Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
A DIFFERENZA DEGLI IGNORANTI CHE VOGLIONO LA LIBERTA’ DI INFETTARE E SE NE FOTTONO DEL PROSSIMO
“Questo è il volto di chi da giorni sta lottando oltre ogni sforzo per contenere un incendio enorme”: sono centinaia le condivisioni su Facebook di una fotografia che ritrae un vigile del fuoco impegnato per spegnere gli incendi che stanno devastando la Sardegna. –
Si tratta di Francesco Cocco, vigile del fuoco nuorese operativo nelle zone colpite dalle fiamme. Quello di Francesco, 42 anni, è un volto stremato.
Su castedduonline.it la sua testimonianza: “Con i colleghi siamo stati a Cuglieri, poi a Flossio. Poi ancora a Cuglieri, abbiamo evacuato decine di famiglie dalle loro case, alcune erano distrutte dalle fiamme”, le sue parole.
Cocco ha immortalato paesaggi neri nel cuore della notte, macchiati dal rosso acceso del fuoco. Questa foto con gli occhi rossi l’ha scattata dopo il primo intervento a Cuglieri. “In quei momenti pensavo fortemente alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli, ma soprattutto a lottare per spegnere quanti più incendi possibile. Il fronte del fuoco era vastissimo, la situazione è stata davvero tragica”, si legge su quotidiano. Tantissimi i commenti sui social per il vigile del fuoco: “Rispetto e onore a tutte queste persone che si prodigano giorno e notte per la nostra sicurezza”, scrive un utente. “Chi rischia la vita per il bene di tutti, merita di più. Ci ricordiamo di loro solo quando ne abbiamo bisogno. Vigili del fuoco grazie”, scrive un altro.
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
SOLITI CORI CONTRO GOVERNO E “GIORNALISTI TERRORISTI”
Da una parte, in maggioranza, gli imprenditori e i lavoratori sostenitori del
movimento ‘Io Apro’. Dall’altra, in minoranza numerica, i sovranisti con a capo Giuliano Castellino, già leader romano di Forza Nuova e protagonista del movimento dell’ultra destra Area, recentemente di nuovo nei guai con la legge.
Due gruppi diversi uniti, però, nel loro dissenso contro il Green Pass.
A sorvegliare il tutto, le forze dell’ordine schierate con momenti di tensione iniziati dopo le 16:30 quando chi era in piazza del Popolo ha provato a superare i blocchi delle forze dell’ordine ai lati dell’area del centro di Roma al grido di “libertà, libertà”.
Non ci sono stati scontri fisici, ma l’eccessiva euforia di chi ha urlato il proprio dissenso ha creato qualche problema di ordine pubblico.
La piazza ha iniziato a riunirsi intorno alle 15. “Noi siamo contro il Green Pass ma a favore del vaccino”, sottolineano i leader di ‘Io Apro’. “Chiudo i ristoranti e mi faccio mantenere dal governo. Lo Stato ci sta dividendo”, continuano.
Roma, dopo la manifestazione di sabato scorso, è diventata così nuovamente scenario del dissenso contro le regole vaccinali e piazza del Popolo si è trasformata nel megafono di chi vuole gridare il proprio “no” al Green Pass. E così, tra rabbia e teorie complottiste, i toni si sono accesi subito contro i giornalisti, ai quali è stato intimato di non avvicinarsi e non riprendere con la telecamere.
Insulti e qualche spintone, poi il coro: “Stampa e tv non ne possiamo più”. Infine, uno striscione srotolato sulla fontana al centro della piazza, “Non passerà”, e poi il coro “no Green Pass”. E ancora: “Draghi vaffanculo” e “giornalista terrorista”. “Bassetti, la Lucarelli, Burioni sono dei falliti” urlano dai gazebo di ‘io Apro’ durante la manifestazione.
“Siamo l’ultimo argine alla dittatura. Quando la legge diventa ingiustizia la resistenza diventa un dovere. Giù le mani dai bambini”, sono le richieste dei manifestanti che si passano il microfono. “Non c’entrano nulla il pipistrello e il pangolino. Il Covid è stato calato dall’alto. Non capiti mai più”.
“Non siamo più un paese libero”, gridano dalla manifestazione. Alle 16:30 la manifestazione – da statica così come era stata presentata anche alle forze dell’ordine – si è mossa.
