Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
STRACCIATA LA LISTA DI TAJANI, SISTEMATO IL FASCIO-ROCKER MARIO VATTANI (BY FAZZOLARI), ECCO ARRIVARE L’INSEPARABILE COPPIA PUGLIESE-LEPRE (BY SCURTI), AVANTI GIUSEPPE MANZO (BY PICHETTO FRATIN), IN PRIMA FILA MICHELE ESPOSITO (CAVO DRAGONE)… LE MANCATE NOMINE CHE GRIDANO VENDETTA: PERONACI, E SABBATUCCI, MA SOPRATTUTTO QUELLA DI VINCENZO CELESTE, CHE RICOPRE IL RUOLO PIÙ CRITICO E NEVRALGICO DELLA DIPLOMAZIA ITALIANA IN EUROPA
A forza di scagliare tutte le freccette avvelenate sull’ormai leggendario
Fazzolari, fino al 2008 un dirigente di seconda fascia della Regione Lazio, oggi Kissinger della Melona come produttore di veline e diktat, abbiamo perso di vista la silhouette da generone romano di Patrizia Scurti, colei che la Melona definisce la sua “Padrona” (“Non c’è nulla della mia vita che non passi da lei”).
Potente? Tanto. Temuta? Tanto. Al punto che la capo della segreteria della premier si è distinta, in duplex col Fazzo, come protagonista nel recente consiglio dei ministri che ha promosso di grado dieci ambasciatori; atto che da giorni sta facendo letteralmente incazzare la Farnesina tutta. (vedi la “Lettera aperta” in fondo al pezzo).
Infatti, la lista delle dieci promozioni da ministro plenipotenziario ad ambasciatore di grado, massimo traguardo nella carriera diplomatica (ne sono 25 in tutto), il top di carriera della Farnesina, predisposta dal ministro degli Esteri (per mancanza di prove), Antonio Tajani, era del tutto diversa da quella che è stata poi licenziata dal Cdm.
Ma dopo esser stato acquietato e soddisfatto dalla Ducetta lasciando candidato governatore della Basilicata il forzista Bardi, posto che reclamava quel poverocristo di Salvini per ricompensare lo schiaffone Solinas ricevuto in Sardegna dai Fratellini d’Italia, Tajani ha lasciato campo libero al duplex Fazzo-Scurti, impegnatissimi a “riequilibrare” l’amichettismo de sinistra col cameratismo de destra.
(da Dagoreport)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
FORZA ITALIA E LEGA ASSENTI
Fratelli d’Italia vota contro. Forza Italia e Lega non erano presenti al momento del voto. Per i consiglieri del VII Municipio, la croce celtica, divenuta simbolo di movimenti di estrema destra in tutta Europa e disegnata sul pavimento del piazzale di fronte l’ex sede dell’Msi di Acca Larentia, può restare dove si trova.
Quella croce celtica su cui, il 7 gennaio scorso, si sono radunati militanti di CasaPound, Blocco Studentesco, Forza Nuova e gli Ultras Lazio, ma anche di realtà provenienti da altre città, che con saluti romani all’urlo del “presente” hanno ricordato la strage avvenuta quarantasei anni prima. Ne sono stati identificati un centinaio ma le persone schierate, nostalgiche del fascismo, erano molte di più.
La commissione Decoro e ambiente e quella Cultura e memoria del VII municipio, territorio su cui ricade via Acca Larentia, hanno approvato su proposta della maggioranza, quindi Partito democratico, Lista civica Gualtieri, Roma futura, Sinistra civica ecologista, e con i voti di Italia Viva e M5S, una risoluzione che impegna la Giunta municipale e il presidente Francesco Laddaga a interloquire con il Campidoglio affinché si arrivi alla rimozione della croce celtica poiché rientrerebbe nel reato di apologia del fascismo.
