Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile
LA MAGGIOR PARTE DELLE TRATTE SONO ROMA-VENEZIA-ROMA… PERCHE’ COSI TANTI? “PER LA PANDEMIA”
Una vacanza in Sardegna durante la scorsa estate e un andirivieni Venezia-
Roma/Roma-Venezia per tornare nella sua casa di Padova (poi alcune altre, ma rare, tappe). Il totale fa 124.
Si tratta dei voli di Stato utilizzati dalla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati nel corso dell’ultimo anno.
A riportare la notizia è stato il quotidiano La Repubblica che è entrata in possesso dei registri di volo del Falcon, il velivolo messo a disposizione della seconda carica dello Stato per i suoi spostamenti.
Come spiega il quotidiano di Largo Fochetti, la maggior parte delle tratte coperte dal Falcon (sigla IAM9003) ha coperto per 97 volte la tratta Roma-Venezia (e ritorno). Si tratta di un tragitto noto: il Marco Polo è il punto di approdo più vicino (a livello aereo) per poter arrivare a Padova, dove risiede la famiglia della Presidente di Palazzo Madama.
A questi viaggi si aggiungono le sei volte in cui – nel mese di agosto – il velivolo messo a disposizione della seconda carica dello Stato si è mosso dall’aeroporto romano di Ciampino a quello di Alghero. Si tratta del periodo in cui Maria Elisabetta Alberti Casellati si trovava in vacanza in Sardegna.
Spostamenti leciti? A differenza di quel che accade per chi utilizza i mezzi di Stato per gli spostamenti, chi ricopre il ruolo di Presidente del Senato ha una procedura molto più snella per quel che ne concerne l’utilizzo, come spiega La Repubblica:
Per l’incarico che ricopre, e a differenza dei ministri del governo, non ha bisogno di autorizzazione per prendere l’aereo blu.
Tutto lecito e tutto consentito, dunque. Fonti vicine alla Presidente del Senato hanno spiegato come – prima della pandemia – lei fosse solita utilizzare voli di linea (cosa nota, viste le precedenti polemiche) e treni diretti tra Roma e Padova.
Poi, con l’emergenza sanitaria, si è deciso di procedere con l’utilizzo del Falcon a sua disposizione. Inoltre, le stesse fonti citate da La Repubblica spiegano come Casellati abbia problemi alla schiena che non le permettono di effettuare lunghi viaggi in macchina. Sta di fatto che la seconda carica dello Stato non ha voluto rispondere alla domande del quotidiano.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile
LE ACCUSE E LE CONDANNE NEI CONFRONTI DEI SETTE
Omicidi di giudici e di appartenenti alle forze di polizia, sequestri di esponenti politici, uccisioni di dirigenti d’azienda. È lungo e riporta alla luce alcuni dei momenti più bui degli anni di piombo l’elenco dei reati di cui sono accusati i sette ex terroristi fermati questa mattina in Francia. Ecco le accuse e le condanne nei confronti di ciascuno dei sette, così come indicato nelle sentenze.
GIOVANNI ALIMONTI – 66enne ex brigatista.
Tra i vari reati per i quali è condannato c’è anche il tentato omicidio del vice dirigente della Digos di Roma Nicola Simone, avvenuto il 6 gennaio del 1982 e durante il quale lui stesso rimase ferito al braccio destro. L’ordine di esecuzione della pena è stato emesso dalla procura generale presso la Corte d’appello di Roma a marzo del 2008: deve scontare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e la libertà vigilata per 4 anni per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici. Il mandato di cattura europeo emesso nei suoi confronti scade l′8 gennaio del 2022.
ENZO CALVITTI
anche lui 66enne ex brigatista, nato a Mafalda, in provincia di Campobasso. Deve scontare una pena di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e la misura della libertà vigilata per 4 anni per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi. La sentenza è divenuta esecutiva a settembre del 1992, il mandato di cattura europeo nei suoi confronti scade il 21 dicembre del 2021.