“Adesso ci andiamo a fare una bella passeggiata per questa città, perché questa città è nostra, è devo essere libero di farlo”, ha detto uno degli organizzatori della manifestazione IoApro, dal palco di piazza del Popolo, dando così il via alle “danze”.
Un intento bloccato però dalla polizia, in assetto anti sommossa, che ha fatto muro per evitare che la folla si muovesse verso il Flaminio.
Così, dopo mezzora di trattative, i manifestanti in marcia hanno provato nuovamente a “marciare” per tutta Roma, provando a superare il cordone dalle forze dell’ordine dalla parte opposta della piazza, quella verso via del Corso.
Un altro gruppetto, invece, si è diretto verso la zona di Villa Borghese al grido di “blocchiamo Roma”.
E non sono mancanti, come in altre piazza d’Italia, manifestanti con la stella gialla di David e la scritta ‘No vax’. Magliette che hanno indignato la Comunità Ebraica di Roma già nei giorni scorsi: “Possiamo fare tutti gli appelli al buon senso e a usare il cervello, ma quello tra le persecuzioni agli ebrei e le disposizioni vaccinali è un paragone insostenibile, folle, sono cose non accomunabili. Ma poi questo uso strumentale della stella gialla: ci inorridisce vederla puntata al petto di chiunque perché non c’é alcun nesso con la tragedia Shoah”, ha detto all’Adnkronos Ruben Della Rocca, vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma: “Possiamo seguitare ad augurarci che nessuno strumentalizzi più la Shoah per questo e altri fini – conclude – E’ una strumentalizzazione che non ci sta e ci indigna”.
Da segnalare che Michetti, candidato sindaco del centrodestra a Roma ha affermato che non farà mai un appello ai romani per vaccinarsi, lui è per la libertà (di infettare gli altri)
L’avvocato in corsa per il centrodestra si smarca dai suoi sostenitori, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani e il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, che proprio oggi si sono lanciati in appelli accorati e convinti sull’importanza di immunizzarsi
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
I SOLDI SUL CONTO CORRENTE DEL PARTITO, E C’E’ CHI LI CHIAMA SCIACALLI
Se non ci fosse da piangere per la Sardegna che sta andando a fuoco verrebbe quasi da sorridere, un po’ come quando si guarda la famosa scena di Totò e Peppino che provano a vendere la fontana di Trevi.
Perché la Lega ha iniziato una raccolta fondi per per l’emergenza incendi in Sardegna. Ma tra tutti i conti correnti che su cui poteva optare per radunare il denaro, istituzionali o creati appositamente per l’occasione, la scelta del Carroccio è andata proprio su quello del partito nell’isola.
E a dirlo senza nessun pudore sono proprio Matteo Salvini e il coordinatore regionale della Lega in Sardegna, il deputato Eugenio Zoffili: “La Lega ha avviato una raccolta fondi per l’emergenza incendi in Sardegna. I contributi liberali raccolti saranno impiegati per iniziative di solidarieta’ per le comunita’ colpite dagli incendi. Le conseguenze finora sono devastanti. Siamo in contatto costante con il Governatore Solinas: per la Protezione Civile almeno 10mila ettari di territorio sono andati in fumo. Un ringraziamento di cuore va a tutte le donne e gli uomini impegnati in queste ore nella lotta agli incendi, combattuta dalla Regione Sardegna e dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile con un imponente schieramento di operatori e mezzi, e un abbraccio alle popolazioni colpite a cui vogliamo essere vicini anche attraverso questa iniziativa. Conto corrente intestato a Lega Sardegna per Salvini Premier – IBAN IT92A0760103200001050000957 – Causale: erogazione liberale emergenza incendi Sardegna”. Su Facebook c’è anche la card con IBAN e logo della Lega ovviamente:
Ma la foglia sull’iniziativa non troppo cristallina l’hanno mangiata in tanti. Ad esempio un commentatore che dice senza mezzi termini: “Lasciate perdere questi sciacalli, usate solo i canali ufficiali dei comuni colpiti”.