I consiglieri azzurri e leghisti hanno disertato, il partito di Giorgia Meloni invece ha votato contro. Scelta che conferma una chiara presa di posizione, che fa il paio con il silenzio di Fratelli d’Italia e della premier nei giorni successivi e con le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa che ci ha tenuto a dire che “il saluto romano non è reato”.
Adesso la risoluzione passa in consiglio municipale. Sarà discussa il 30 gennaio. Il peso politico della vicenda è talmente alto che in Aula saranno presenti Sandro Ruotolo, responsabile informazione della segretaria nazionale Pd, l’Anpi e varie realtà studentesche.
La risoluzione chiede a Roberto Gualtieri e alla sua Giunta di attivare “con rapidità l’interlocuzione con Inail ed i condomini interessati, ai fini della non più rinviabile rimozione della croce celtica posta nel piazzale”. Si tratta infatti di suolo condominiale e non pubblico. Ma non solo, la maggioranza municipale chiede anche “si provvedere nuovamente e velocemente alla rimozione del murales che riporta la scritta ‘Acca Larentia’ con la croce celtica di seguito, su via Tuscolana altezza Piazza Santa Maria Ausiliatrice, nonché di tutti i manifesti abusivi ivi affissi”.
E infine che “venga negata, da parte della Prefettura e della Autorità Competenti, l’autorizzazione allo svolgimento della manifestazione del 7 gennaio, fatta eccezione per la commemorazione istituzionale dei giovani caduti”.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
OLTRE IL 50% DEGLI INTERVISTATI NEI PROSSIMI MESI TAGLIERÀ GLI ACQUISTI DI PRODOTTI NON ESSENZIALI, IL 94% FARÀ PIÙ ATTENZIONE AL CIBO, NON SPRECANDOLO, E OLTRE IL 38% DEGLI ITALIANI PIANIFICA DI TRASCORRERE PIÙ TEMPO A CASA IN FUTURO
Il 91% dei consumatori italiani è preoccupato per la propria
condizione economica, l’81% per l’economia del Paese, a partire dagli effetti dell’inflazione. Lo afferma l’Ey future consumer index, aggiungendo che tra le preoccupazioni maggiori vi sono l’aumento dei prezzi di elettricità, gas e acqua (75%), dei prezzi di beni alimentari e i carburanti (73%), e la sanità (62%).
Oltre il 50% degli intervistati nei prossimi mesi taglierà gli acquisti di prodotti non essenziali, il 94% farà più attenzione al cibo, non sprecandolo, e oltre il 38% degli italiani pianifica di trascorrere più tempo a casa in futuro. Tra le priorità al primo posto per i consumatori c’è il risparmio, seguito da salute fisica e mentale e sostenibilità, con il il 65% degli italiani che presterà maggiore attenzione all’impatto ambientale legato ai consumi, più attenzione anche al riciclo (56%) e al risparmio di acqua (41%).
Tra le categorie in cui si prevede di spendere meno vi sono gli accessori moda (66% degli intervistati), abbigliamento e calzature (53%), giocattoli e gadget (49%), elettronica di consumo (48%), ma anche bellezza e cosmesi (47%), mobili per la casa (43%) e automobili (40%). “Le crescenti tensioni geopolitiche, l’inflazione e le perturbazioni economiche, stanno spingendo i consumatori a rivedere le loro priorità di consumo – commenta Stefano Vittucci, consumer products and retail sector leader di Ey in Italia – prestando maggiore attenzione ai prezzi e focalizzandosi sui beni primari.
Infatti oltre il 50% degli italiani dichiara che taglierà gli acquisti di prodotti non essenziali: questo sta indirettamente portando ad azioni più sostenibili, riducendo il cibo e lo spreco alimentare (94%), cercando di riparare le cose piuttosto che sostituirle (75%), prestando più attenzione al riciclo (56%) e al risparmio di acqua (41%). In questo contesto, le aziende si trovano a dover rispondere a una richiesta di prodotti più convenienti e focalizzati su qualità, aspetti salutistici e di sostenibilità”, conclude Vittucci.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
L’ENNESIMA FIGURACCIA SI TRADUCE IN UNA NOTA DEL COMITATO DI REDAZIONE
Non solo la Rai non ha comprato i diritti della finale degli Australian Open, ma non ha inviato nemmeno un giornalista a seguire la possibile impresa di Sinner a Melbourne. L’ennesima figuraccia in Rai si traduce in una nota del congiunta del Comitato di redazione e della Fiduciaria di Milano di RaiSport (ripresa da Calcio e Finanza).