ROBERTA CAPPELLI
l’ex brigatista, 66enne, è responsabile di 3 omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Calvaligi, ucciso l’ultimo dell’anno del 1980, dell’agente di Polizia Michele Granato (9 settembre del 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981). A suo carico anche il ferimento di Domenico Gallucci (sempre a Roma il 17 maggio del 1980) e del vice questore Nicola Simone, il 6 gennaio del 1982, di cui è responsabile anche Alimonti.
Deve scontare l’ergastolo con un anno di isolamento diurno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato. Il mandato d’arresto europeo scade il 30 luglio 2022.
NARCISO MANENTI
Il 64enne originario di Telgate, in provincia di Bergamo, è un ex dei ‘Nuclei armati contropotere territoriale’ e dal 1985 è sposato con la francese Christine Andrè Marie Hayotte. E’ stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Guerrieri, ucciso a Bergamo il 13 marzo del 1979. Manenti ha anche una condanna a 2 anni e 6 mesi per ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi e a 3 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Il mandato di cattura europeo emesso dalle autorità italiane scade il 6 luglio del 2023
MARINA PETRELLA
la 67enne ex brigatista è responsabile, in base alle condanne, dell’omicidio del generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, di cui è accusata anche Roberta Cappelli, del sequestro del giudice Giovanni D’Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, e dell’assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Grego il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, dell’attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti). Il suo mandato di cattura europeo scade l′8 gennaio del 2022.
GIORGIO PIETROSTEFANI
il 78enne tra i fondatori di Lotta Continua e responsabile del servizio d’ordine del movimento deve scontare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l’omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi. L’ordine di esecuzione della pena è stato emesso il 15 luglio del 2008 dalla procura generale di Milano. il mandato di cattura europeo scade il 9 settembre 2023.
SERGIO TORNAGHI
Il 63enne, milanese, è anche lui un ex brigatista e tra i reati per i quali è stato condannato all’ergastolo c’è l’omicidio di Renato Briano, direttore generale della ‘Ercole Marelli’. Tra le accuse anche partecipazione a banda armata, propaganda e apologia sovversiva, attentato con finalità di terrorismo e eversione, detenzione e porto illegale di armi, violenza privata. Il mandato di cattura europeo scade il 5 maggio del 2023
(da Huffingtonpost)
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Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile
FERMATI SETTE EX TERRORISTI, DUE PER L’OMICIDIO MORO, ALTRI TRE IN FUGA
Sette ex terroristi italiani – condannati in Italia per atti di terrorismo commessi
negli anni ’70 e ’80 – sono stati arrestati questa mattina in Francia nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse”, su richiesta dell’Italia. Altri tre sono ricercati.
Lo ha riferito l’Eliseo, secondo quanto riporta Le Figaro. Tra gli arrestati ci sono anche Giorgio Pietrostefani, cofondatore di Lotta Continua, condannato a 22 anni come mandante dell’omicidio Calabresi; Marina Petrella, condannata all’ergastolo per l’omicidio di un agente e condannata nel processo Moro-ter, in quanto coinvolta nel rapimento di Aldo Moro, e Giovanni Alimonti, anche lui condannato a 22 anni al processo Moro-ter.
Secondo quanto apprende l’Ansa da fonti investigative francesi, i sette arrestati sono: Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi (tutti delle Brigate Rosse); Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua; Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre in fuga sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
L’operazione, secondo quanto si apprende da fonti italiane, è stata condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l’Antiterrorismo della Polizia italiana e con l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.
L’operazione, riporta l’Ansa, era stata preparata da diversi giorni ed è stata realizzata in cooperazione dagli ufficiali di collegamento della polizia italiana a Parigi, che hanno operato in stretto contatto con la direzione antiterrorismo francese. Gli arrestati sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell’Italia.
Con gli arresti entra in forte crisi la ‘dottrina Mitterrand’, anche se dall’Eliseo precisano che la decisione del presidente Emmanuel Macron “si colloca strettamente nella logica della dottrina Mitterrand di accordare l’asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sangue”.
La compilazione della lista dei 10 nomi (7 arrestati e 3 in fuga) è il frutto “di un importante lavoro preparatorio bilaterale, durato diversi mesi – sottolinea l’Eliseo – che ha portato a prendere in considerazione i reati più gravi”.
(da Huffingtonpost)
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