Ma anche altri: “Dopo tutti i soldi che vi state mangiando in Sardegna avete il coraggio di raccogliere fondi? O volete prenderli anche da lì? Perché non raccontate la storia dei poltronifici con i mega stipendi? Almeno abbiate il buon senso di tacere”.
Insomma non è stato un successo. E intanto la Sardegna continua a bruciare. Mentre anche i sindacati dei vigili del fuoco lamentano carenze.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
NOTO NO VAX PER LE SUE TEORIE DELLA COSPIRAZIONE E NEGAZIONISTE DEL COVID, ERA UN MANAGER DI SUCCESSO
Era uno dei nomi più apprezzati nel panorama del marketing globale. Era partito
dalla sua Trieste per poi diventare un esperto di “brand positioning” a Milano, prima di volare oltreoceano e trovare la sua consacrazione professionale in quel di Miami.
E proprio lì, in Florida, Marco De Veglia ha perso la vita a causa del Covid. Lui, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, era diventato uno dei volti più conosciuti sui social del fronte negazionista, e non solo. Da qualche mese, infatti, le sue teorie della cospirazione arrivarono anche ai vaccini. E proprio la mancata immunizzazione ha provocato quell’infezione fatale.
A raccontare il decesso del 55enne triestino (che lascia la moglie Daniela e il figlio Ettore) è stato un amico che aveva conosciuto Marco De Veglia in un’agenzia pubblicitaria di Milano negli Anni Novanta.
Al quotidiano La Stampa l’uomo ha raccontato di come il guru del marketing fosse convinto di non avere contratto il virus e si era rifiutato di sottoporsi al tampone:
“Ho fatto il calcolo. Dai primi sintomi all’ultimo respiro sono passati 14 giorni. Marco aveva la variante Delta. Mi sento profondamente in colpa per non aver insistito di più. Doveva andare subito in ospedale a farsi quel dannato tampone. Il suo primo errore è stato non vaccinarsi. Ma senza il secondo errore forse adesso sarebbe ancora vivo”.
Perché oltre a negare l’esistenza della pandemia, De Veglia si prodigava sui social nella sua battaglia contro i vaccini. Dalle petizioni per chiedere la radiazione dall’ordine di virologi e immunologi, fino ad alcune bufale sui prodotti anti-Covid pubblicate sui suoi canali social. E, fino al suo decesso, ha proseguito nel suo negazionismo e complottismo. Al suo amico, intervistato da La Stampa, ha inviato l’ultima foto lo scorso 21 luglio, mentre era ricoverato in terapia intensiva con il casco con l’ossigeno. Poi, sabato 24 la notizia del suo decesso.
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
IL GIUSLAVORISTA: “NON AVREBBE SENSO CHIEDERE IL GREEN PASS PER UN RISTORANTE O UN MEZZO DI TRASPORTO E NON CHIEDERLO PER UN LUOGO DI LAVORO CHIUSO”
Professor Ichino, lei è d’accordo con la decisione del giudice del lavoro di Modena?
Concordo sia con quanto l’ordinanza dispone – cioè la conferma del provvedimento aziendale di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione della dipendente che aveva rifiutato di vaccinarsi – sia con la motivazione, interamente fondata su due norme di carattere generale, applicabili in qualsiasi azienda: l’articolo 2087 del Codice civile e l’articolo 20 del Testo Unico sulla sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. È importante sottolineare, infatti, che il caso deciso dal giudice modenese si è verificato, sì, in una casa di cura per anziani, ma in un’epoca in cui non era stato ancora emanato il decreto-legge n. 44/2021, che prevede l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale medico e paramedico. Quanto affermato dal Tribunale di Modena può dunque riferirsi a qualsiasi azienda nella quale sussista un rischio di contagio.
Anche se l’ordinamento italiano non è di common law, crede che questa decisione possa fare giurisprudenza?
Questa decisione non è isolata: essa è infatti preceduta da almeno altre due decisioni del tutto simili, sia per la motivazione sia per la conclusione, adottate nel marzo scorso dai Tribunali di Udine e di Belluno; e non consta alcuna sentenza in senso contrario, da quando la vaccinazione anti-Covid in Italia è disponibile. Si può dunque parlare di un orientamento giurisprudenziale che sta consolidandosi.
Secondo lei la Corte costituzionale se ne dovrà presto occupare?