“Jannik Sinner trionfa, dopo 48 anni da Adriano Panatta a Parigi, in un torneo Slam. Scrive una pagina di storia vincendo dove mai un italiano, agli Australian Open, era arrivato in cima e noi non ci siamo“.
“La Rai e RaiSport non hanno ritenuto di inviare un collega per testimoniare un’impresa eccezionale, facendo mancare un contributo atteso dal Servizio Pubblico radiotelevisivo. Tra l’altro avrebbero potuto “farsi aiutare” da un precedente importante, quello della finale del Roland Garros del 2010, quando viale Mazzini decise seduta stante di acquistare, anche allora da Eurosport, la finale femminile vinta da Francesca Schiavone su Samantha Stosur.
Offrendo in tal modo in diretta televisiva ed in chiaro la storica impresa della tennista milanese. Si dirà altri tempi, è vero. Adesso l’azienda deve risparmiare e razionalizzare i costi, ma davanti ad evento simile non ci si può tirare indietro. Se il costo diritti per la diretta televisiva era esagerato e fuori portata, almeno un collega a Melbourne poteva e doveva essere inviato. Purtroppo, lo diciamo con enorme dispiacere, l’ennesima occasione persa”.
Il servizio pubblico, ricorda Calcio e Finanza, è tenuto a trasmettere alcuni degli eventi sportivi più importanti che coinvolgono un atleta o una squadra italiana. Ma l’elenco di eventi, stilati dall’AgCom, per i quali bisogna “assicurare ad almeno l’80% della popolazione italiana la possibilità di seguirli su un palinsesto gratuito senza costi supplementari”, è stato aggiornato l’ultima volta nel 2012.
Non sono presenti le finali dei quattro Slam del tennis, così come la finale di Conference League (competizione europea introdotta dopo il 2012). Quindi nessun obbligo per la Rai per quanto riguarda la trasmissione della finale, andata in scena dalle 9.30 di domenica mattina, ma certamente la scelta di non seguire un evento storico per lo sport italiano con nessun inviato ha creato più di qualche polemica, interna e non solo.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
“EUROSPORT”, DURANTE LA PARTITA È STATO IL SECONDO CANALE PIÙ VISTO IN ITALIA (DOPO RAI1) … I TIFOSI, PERO’, PROTESTANO PERCHÈ NON È STATO TRASMESSO SULLA RAI
Grande successo per Eurosport ieri, con la finale degli Australian
Open 2024 che ha visto la trionfale vittoria del tennista azzurro Jannik Sinner sul russo Daniil Medvedev. Il match è stato visto da quasi 2 milioni di spettatori (1.914.000) con il 18% di share (60% share pay) e un picco di oltre 2,6 milioni di spettatori (match point alle 13 e 31).
Miglior risultato di sempre per Eurosport, che nella fascia di messa in onda, è stato il 2° canale nazionale sul pubblico totale dopo Rai1. Nelle 24 ore altro record per Eurosport che si è posizionato 7° canale nazionale con oltre il 4% share. In particolare il quinto e decisivo set Sinner-Medvedev ha totalizzato 2.4 milioni di spettatori con oltre il 15% share.
La messa in onda su Eurosport a pagamento, e non in chiaro, ha suscitato tuttavia molte proteste tra i tifosi di tennis e i telespettatori italiani, lamentatisi anche del fatto che la sintesi della partita sia poi stata trasmessa dal Nove (Discovery) e non dalla Rai, ovvero dal servizio pubblico pagato dal canone.
