora Imma.
Nel lamentarsi di essere stato “messo sotto sorveglianza” dalla Iene Fico ha detto «siete venuti a mettere delle telecamere nascoste sotto la mia abitazione». Roberto Fico dovrà quindi rispondere a due domande.
La prima è la solita: Imma è assunta con regolare contratto o è pagata in nero? La seconda invece è perchè ha fatto mandare dall’avvocato solo alcuni pezzi della querela, voleva chiudere la bocca alle Iene?
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 17th, 2018 Riccardo Fucile
LA LEONESSA DA TASTIERA AVEVA POI PROVATO A CHIEDERE SCUSA, MA IL TRIBUNALE HA GIUSTAMENTE APPLICATO LA LEGGE MANCINO
Michela Bartolotta nell’estate del 2014 aveva scritto uno status su Facebook in cui affermava: «Io e il popolo romeno non andremo mai d’accordo, tra puttane senza pudore, badanti depresse e altri elementi maleodoranti privi di educazione e civiltà , prima o poi vi stermino»: il Giornale, in un articolo a firma di Stefano Zurlo, fa sapere che è stata condannata dal tribunale in composizione collegiale a 4 mesi di carcere per violazione della legge Mancino.
Lei aveva chiesto scusa spiegando che quella frase «I romeni puzzano» le era scappata in un momento di stress da troppo lavoro.
Poi aveva organizzato una serata riparatrice: sulle vetrine del negozio di telefonia in cui lavorava come commessa, a Padova, aveva affisso un bel cartello con la parola «benvenuti» ben in evidenza; e aveva offerto schede ricaricabili gratuite a chi era stato offeso dal suo post, comparso su Facebook e sul web nell’estate 2014.
Ma non c’è stato niente da fare: Michela Bartolotta, una bella ragazza arrivata alla finale di Miss Muretto, è stata condannata dal tribunale, addirittura in composizione collegiale, a 4 mesi di carcere per violazione della legge Mancino.
(da agenzie)
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Maggio 17th, 2018 Riccardo Fucile
IL RITRATTO DELLO STATISTA IN ERBA (DI QUELLA BUONA) ATTIRERA’ BIONDE TURISTE NORDICHE CHE VORRANNO CANCELLARCI IL DEBITO O CONVERTIRLO IN PIADINE
La foto di Danilo Toninelli che esprime “massima concentrazione” sul governo oggi è
giustamente finita anche all’attenzione di Massimo Gramellini e del Corriere della Sera, che tributa allo Statista in erba (ma di quella buona, eh?) la giusta celebrazione:
Del pistolero di Sergio Leone si diceva che avesse due espressioni: una con il cappello e una senza. Toninelli ha soltanto quella senza il cappello. Lo sguardo laterale, che per lui è sintomo di «massima concentrazione», agli scribacchini dei Poteri Forti ma sempre più Corti suggerisce stupore misto a perplessità , come se nella stanza dove si danno i numeri (del contratto) fosse appena entrato Draghi sventolando una cambiale di 250 miliardi.
Ma è inutile perdersi in questi distinguo da banchieri. Grazie alla pervasività dei social, lo sguardo alla Toninelli promette di diventare il manifesto seduttivo dell’estate.
Gli anziani playboy della Riviera, ancora in attività a causa della legge Fornero, lo useranno per convincere le bionde creditrici nordeuropee a cancellarci il debito o almeno a convertirlo in piadine.
Pare che Claudia Schiffer ne sia rimasta talmente affascinata da accettare il ruolo di premier in staffetta con Pupo.
«Il Concentrato di Toninelli»: sembra il titolo di un quadro. O il nome di una spremuta. Quanto vorrei che quello sguardo fosse renziano o berlusconiano.
Potrei fargli la linguaccia senza sentirmi un disfattista.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 17th, 2018 Riccardo Fucile
ILVA TARANTO, UN ALTRO OPERAIO MUORE TRAVOLTO DA UN CAVO DI ANCORAGGIO ALLA GRU … LA SICUREZZA DA GARANTIRE E’ IL DIRITTO ALLA VITA DEGLI ESSERI UMANI
Un operaio della ditta di carpenterie metalliche Ferplast dell’appalto Ilva, Angelo Fuggiano, di 28 anni, è morto in seguito a un incidente avvenuto nel reparto Ima, al quarto sporgente del porto di Taranto gestito dal Siderurgico.
I sindacati hanno proclamato lo sciopero dei dipendenti diretti e dell’appalto dalle 11.
Secondo fonti sindacali, durante il cambio funi per la macchina scaricatrice DM6, un cavo sarebbe saltato durante la fase di ancoraggio della parte finale travolgendo il lavoratore.
Vani sono risultati i tentativi di rianimazione da parte degli operatori del 118. Sul posto anche vigili del fuoco, carabinieri, guardia di finanza e ispettori del lavoro.
Immediato anche l’intervento dell’azienda in amministrazione straordinaria: “Sono in corso da parte dell’azienda tutte le indagini per poter risalire alle cause dell’evento”. L’Ilva esprime “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Angelo Fuggiano e a tutti i suoi cari”.
“L’incidente – dichiara Antonio Talò, segretario Uilm Taranto – è accaduto all’area Ima, Impianti marittimi, quarto sporgente. Il lavoratore stava provvedendo ad un cambio fune a una delle gru che scaricano i minerali che servono alla produzione dell’acciaio, quando, secondo le prime ricostruzioni, la fune stessa si è staccata dall’alloggiamento del carro ponte colpendolo. Si tratta di funi molto pesanti ed è evidente che anche se si è colpiti di striscio, le conseguenze sono molto gravi. Stiamo cercando di capire meglio cosa è accaduto”.
I sindacalisti, impegnati nelle assemblee sul futuro dello stabilimento, hanno raggiunti subito l’area dell’incidente. La notizia è stata rilanciata su Twitter anche da Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl: “Ora basta!”.
Nella stessa zona morì un altro operaio nel 2012. Francesco Zaccaria: stava lavorando in cima a una gru quando l’area dello stabilimento fu investita da una violenta tromba d’aria.
(da agenzie)
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