La Consulta ha già riconosciuto la piena legittimità costituzionale dell’obbligo di vaccinazione, quando esso è necessario per la protezione della sicurezza e della salute dei cittadini in generale, dei lavoratori in particolare. E non dimentichiamo che l’infezione da Covid-19 contratta in azienda è già stata riconosciuta come infortunio sul lavoro. Non credo che, se venisse di nuovo investita della questione, la Corte cambierebbe orientamento su questo punto.
Crede sia giusto l’obbligo di Green pass nei luoghi di lavoro?
Certo che sì: non avrebbe alcun senso esigere il certificato di vaccinazione per l’accesso a un mezzo di trasporto, o a un ristorante, e non esigerlo per l’accesso a un luogo di lavoro chiuso, dove le persone sono per ore a stretto contatto fra di loro.
Questa ordinanza potrebbe essere un assist al governo Draghi per introdurre l’obbligo di Green pass sul luogo di lavoro?
Il Governo non ha certo bisogno dell’assist di un Tribunale per adottare una misura che è già in fase avanzata di elaborazione: se non è stata ancora adottata è perché il Presidente del Consiglio sta tenendo, su questo terreno, una linea opportunamente gradualista, necessaria per tenere insieme una maggioranza molto eterogenea. Ma che a questo si debba arrivare entro agosto, con un provvedimento legislativo o con un protocollo concertato fra governo e parti sociali, mi sembra cosa certa.
(da Huffingtonpost)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
“IL DATORE DI LAVORO E’ GARANTE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI DIPENDENTI E DEI TERZI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA”
L’azienda può sospendere dal servizio e dalla retribuzione chi non vuole vaccinarsi
contro il coronavirus. Lo ha stabilito con un’ordinanza il tribunale di Modena.
Il giudice scrive che “il datore di lavoro si pone come garante della salute e della sicurezza dei dipendenti e dei terzi che per diverse ragioni si trovano all’interno dei locali aziendali e ha quindi l’obbligo ai sensi dell’articolo 2087 del Codice civile di adottare tutte quelle misure di prevenzione e protezione che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori”.
A supportare la propria decisione, il tribunale cita nella sentenza la direttiva europea che, nel giugno 2020, ha incuso il Covid tra gli agenti biologici contro i quali è necessario tutelare gli ambienti di lavoro. Da qui il dovere che incombe sul datore di tutelare il personale anche dal rischio coronavirus, contro il quale – scrive il giudice emiliano – la mascherina non basta come misura di protezione.
La sentenza puntualizza, comunque, che il rifiuto del vaccino anti-Covid non può comportare sanzioni disciplinari, ma può avere delle conseguenze per quanto riguarda la valutazione oggettiva dell’idoneità alla mansione del dipendente. Significa che chi è a contatto con il pubblico o in spazi ridotti accanto ai colleghi può essere sospeso dal lavoro e dalla retribuzione in caso di mancata vaccinazione.
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
VANDALIZZATO IL DIPINTO DI UN PITTORE DELLA ZONA
Insulti con una bomboletta nera sul dipinto del commissario per l’emergenza Coronavirus che tiene in braccio simbolicamente la penisola italiana: il murale dedicato a Francesco Paolo Figliuolo e agli alpini realizzato a Vivaro (Pordenone) sul lato di una casa è stato vandalizzato e ricoperto di scritte offensive.
A scriverle, simpatizzanti No vax e no Green pass.
Il disegno, a colori e alto alcuni metri, era stato realizzato lo scorso aprile, poco prima della visita del Commissario straordinario all’emergenza Covid-19 in Friuli Venezia Giulia, da pittore della provincia che voleva rendergli omaggio.
Raffigura il generale Figliuolo in tuta mimetica con cappello da alpino e mascherina che tiene in braccio l’Italia, uguale a uno dei disegni simbolo della pandemia in Italia, in cui una infermiera tiene in braccio la Penisola. Sull’accaduto indagano i Carabinieri.
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
LA DURA LETTERA DI BERLUSCONI AL CORRIERE DELLA SERA
Silvio Berlusconi torna a farsi sentire: sebbene i toni restino entusiastici per Mario
Draghi e il suo governo, il Cavaliere – nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera – sembra preoccupato per due questioni.