Il motivo di tutto ciò risiede nel fatto che, a detenere i diritti televisivi è di fatto Warner Bros. Discovery, proprietaria di Eurosport, canale visibile in chiaro anche su Sky e, in streaming, su Dazn.
La finale di ieri non rientrava inoltre nella lista stilata da AgCom nel 2012 e relativa agli eventi sportivi d’interesse nazionale, per i quali è imperativo assicurare all’ottanta per cento della popolazione italiana la possibilità di seguirli in chiaro, su un palinsesto gratuito e senza costi aggiuntivi.
La finale Sinner-Medvedev di ieri, ribadiamo, non faceva parte degli eventi tennistici compresi nella suddetta lista AgCom, che sono “la finale e le semifinali della Coppa Davis e della Fed Cup alle quali partecipi la squadra nazionale italiana e degli Internazionali d’Italia di tennis alle quali partecipino atleti italiani”.
Qualcuno però ha obiettato sul fatto che, in tale lista, non rientrava neppure la finale degli Us Open del 2015 tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, per la quale Eurosport concesse la diretta in chiaro su Deejay Tv (che ora è il canale Nove), né tantomeno la finale del Torneo di Wimbledon del 2021 giocata tra Matteo Berrettini e Nole Djokovic, che fu trasmessa in chiaro da Sky su Tv8.
In questa giungla di diritti Tv, liste ed eccezioni alla regola, visti gli ascolti stratosferici, a trionfare – oltre a Sinner – è stato decisamente il canale Eurosport. In barba ai telespettatori non abbonati che, tuttavia, sono comunque obbligati a pagare il canone Rai.
((da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
OGNI ANNO 961 CITTADINI FINISCONO DIETRO LE SBARRE SENZA AVERE ALCUNA RESPONSABILITÀ… OLTRE A ROVINARE CENTINAIA DI VITE, LO STATO CI RIMETTE FIOR DI QUATTRINI: HA DOVUTO SBORSARE QUASI UN MILIARDO DI EURO IN TRENT’ANNI
Gli anni di libertà rubati dalla giustizia italiana costano cari per le spese di risarcimento che lo Stato è chiamato a rifondere, due milioni e 460 mila euro all’anno, ma non hanno prezzo per le persone che subiscono la detenzione essendo innocenti.
Un fenomeno che in vent’anni, fra il ’91 e il 2021, ha colpito 30 mila persone nel nostro Paese: significa che in media ogni anno 961 cittadini finiscono dietro le sbarre senza avere alcuna responsabilità dei delitti che vengono loro attribuiti. Nel lasso di tempo interessato, lo Stato ha sborsato quasi un miliardo di euro, 932.937.000 per l’esattezza. Nel solo 2022, 539 persone sono state incarcerate innocenti, per una cifra di 27 milioni 378 mila euro per indennizzi liquidati.
Occorre comunque distinguere fra quanti «subiscono una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, salvo venire assolti» e le persone che restano vittime di errori giudiziari veri e propri, cioè coloro che «dopo essere stati condannati con sentenza definitiva vengono assolti in seguito a un processo di revisione», spiegano Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone.
Sono i giornalisti che da oltre venticinque anni osservano il fenomeno dal loro osservatorio del sito www.errorigiudiziari.com.
I dati fanno riferimento al 2022, quando gli errori giudiziari sono stati otto, uno in più rispetto all’anno precedente, mentre nell’arco dei ventun anni dal ’91 in poi il totale ammonta a 222 casi – in media sette all’anno – per una spesa complessiva per risarcimenti di 76 milioni 255 mila euro. Se ci si ferma a considerare solo il 2022 la spesa ha sfiorato i dieci milioni, ma qui a colpire è il divario all’anno prima, quando la cifra era sette volte più bassa.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
SE AVESSIMO UN GOVERNO SERIO, L’AMBASCIATORE UNGHERESE IN ITALIA SAREBBE GIA’ SUL PRIMO VOLO PER BUDAPEST PER RITORNARE DALLA FOGNA ORBANIANA CHE RAPPRESENTA
Ilaria Salis resterà in carcere. Per la maestra e attivista milanese
39enne detenuta da quasi un anno in regime di isolamento in un carcere di Budapest, Ungheria, per aggressione a due neonazisti nel Giorno dell’Onore, il giudice ha confermato la misura cautelare della detenzione in carcere e ha fissato la prossima udienza al 24 maggio.
Per quella data, però, la famiglia Salis, seguita dai legali italiani, tra cui l’avvocato milanese Mauro Straini, e da quello ungherese Gyorgy Magyar – il cui studio è noto in Ungheria per il proprio impegno in difesa dei diritti umani – potrebbe aver già presentato domanda di modifica della misura cautelare, richiedendo così gli arresti domiciliari in Italia. Misura che, come aveva anticipato il papà di Ilaria, Roberto, a questo giornale, era stata la richiesta formulata nell’incontro privato con il ministro della Giustizia italiana Carlo Nordio appena una settimana fa. Richiesta che, come spiegano i legali appena usciti dal Tribunale, non è stata presentata nell’udienza di oggi.
«Ilaria – spiega l’avvocato Straini – è stata portata in aula con un guinzaglio collegato a un dispositivo alle caviglie e uno ai polsi. Quello alle caviglie è stato rimosso durante l’udienza, quello ai polsi no, ed è stato tenuto saldamente da un agente per tutta la durata dell’udienza».
I genitori l’hanno trovata «molto dimagrita» e «provata». Ma comunque fortemente determinata: motivo per cui, davanti al giudice ungherese si è dichiarata innocente.
Intanto, per oggi sono stati convocati tre presidi, sostenuti da Anpi e dal Partito democratico, per chiedere la liberazione di Ilaria: a Roma alle 17, davanti all’ambasciata ungherese; a Milano alle 17.30 in piazza Missori e ad Ancona, in piazza Roma, sempre alle 17.30 in piazza Roma.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
QUANDO INDOSSI UNA DIVISA NON SEI PIU’ DI PARTE, RAPPRESENTI TUTTI GLI ITALIANI, ALTRIMENTI IL CITTADINO PUO’ PENSARE CHE DAI MANGANELLATE A CHI NON LA PENSA COME TE
Sarà trasferito immediatamente il carabiniere che sabato 27 gennaio, durante il sit-in pro Palestina a Milano, ha detto in un dialogo con una manifestante di non riconoscere Sergio Mattarella come presidente della Repubblica.
Il comando generale dell’Arma ha informato l’autorità giudiziaria – sia ordinaria che militare – dell’episodio e ha fatto sapere che disporrà l’immediato trasferimento del militare a un incarico non operativo. Saranno inoltre adottati tempestivamente, fa sapere l’Arma, tutti i provvedimenti disciplinari necessari.
Il video che ha inguaiato il carabiniere risale alla manifestazione pro Palestina che si è svolta il 27 gennaio in via Padova, a Milano. In un filmato girato da Local Team si vede Franca Caffa, volto storico della sinistra milanese, chiedere agli uomini delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa: «Cosa ha detto il presidente Mattarella?».
A rispondergli è uno dei militari, non inquadrati nel video, che dice: «Con tutto il rispetto, signora, non è il mio presidente. Io non l’ho votato, non l’ho scelto, non lo riconosco».
Indaga la procura
Dopo la segnalazione dell’Arma all’autorità giudiziaria, la procura di Milano aprirà un’indagine sul caso della risposta del militare. Della vicenda è stato informato il procuratore di Milano, Marcello Viola, che attende ora un’informativa dei carabinieri. La procura acquisirà anche il video realizzato da Local team per analizzarlo. Finite le procedure preliminari, sarà iscritto il fascicolo di indagine a carico del militare, che rischia l’accusa di «offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica».