La prima, «l’assenza di chiare leadership di caratura internazionale. Si potrebbe dire che la gran parte dei Paesi democratici soffrano una crisi di classe dirigente e navighino nell’incertezza – scrive -. In Europa, con l’addio della signora Merkel viene meno l’ultima figura politica di riferimento, riconosciuta come tale anche dagli avversari». E questa potrebbe apparire come una stoccata agli altri due capi del centrodestra italiano, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, non annoverati da Berlusconi nella lista dei leader europei in essere o in divenire.
Il secondo allarme – anche questo potrebbe essere interpretato come una stoccata agli altri due compagni di coalizione – è relativo ai vaccini. Berlusconi si dice preoccupato «dal fatto che il Paese si stia dividendo nella più assurda delle polemiche». Definisce illogico «dare una caratura ideologica o politica a una questione che è prettamente scientifica». Tra i responsabili dell’ingrossarsi delle fila dei no vax, il leader di Forza Italia individua la cattiva informazione, la pseudo-scienza, le paure irrazionali fomentate sui social, ma anche la «voglia di strumentalizzazione politica».
Il cavaliere scrive di essere rattristato «dalle parole di chi fa dell’opposizione ai vaccini e al Green pass, ma anche all’obbligo delle mascherine e del distanziamento, una questione di libertà».
Ritornano in mente lo sminuire della mascherina da parte di Salvini e i comizi contro la presunta «dittatura sanitaria» di Meloni. «Come se quella di non vaccinarsi – scrive ancora Berlusconi -, di non adottare elementari cautele, fosse una scelta che non ha conseguenze sugli altri. Come se non esistesse, fra i diritti tipicamente liberali, quello all’integrità della persona, e quindi ad andare al ristorante, a prendere l’aereo, a partecipare ad uno spettacolo o a una manifestazione sportiva senza il rischio di essere contagiati».
(da agenzie)
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Luglio 27th, 2021 Riccardo Fucile
QUANDO HA SENTITO GLI SLOGAN DEI DEMENTI NON E’ RIUSCITO A TACERE
«I morti di Covid non esistono, li uccidono in ospedale»: quando Marco Natali, figlio di uno dei tanti medici uccisi dalla pandemia, ha sentito urlare questa frase in piazza della Vittoria a Lodi, dove vive, non è riuscito a tacere.
Il ragazzo, scrive il quotidiano locale Il Cittadino di Lodi, stava accompagnando la sua fidanzata dall’estetista, ignaro del corteo di protesta contro il Green Pass che contava circa 200 manifestanti: inaspettatamente si è trovato faccia a faccia con chi gridava al complotto e ha preso la parola. «No, non applaudite, non la penso come voi. Il 18 marzo dell’anno scorso mio padre, che era un medico, è morto di Covid. L’11 marzo ho ricevuto un suo messaggio che diceva che non respirava, e dopo pochi giorni ci ha lasciato. Se ci fosse stato il vaccino probabilmente lui sarebbe ancora qua…».
Tornato a casa, scrive il Corriere, Marco Natali, 20 anni, ha raccontato tutto alla madre e alla sorella: «Potreste trovare un mio video su Facebook». Entrambe si sono dette orgogliose di lui per il coraggio dimostrato.
Il padre del ragazzo era Marcello Natali, medico di Caselle Landi (e Codogno, primo paese colpito dalla pandemia), ex segretario di Lodi della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale che il 18 marzo 2020, a 57 anni, è stato tra i primi medici in Italia a morire a causa del virus.
Il figlio Marco ha raccontato al Corriere come tutto è iniziato l’11 marzo, quando l’Italia era da pochi giorni entrata in lockdown: «Papà doveva accompagnare mia madre, che aveva contratto la malattia, a fare la radiografia ai polmoni. Ma in ospedale cominciò a stare male lui, e fu ricoverato a Cremona» per una polmonite fulminante, per poi morire sette giorni dopo.
«Non riuscii quasi mai a telefonargli – ricorda il ragazzo – un giorno stavo facendo il caffè e preparai la tazzina anche per lui: un’abitudine. Mia madre mi consigliò di chiamarlo e dirglielo. Parlava a fatica, la nostra conversazione durò meno di un minuto. È l’ultimo ricordo che ho di lui, vivo».
(da agenzia)
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