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2024 Riccardo Fucile
UN’ALTRA PAGINA SCHIFOSA DEI TRADITORI DEI VALORI DELLA DESTRA SOCIALE
La minoranza di centrodestra in consiglio comunale a Udine decide di
non appoggiare la proposta del Sindaco Alberto Felice De Toni di attribuire la cittadinanza onoraria a Mike Maignan dopo i fatti risalenti alla partita Udinese – Milan del 20 gennaio scorso.
Lo ha reso noto con una nota l’Ufficio stampa del Comune di Udine. Così si raddoppia la pessima figura, perchè la proposta per diventare realtà, aveva bisogno dei voti di tre quarti dei consiglieri cittadini e quindi anche dell’appoggio della minoranza, che invece non ha voluto sostenere attivamente l’amministrazione nella sua iniziativa contro il razzismo e la discriminazione.
Più faziosi che razzisti o forse, sotto, sotto, almeno per qualcuno, l’idea dell’ennesimo cittadino “di colore” poteva dare fastidio. In sostanza hanno prevalso i piccoli giochi di potere. A votare sono stati 38 consiglieri, a favore la maggioranza con 25 voti, 13 i contrari della minoranza in consiglio e 3 gli assenti. “Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da quello che accaduto, che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tanto meno i nostri tifosi” commenta a caldo il Sindaco Alberto Felice De Toni. “Il nostro intento era duplice: una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni tipo di discriminazione. E allo stesso tempo la difesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste. E’ stato deludente come la minoranza ne abbia fatto un tema di mero scontro politico, quasi campanilistico, alimentando divisioni e polemiche. Ci sono temi su cui l’antagonismo fra partiti passa necessariamente in secondo piano, la lotta al razzismo è una di queste. Ci saremmo auspicati una condivisione piena da parte del centrodestra, che ha preferito invece soffermarsi su questioni di mera forma, senza vedere l’obiettivo di più ampio respiro. Aggiungo che molti ministri del governo in carica dello stesso colore dei consiglieri che oggi hanno votato contro, hanno tenuto una linea durissima contro gli insulti razzisti avvenuti allo stadio Friuli, auspicando un cambio nel modo di affrontare questi casi anche dal punto di vista operativo” continua De Toni. La proposta della cittadinanza onoraria è nata nelle ore immediatamente successive all’ondata di commenti piovuta su Udine e sui suoi tifosi dopo l’interruzione della gara di Serie A: “Noi ci siamo mossi immediatamente, condannando fortemente i fatti e inviando un messaggio diretto al giocatore, offrendo anche la nostra disponibilità a organizzare iniziative concrete, in collaborazione con le due società sportive” spiega il Sindaco De Toni. “Abbiamo voluto invertire il paradigma, riconoscendo il valore del gesto compiuto da Mike Maignan. Con la sua scelta coraggiosa dopo le offese razziste ha reso manifesti quelli che sono i capisaldi dello statuto del Comune di Udine, medaglia d’oro al valor militare per la lotta al nazifascismo, ma anche della Costituzione italiana: l’uguaglianza, la pari dignità degli individui, la convivenza civile e la non discriminazione. Temi che uniscono tutti e che vanno oltre i colori societari. Evidentemente non c’è stata la stessa visione”. “Per fortuna la responsabilità di quanto accaduto è di pochi che, grazie alla stretta collaborazione tra Questura e Udinese Calcio, da sempre società schierata contro la discriminazione, sono già stati identificati e sanzionati” chiude De Toni. “Non per questo come istituzione ci possiamo permettere di minimizzare la gravità dell’accaduto. Al contrario, proprio perché si è trattato di un tipo di episodio che spesso passa in sordina, era doveroso prenderne le distanze e condannarlo in maniera decisa. Come amministrazione continueremo a veicolare questo messaggio e metteremo da subito in atto delle azioni concrete dedicate ai nostri giovani, in collaborazione con le società calcistiche coinvolte”.
(da FriuliSera)
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